I nostri 20 portieri sudamericani preferiti (e forse anche più nostalgici)
27 Agosto 2021
10. Hugo Orlando GATTI

Definirlo eccentrico o istrionico appare decisamente riduttivo. Hugo Gatti è stato il prototipo del portiere-acrobata. Un vero e proprio personaggio, dentro e fuori dal campo. Le sue movenze feline ed un talento innato gli consentono di avere tuttora il primato di calciatore con il maggior numero di presenze nel campionato argentino (755), mentre i tifosi lo osannavano anche per il suo look: è stato uno dei primi a sfoggiare divise colorate, indossava la sua iconica bandana fra i capelli e non era raro vederlo uscire palla al piede dalla sua area per lanciare l’azione d’attacco dei compagni di squadra. Unico El Loco.
9. JULIO CESAR Soares Espindola

L’Acchiappasogni ha fermato e respinto migliaia di palloni, molti quasi impossibili, per realizzare i desideri dei suoi compagni di squadra e, soprattutto, dei suoi tifosi. Dopo una carriera nel Flamengo in Brasile, l’Inter lo vuole per fargli vestire i panni di dodicesimo di Toldo. Un inverno “parcheggiato” al Chievo Verona per prendere confidenza con l’Italia e Julio Cesar scavalca con l’andar del tempo il numero uno ex Fiorentina per prendere la titolarità della porta nerazzurra. Il 2010 è il suo anno d’oro, protagonista indiscusso nella semifinale di ritorno contro il Barcellona, durante la quale ha eretto un muro davanti agli attacchi blaugrana. Stile e concretezza. Tanto da essere immortalato nella sigla della Champions League.
8. Ubaldo Matildo FILLOL

Alza la Coppa del Mondo del 1978 nel catino ribollente del Monumental di Buenos Aires con il numero 5 sulle sue spalle. Fillol è uno degli eroi dell’Albiceleste che più lasceranno il segno nelle memorie dei tifosi della Nazionale. Menotti lo vuole con sé nel ruolo di riserva di Gatti, ma un infortunio del Loco gli consegna la maglia da titolare che sembrava persa. E non la lascerà più fino a qualche anno prima del trionfo in Messico dei suoi compagni di squadra.
7. . Nelson de Jesus Silva DIDA

Giunge a ventisei anni a Milanello con un buon palmares, ma nulla che facesse pensare di trovarsi dinanzi ad uno dei portieri migliori della sua generazione. Sebbene sia vittima – talvolta troppo spesso – di alcune amnesie, Dida ha trovato a Milano il suo Eldorado alzando al cielo un’incredibile quantità di coppe e trofei. Spiccano le due Champions League e i due Mondiali per Club che Nelson può vantare di aver vinto con due squadre: Corinthians e, appunto, Milan.
6. Ladislao MAZURKIEWICZ Iglesias

Sebbene il nome tradisca origini polacche, Ladislao è unanimemente riconosciuto come il miglior numero uno nella storia dell’Uruguay. El Arquero Negro, così soprannominato per la sua divisa scura, sopperiva alla sobrietà del suo look con interventi spettacolari ed un’agilità difficili da trovare anche nei suoi colleghi più quotati. Disputò tre Mondiali difendendo la porta della Celeste dal 1966 al 1974 e, sebbene durante la kermesse in Germania Ovest il suo Uruguay fu rapidamente estromesso, la FIFA lo premiò come terzo miglior portiere del torneo.

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