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I nomi o cognomi dei calciatori italiani nostalgicamente più curiosi di sempre

7 Ottobre 2021

Oberdan BIAGIONI

Oberdan Biagioni e Igor Kolyvanov

Difficile trovare altri fantasisti come Oberdan. Il suo talento è una perla rara e chi lo ha visto danzare con un pallone fra i piedi ne è rimasto puntualmente incantato. Cresce nelle giovanili della Lazio, ma inizia far sentire il proprio nome durante l’esperienza a Cosenza: con Edy Reja in panchina, infatti, vede sfumare all’ultima giornata la clamorosa promozione in Serie A. Tuttavia, l’arrivo nella massima serie si concretizza comunque per volere di Zeman che lo chiama nel suo Foggia per la stagione 1992-93.  Dopo un prestito di un anno all’Udinese, chiude la sua esperienza in A tornando fra i Satanelli nel torneo 1994-95. Vive le sue migliori stagioni dal punto di vista realizzativo nella Fidelis Andria. Chiude nel 2004, non prima però di esser ripassato dalle parti di Cosenza a cavallo del millennio.

Vladimiro CARAMEL

Vladimiro Caramel abbracciato da Giovanni Pisano

Nasce ad Asmara, capitale dell’Eritrea ed ex colonia italiana, ma cresce calcisticamente nel Lanerossi Vicenza. È un fantasista in grado di mandare in rete con facilità i suoi compagni d’attacco. Dopo un buon biennio con il Licata, viene chiamato dalla Salernitana e nel 1993-94 sbarca finalmente da titolare in Serie B dov’è titolare nel Cosenza post-Biagioni. L’anno successivo fallisce per un pelo la clamorosa salvezza tra i cadetti con la maglia dell’Acireale. Rimarrà in Sicilia fino al termine della sua carriera nel 2003, se si escludono alcuni mesi di passaggio al Savoia di Torre Annunziata nel 1997.

Giovanni DEOGRATIAS

Non fosse stato per il suo passaggio a Messina nel novembre del 1993, Giovanni Deogratias avrebbe trascorso tutta la sua carriera in riva all’Adriatico. Non potrebbe essere quasi altrimenti per il centrocampista nato a Cartoceto, alle spalle di Fano. La sua parabola calcistica si esaurisce interamente sulla riviera marchigiana e romagnola, passando da Fano, a Rimini fino a Ravenna, poi ad Ancona per tornare infine a Fano. Disputa cinque campionati di Serie B e partecipa alla storica promozione dei dorici in Serie A. Tuttavia, vedrà i suoi compagni di squadra giocarsela coi più grandi dalla tribuna o dalla panchina, senza mai scendere in campo.

Roberto MALTAGLIATI

È stato uno dei simboli del Torino nella seconda metà degli anni ’90. Dopo il suo arrivo alla corte dei granata dal Parma, infatti, Maltagliati ha vestito la gloriosa casacca del Toro per ben 173 volte in campionato. Nel crepuscolo della sua carriera, il difensore centrale riesce comunque a ritagliarsi uno spazio: prima a Piacenza, accompagnando gli emiliani alla promozione in Serie A, poi con l’Ancona e il Cagliari, inanellando un incredibile filotto di quattro salti di categoria dalla cadetteria alla massima serie.

Massimiliano NARDECCHIA

Viterbese 1998-99
In piedi: Massimiliano Nardecchia, Patrizio Fimiani, Costantino Borneo, Mauro Valentini, Ivano Trotta, Luciano Foschi.
Accosciati: Davide Baiocco, Carmine Parlato, Giovanni Renna, Fabio Liverani, Michele Padano.

Il difensore è uno dei fiori all’occhiello del Torino che vince il Campionato Primavera 1984-85. Nardecchia è il perno difensivo di una squadra che annovera fra i suoi effettivi futuri campioni come Lerda, Comi, Osio e Scienza. Nel 1985 va al Piacenza e con i biancorossi centra la promozione nel campionato successivo. Nel 1989-90, dopo un anno a Monza, finisce alla Lazio nell’ambito dello scambio fra i brianzoli e i capitolini per Di Biagio. In biancoceleste racimola soltanto sei presenze e al termine dell’anno scende direttamente in C1 al Mantova, prima di diventare un simbolo della Viterbese di Gaucci.

Felice FALAGUERRA

A discapito del cognome, Felice fa il calciatore. Ed anche con buoni risultati. Dopo esser cresciuto nelle giovanili del Cagliari, infatti, il ragazzo di Morcone in provincia di Benevento, riesce a farsi un nome fra la Serie C1 e la C2, vivendo gli anni migliori della sua carriera con le maglie di Castel di Sangro, Olbia e Matera.

Eugenio SGARBOSSA

Non fate quella faccia da punto interrogativo. Eugenio Sgarbossa è stato uno dei cardini della Reggiana che conquistò la Serie A nella prima parte degli anni ’90. Difensore arcigno e preciso, il nativo di Cittadella, prima di consacrarsi nella piazza emiliana, ha lasciato profonde tracce del suo passaggio nel Monopoli del presidente Bellomo (qui, forse, solo gli utenti stagionati ricorderanno il presidente dei biancoverdi pugliese). Cinque stagioni allo stadio Mirabello gli sono valse un posto nel cuore dei tifosi granata che vanno dagli -anta in su.