Privacy Policy I migliori talenti del 1980, il Rosicky di fine anni '90 era sicuramente da podio, a fine carriera si ritrova ottavo - Pagina 2 di 6

I migliori talenti del 1980, il Rosicky di fine anni ’90 era sicuramente da podio, a fine carriera si ritrova ottavo

5 Ottobre 2021

25. Enzo MARESCA

Giovanissimo, viene acquistato dal West Bromwich Albion, che lo preleva dal Cagliari: esordisce tra i professionisti in terra d’Albione, per poi tornare dalla porta principale all’inizio del 2000 e vestire la maglia della Juventus, con la quale esordisce in Serie A. Centrocampista talentuoso sì, ma non a sufficienza per guadagnarsi la titolarità con la Vecchia Signora che, infatti, lo manda in prestito prima a Bologna, poi a Piacenza. La svolta avviene nel 2005 quando il Siviglia lo acquista e diventa un perno della squadra andalusa. Un rapido passaggio all’Olympiakos per chiudere la parentesi iberica con il Malaga. Torna in patria nel 2012 per sposare le cause di Sampdoria, Palermo e infine Verona.

24. Javier Ernesto CHEVANTON

Chevanton e quel Sant'Oronzo di 19 anni fa | Leccezionale Salento

Non si può iniziare questa didascalia senza il “Din Don”.
Gli anni a Lecce sono un tripudio di emozioni, poi il grande salto al Monaco e al Siviglia senza entrare troppo nei meccanismi dei due club.
Un numero 9 con dei colpi da numeri 10, (vedere la punizione in Lecce-Milan), forse siamo troppo di parte, ma ha raccolto solo il 20% di quello che poteva dare, talento incredibile.

23. Martin Gaston DEMICHELIS

Difensore roccioso, alto e forte. Buone chiusure, stacco di testa da altezze siderali e pochissimi fronzoli. Demichelis si è messo in risalto al River Plate, per poi volare in Germania al Bayern Monaco. Lì il centrale argentino ha trascorso sette anni, portandosi a casa undici dei sedici titoli vinti in carriera. Transiterà anche da Malaga prima di fermarsi tre stagioni al Manchester City. Con la nazionale Albiceleste è stato impiegato cinquantuno volte. Rendimento alto, sempre solido, ma anche un po’ lento a causa della stazza.

22. Stephen APPIAH

Vincere un Mondiale Under 17 a quindici anni ancora da compiere. Questo dà la dimensione di un calciatore scoperto giovanissimo in Ghana e sbocciato in Italia, passato anche dal Fenerbahçe e dal Vojvodina Novi Sad. Ha vinto sei titoli nazionali, senza riuscire ad affermarsi in campo internazionale; è stato convocato per le Olimpiadi 2004 e con le Black Stars ha disputato sessantasette gare, contribuendo alla causa con quindici reti. Nel Bel Paese ha vestito le maglie di Udinese, Parma, Brescia, Juventus, Bologna e Cesena, bagnando sempre il terreno di gioco con il sudore e garantendo prestazioni di qualità e sostanza. Nato come interno di centrocampo, poteva ricoprire anche il ruolo di regista, con doti di gestione della palla, buona incursione in fase offensiva, facilità di corsa, un’ottima tecnica e grande personalità.

21. Sebastian DEISLER

Molti amanti dello sport con la palla che rotola sul rettangolo verde hanno sicuramente un rammarico: quello di non aver potuto vedere Sebastian al top della sua forma per tutta la durata della sua carriera. Deisler, infatti, ha superato spesso e volentieri i suoi avversari con le sue evoluzioni e le sue veroniche, ma spesso ha dovuto chinar la testa dinanzi ad un nemico ben più insidioso, come la depressione. I suoi infortuni, come se non bastasse, lo hanno spesso e volentieri frenato: le sue avventure con Borussia Mönchengladbach, Hertha Berlino e Bayern Monaco hanno lasciato pochi ricordi felici e tanti rimpianti.