I giovani talenti di Euro 2004: di alcuni stiamo ancora aspettando la definitiva esplosione
4 Giugno 2020
La scelta, solitamente, si riduce al più classico dei dubbi amletici. Cosa guardiamo stasera in televisione? Il kolossal dalla solida trama, ben consolidata, qualche colpo di scena, ma alla fine vincono quasi sempre gli stessi oppure ci si dà alla “sperimentazione” con quel film di un regista minore, dai nomi non necessariamente altisonanti, ma con un finale a sorpresa? Nell’epoca delle polarizzazioni e delle prese di posizione, c’è per fortuna un valido alleato in grado di poter accontentare entrambe le fazioni con il democratico metodo dell’alternanza.
Eh sì, perché il plot sui cui si dipanano spesso e volentieri Mondiali ed Europei danno modo ad entrambi gli aficionados dei due filoni di trovare egual soddisfacimento. Se nella kermesse iridata i padroni del mondo si riducono ad un nugolo ristretto di squadre, la stessa cosa non può dirsi della manifestazione continentale che, notoriamente, snocciola qui e lì sorprese a ripetizione. Si dia un’occhiata all’esito dell’Europeo datato 2016 per avere un’idea.
Ed è per questo che il torneo può rappresentare il palcoscenico perfetto per consentire ai giovani calciatori sparsi sul suolo continentale di mettersi in mostra, talvolta per la prima volta, in eurovisione.
In occasione degli Europei di Portogallo nel 2004, valanghe e valanghe d’inchiostro si sono riversate per celebrare la vittoria della Grecia di Otto Rehhagel, fautrice di un ritorno al classicismo – emblema squisitamente ellenico – che ha portato al successo finale seguendo a menadito uno dei dogmi perpetratisi a noi sin dagli albori: difesa e contropiede. Per realizzare il suo “colpo gobbo”, però, il tecnico tedesco si è affidato ad una rosa piuttosto esperta: infatti, dando una rapida occhiata al roster greco balza subito all’occhio l’elevata “stagionatura” dei principali protagonisti, considerando come la figura dei babies la facciano i ventitreenni Giourkas Seitaridis e Dimitrios Papadopoulous.
Quindi? Non è un Europeo per giovani? Tutt’altro, vista e considerata la mole tecnica dei protagonisti Under 21 (i nati tra il 1983 e il 1986) che hanno preso parte alla manifestazione lusitana. Sono giovani, sono forti e fanno girare la testa a mezza Europa. Ma per questa volta non saliranno sul gradino più altro del podio. Per alcuni sarà soltanto questione di tempo. Per altri, sarà solo un sogno di mezza estate.
Igor AKINFEEV – 1986

L’estremo difensore russo ha soltanto diciotto anni e gli altri due colleghi che il commissario tecnico Jarcev porta con sé in Portogallo – Ovchinnikov e Malafeev – sanno di avere le ore contate. Igor non gioca neanche un minuto in questo Europeo, ma diventerà ben presto l’unico padrone della porta dei russi. Ed il suo regno dura tutt’ora. Monumento della CSKA Mosca, con la quale ha esordito a sedici anni, parando anche un calcio di rigore nel giorno del debutto. Se non è un predestinato lui…
Tranquillo BARNETTA – 1985

Credits: Matthew Lewis Getty Images
Jakob Köbi Kuhn, commissario tecnico della nazionale elvetica, porta con sé il diciannovenne Tranquillo che, a dispetto del nome, sta mettendo a ferro e fuoco gli equilibri della SuperLeague svizzera con sorprendenti prestazioni che stanno facendo la fortuna del San Gallo. L’esperto tecnico non lo farà scendere in campo, ma gli farà respirare per la prima volta l’aria della grande manifestazione. E ci farà l’abitudine. Infatti, Barnetta prenderà parte a tutte le manifestazioni alle quali parteciperanno i Rossocrociati da qui alle qualificazioni per gli Europei del 2016. Bandiera del Bayer Leverkusen – club con il quale disputa sette campionati – ha appena appeso gli scarpini al chiodo dopo un’esperienza oltreoceano con i Philadelphia Union ed il ritorno nella “sua” San Gallo.
Valeri BOJINOV – 1986

Il talento di Valeri viene notato da un “vecchio volpone” che sta facendo la fortuna di una piccola squadra italiana, rimpolpando il suo settore giovanile di talenti provenienti da mezza Europa. Il direttore sportivo dei salentini, Pantaleo Corvino, sta costruendo, mattone dopo mattone, le fortune del Lecce e l’arrivo dell’allora quattordicenne bulgaro è solamente l’ultima di decine di intuizioni felici da parte del pugliese. Valeri, nonostante la sua giovane età, ha già dalla sua quarantacinque partite disputate in campionato fra Serie A e B e proprio durante la manifestazione debutta con la sua Nazionale sotto il diluvio di Guimarães contro l’Italia. Con la Bulgaria accumula in totale quarantatré presenze e, curiosamente, il suo ultimo gettone viene giocato contro gli Azzurri.
Vladimir BYSTROV – 1984

Credits: Adrian Dennis – AFP via Getty Images
Diciotto minuti nella sconfitta contro i padroni di casa del Portogallo. Si limita a questa partentesi il contributo dell’ala dello Zenit San Pietroburgo che, in patria, veste la maglia da titolare del suo club ormai da due anni. Mentre in patria Bystrov veste le maglie più prestigiose del panorama nazionale, “rimbalzando” sulla direttrice fra Mosca – lato Spartak – e San Pietroburgo, con l’Armata Rossa non riesce a dare il suo contributo durante le manifestazioni continentali. Se si pensa che, nel 2008 riesce a mettere insieme soltanto venticinque minuti in due partite.
CRISTIANO RONALDO – 1985

Il beniamino di casa ha tutti gli occhi del Portogallo e del resto del Mondo su di lui. È il teenager più costoso della storia del calcio. Ed il suo acquirente risponde al nome di Alex Ferguson. Condizioni sufficienti per insignirlo del titolo del successo finale prima ancora che inizi il torneo. Ha soltanto diciannove anni, Cristiano Ronaldo, quando tutta la sua Nazione lo trascina verso la Coppa Henri Delaunay. Peccato per i loro piani perché a far da guastafeste ci sono i greci, i quali rovinano prima l’esordio e poi la finale. La ferita fa male, è vero, ma Cristiano Ronaldo avrà il tempo e il modo di consolarsi con gli anni a venire. Ci sarà riuscito?

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