I laureati più famosi dell’Academy: Jermain Defoe l’ultimo di una gloriosa serie
7 Ottobre 2020
Joe COLE
Harry Redknapp è uno che ha occhio e buon gusto. Uno che l’Academy la conosce, uno che nell’arco di pochi anni è riuscito a calare anche la terza carta di una scala reale tutta targata West Ham. Eh già, perché dopo Frank e Rio, è sempre lui a dare spazio nel 1999 a un giocatore che ha fatto impazzire gli appassionati, vero e proprio feticcio in numerosi videogiochi di calcio. Signori, dobbiamo davvero dirvi di chi stiamo parlando? Ma ovviamente di Joe Cole, trequartista, ala, tecnica, corsa, dribbling e grande visione di gioco. Giocatore di valore assoluto, sui campi e nelle console. L’esordio in FA Cup, gli anni da protagonista con gli Hammers, fino al passaggio al Chelsea nel 2003 (il West Ham è appena retrocesso in Championship). Sette anni a Stamford Bridge dove vince qualsiasi cosa risulti possibile vincere in Inghilterra. Dopo i Blues, Cole veste la maglia del Liverpool, del Lille, torna una stagione ad Upton Park per vestire di nuovo la maglia del West Ham, poi Aston Villa, Coventry City e l’esperienza americana con il Tampa Bay Rowdies. Di fatto, Joe è uno dei talenti più cristallini del calcio inglese degli ultimi anni, probabilmente non a caso nato e cresciuto all’interno del vivaio dell’Academy of Football del West Ham.
Michael CARRICK
Giovanili degli Hammers, poi le esperienze in prestito prima allo Swindon Town poi al Birmigham City, per tornare ad Upton Park nel 2000 e prendere pieno possesso del centrocampo del West Ham. Mediano per eccellenza, centrocampista completo nel prosieguo della sua carriera, Michael Carrick, classe 1981, ha esordito con gli Irons nel 1999 in una gara di Intertoto. Interdizione e costruzione, buon tiro dalla distanza, Carrick è da subito protagonista nell’undici degli Hammers, mostrando in più di una occasione un forte attaccamento alla causa degli Hammers. Nell’annus horribilis 2002-03 il West Ham retrocede, e i grandi club della Premier fanno incetta dei giocatori migliori. Michael è certamente uno di questi, ma sceglie di rimanere a giocare con la squadra. È un tassello fondamentale della sua crescita: gioca, e lo fa bene. L’anno successivo firma per il Tottenham e dopo le prime difficoltà diventa un tassello fondamentale degli Spurs. Talmente importante da attirare i fari e le attenzioni del Manchester United: è il 2006 quando Carrick sbarca ad Old Trafford, ereditando il numero di maglia (il 16) e più o meno il ruolo di uno dei totem dei Red Devils, il signor Roy Keane. Sarà punto fermo dello United per i successivi dodici anni, diventandone il capitano nel 2017 dopo l’addio di Rooney. Non serve sottolineare che con il Manchester United Carrick matura del tutto, vincendo una impressionante serie di trofei, nazionali e internazionali. Su tutti spicca la Coppa dei Campioni del 2008, vinta nel derby inglese contro il Chelsea.
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