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I centrocampisti che hanno segnato di più dal 1990 ad oggi

23 Settembre 2021

4. Luigi DI BIAGIO – 59 reti

La sua esultanza dopo aver scagliato la palla alle spalle di van der Sar è stata una liberazione. E, forse, abbiamo esultato anche più di lui in quel magico pomeriggio dell’Amsterdam ArenA. Perché Gigi ci aveva sempre abituato a vedere la sfera in fondo al sacco quando prendeva la rincorsa per calciare un rigore. La potenza e la precisione sono sempre stati suoi marchi di fabbrica che hanno fatto le fortune delle squadre in cui ha giocato, unite al senso tattico e alla grinta. Caratteristiche che intuì otto anni prima Zdenek Zeman, il quale lo portò a Foggia nonostante avesse disputato soltanto alcuni scampoli di partite in Serie A, giovanissimo, con la maglia della Lazio. Non lo spaventò il doppio salto dalla Serie C1 con il Monza a dover dimostrare il suo spessore con la maglia dei Satanelli. Fu una felice intuizione quella del boemo, che regalò al campionato italiano uno dei migliori interpreti in un ruolo difficile come quello del mediano. Sostanza, dicevamo, ma anche tanta qualità. Dopo tre campionati al Pino Zaccheria, nel 1995 lo vuole la Roma per ordinare il centrocampo e Di Biagio non tradisce alcuna emozione, nonostante il suo passato laziale. La sua stagione magica è quella del 1997-98. Alla guida dei giallorossi si ritrova con il maestro Zeman e le sue prestazioni sono così convincenti da guadagnarsi una maglia da titolare anche con la Nazionale. Poi, le quattro stagioni all’Inter, durante le quali sfiora lo Scudetto nel 2002, sfumato – ironia della sorte – nel “suo” Olimpico. Chiude la sua epopea in Serie A con il Brescia, affiancando Roberto Baggio nel primo anno ed ereditandone poi la fascia da capitano. Proprio nel suo penultimo anno nella massima serie con le Rondinelle stabilisce il suo record assoluto di marcature, iscrivendo il suo nome nei tabellini per ben nove volte, tuttavia, non sufficienti per salvare la squadra dalla retrocessione. Chiude ad Ascoli, nella seconda parte del campionato 2006-07, trovando due volte la via del gol in sette partite disputate.

3. Pavel NEDVED – 73 reti

Il Pallone d’Oro del 2003 brilla sulla sua bacheca. D’altronde è stato uno dei migliori interpreti di sempre nel suo ruolo, abbinando a qualità atletiche incredibili, una tecnica sopraffina degna dei più grandi di ogni epoca. La sua tigna e il suo carattere sono diventati un emblema, sinonimo di chi non si arrende mai alle difficoltà. Forse il suo unico rimpianto è rappresentato da quel cartellino giallo comminatogli in occasione della semifinale di ritorno contro il Real Madrid nel 2002-03 che gli costò la partecipazione alla finalissima di Manchester contro il Milan. Il suo pianto disperato restituiva solo parzialmente la delusione di non poter dare una mano alla sua squadra nel momento del bisogno. Pavel ha sempre dato il suo cuore, alla Lazio – che lo ha portato in Italia dopo un meraviglioso Europeo del 1996 con la Repubblica Ceca – come alla Juventus, diventandone uno dei simboli immarcescibili. Impossibile elencare tutte le sue qualità, ma rimangono su tutte la determinazione e la classe. Segna il suo record di reti in Serie A nel 1997-98, quando in panchina c’è Sven-Göran Eriksson, ma spesso e volentieri – anche dopo il suo passaggio alla Juventus per 75 miliardi di lire – va vicino alla doppia cifra. L’attaccamento ai colori bianconeri lo si evince nel 2006-07, quando disputa il campionato di Serie B con la Vecchia Signora, per riportarla immediatamente in Serie A. Lì dove le compete. Si ritira a trentasette anni dopo una carriera incredibile, piena di successi.

2. Cristiano DONI – 76 reti

È il miglior marcatore di sempre nella storia dell’Atalanta e proprio alla Dea ha indissolubilmente legato il suo nome e le sue (s)fortune. Che la sua carriera avesse una traiettoria particolare lo si capì quando, dopo aver esordito in Serie A con il Brescia, passò ai cugini orobici l’anno successivo, diventandone uno degli uomini-simbolo. La sua particolare attitudine in zona-gol nel 2001-02, durante la quale realizzò ben sedici reti, convinsero Trapattoni a portarlo in Giappone e Corea in occasione dei Mondiali del 2002 al posto di Roberto Baggio. Dopo tre anni anonimi fra Sampdoria e Mallorca, Cristiano è tornato nella sua Bergamo, infrangendo tutti i record realizzativi e lasciando il calcio giocato nel 2011 a causa del coinvolgimento nel calcio-scommesse che ne hanno compromesso non poco l’immagine. La squalifica di tre anni e mezzo pose fine alla sua carriera in maniera irrimediabile. Solo molti anni dopo giungeranno le assoluzioni – mancanza di prove (2016) e prescrizione (2019) – nei processi che lo vedevano coinvolto.

1. Ricardo Izecson KAKÀ – 77 reti

La faccia da bravo ragazzo. «Ma chi abbiamo preso? Uno studente universitario?». Con queste parole venne accolto da Carlo Ancelotti nel primo giorno in cui Ricardo Kakà sbarcò a Milanello dopo un viaggio intercontinentale da San Paolo. Neanche lui avrebbe pensato di avere un campione fra le mani. Eppure Ricardo aveva tutto quello che un centrocampista offensivo moderno dovrebbe avere. Ricardo lo aveva e ne dava la dimostrazione con continuità di rendimento impressionante. C’era da fidarsi, dunque, dei consigli di Leonardo che lo scoprì nel 2003. E infatti il giovane brasiliano impiegò pochissimo tempo a spodestare Rui Costa nelle gerarchie del tecnico di Reggiolo. Che avrebbe fatto breccia nel cuore dei suoi tifosi lo si capì da subito, grazie al primo gol, affatto banale, giunto in un derby dominato per 3-1. Nel 2006-07 visse una stagione da dominatore: vinse la Champions League, laureandosi re dei cannonieri della competizione. Una stagione magica, sublimata con il Pallone d’Oro conquistato a furor di popolo. Ceduto nel 2009 dopo un’incredibile stagione da sedici gol (tutti in campionato) per oltre 67 milioni al Real Madrid, tornerà a Milano dopo quattro anni in chiaroscuro con le Merengues. Segna le sue ultime sette reti in campionato, prima di salutare definitivamente i tifosi del Diavolo e scrivere l’ultimo capitolo di una storia indimenticabile. Ne ha fatta di strada lo studente universitario.

di Nando Di Giovanni