Tutti i giocatori che hanno collezionato una presenza in campionato nell’Inter dal 1990 al 2010
11 Aprile 2021
Ci sono giocatori che per dare il meglio di sé stessi hanno bisogno di sentirsi amati e protetti, uomini che per raggiungere le massime prestazioni necessitano di avere l’affetto e la stima dei tifosi e della città.
Spesso tutto questo è legato ad una squadra specifica e, inspiegabilmente, al momento di lasciare il lido sicuro per salpare verso l’orizzonte, questi non riescono ad esprimersi, finendo per mettere in mostra la copia sbiadita di loro stessi nelle esperienze lontano da “casa”.
È il caso dell’uruguaiano Antonio Pacheco, un ragazzo come tanti cresciuto in una delle due sponde del Rio de la Plata – angolo di mondo dove il calcio è sentito giusto un tantino in più del normale – precisamente nella capitale Montevideo, tifosissimo di una delle squadre della sua città e con il sogno di poterci giocare, un giorno, in quella squadra.
E i sogni a volte riescono addirittura a superare la realtà, tanto che Tony negli anni diventa idolo indiscusso, protagonista del quinquenio de oro aurinegro della seconda metà degli anni novanta, dove il Peñarol vince quattro campionati su cinque e lancia Pacheco verso una sicura carriera nei grandi club europei.
Così purtroppo non sarà e, ad ogni tentativo di “sbarcare il lunario” corrisponde un ritorno alle origini (saranno quattro in totale), dove Antonio riesce a farsi amare sempre di più, consolidando un legame con la sua gente diventato indistruttibile.
Negli anni si è visto dedicare dai suoi hinchas soprannomi, canzoni e perfino un libro, ma l’ultima parte della sua carriera è quella degna della miglior sceneggiatura hollywoodiana. Tornato per la quarta volta in patria a trentasei anni dopo una parentesi annuale in Argentina per rimettersi ancora una volta in gioco El genio – altro soprannome dedicatogli – si infortuna gravemente in uno scontro di gioco, tibia e perone fratturati e sei mesi di stop che, a quell’età, per la maggior parte dei calciatori vorrebbe dire carriera finita. Non per Pacheco, che supportato dai suoi amati tifosi torna in campo e nel torneo di Clausura 2013 si riprende la titolarità nel Clàsico contro il Nacional segnando il gol del vantaggio dei suoi dopo pochi minuti di partita e aprendo le danze per il 3 a 0 finale, prima di trascinare la squadra alla vittoria del campionato con l’incredibile tripletta segnata nella finalissima ai danni del Defensor Sporting, ultimo acuto di una carriera cominciata e finita nel suo equipo e chiusa nel 2015 semplicemente come El ultimo idolo de Peñarol.
E poco importa se altrove Tony non abbia mai lasciato il segno, se non sia mai stato un giocatore importante in Europa, perché certe volte è solo l’aria di casa che ci fa sentire supereroi.
Pacheco è stato anche una meteora dell’Inter nella stagione 2000/01, con una sola presenza in campionato e una in Coppa UEFA. Nel giorno del suo compleanno vogliamo fargli gli auguri a modo nostro, perciò abbiamo rispolverato gli archivi nerazzurri per cercare tutti i calciatori ad aver collezionato una sola presenza in campionato dal 1990 al 2010.
Tra acquisti non azzeccati e promettenti giovani della primavera, troverete dei nomi difficili da ricordare anche per l’uomo con più memoria al mondo.
Ilario ALOE

Nato nel 1986 a Varese, Aloe fa il suo esordio con la maglia dell’Inter, e in Serie A, nell’ultima giornata della stagione 2005/06, entrando dalla panchina insieme ad altri due suoi compagni, anch’essi all’esordio. Viene prelevato nel 2004 dal Varese per far parte della Primavera nerazzurra, con cui gioca per due stagioni vincendo la Coppa Italia di categoria nel 2006. Quella interista resta la sua unica apparizione nel massimo campionato, nelle successive annate milita nelle fila di Ravenna, Ascoli, Varese, Pro Patria e Siracusa tra serie B e C.
Marco BAROLLO

Il centrocampista milanese cresce nelle giovanili dell’Inter, il suo esordio nei professionisti avviene però in Serie B con la maglia del Lecce nella stagione 91/92, dove mette insieme quattordici presenze e un gol. L’anno successivo è inserito nella rosa nerazzurra, ma sarà un’annata di transizione per Barollo, che non scende mai in campo. L’esordio interista avviene nel 94/95, dopo i due prestiti alla Ternana e ancora al Lecce, presenza che resterà l’unica con la Beneamata, prima dei passaggi a Venezia, Brescia (con cui vince un campionato di Serie B), Cesena ed Empoli. È il cofondatore insieme al compianto Stefano Borgonovo della scuola calcio della società VIS Nova nella città di Giussano.
Tijani BELAID

Altro vincitore della Coppa Italia Primavera 2006, all’Inter dal 2004 al 2007. La sua unica presenza nerazzurra è datata 29 maggio 2005, nello 0 a 0 contro la Reggina all’ultima giornata di campionato, dove Belaid sostituisce Vieri al minuto 80. Nel 2007 l’Inter lo gira in prestito al PSV nella speranza di vedersi restituito un giocatore più pronto per il campionato italiano, ma al termine della stagione viene ceduto a titolo definitivo allo Sparta Praga, con cui riesce a segnare all’esordio in Champions League e vive le quattro migliori stagioni della sua carriera. Dopo una sfilza di trasferimenti in varie squadre europee e africane, attualmente milita in Kyrgyzistan nelle fila del FC Alay Osh.
Davide CECOTTI

L’esordio di Cecotti in maglia nerazzurra avviene il 29 marzo 1992 in un modo alquanto casuale. L’Inter, orfana dello squalificato Zenga, si presenta al match contro il Torino con il secondo portiere Beniamino Abate in campo e con l’estremo difensore della Primavera Cecotti in panchina, al minuto settanta Abate viene espulso per un fallo ai limiti dell’area ai danni di Lentini, così il diciottenne Cecotti si ritrova “con le mani tremanti”, come diceva il servizio dell’epoca, a difendere la porta dell’Inter. Quella di San Siro rimane la sua unica presenza in A. Vive una carriera nelle serie inferiori fino al ritiro nel 2010.
Fabio DI SAURO

L’Inter ne detiene il cartellino fino al 1999, ma la sola stagione in cui Di Sauro è presente nella rosa nerazzurra è quella 93/94, che corrisponde con la sua unica presenza, datata 8 aprile 1994 nel 4 a 1 ai danni del Lecce, dove prende il posto di Ferri al diciannovesimo della ripresa. Il resto della carriera del ragazzo cresciuto nelle giovanili della Beneamata è composto da varie esperienze annuali tra cadetteria e Serie C.

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