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La classifica dei più prolifici goleador stranieri nella storia della Roma

13 Aprile 2022

6. Mirko VUCINIC – 64 reti

È stata una delle tante scoperte di Pantaleo Corvino, che nel 2000 lo portò a Lecce, appena diciassettenne. Mirko Vucinic, attaccante montenegrino dalle grandi doti tecniche, spesso nascoste dall’indolenza, arriva a Roma nel 2006, dopo un biennio di crescita e gol in Salento, con Zdenek Zeman. Il primo anno nella Capitale è piuttosto complicato, anche a causa di un problema al menisco. Nella stagione 2007-08, dopo un gol in Champions League contro lo Sporting Lisbona, si sblocca, diventando pedina fondamentale della Roma, con cui sfiorerà due scudetti. Nelle cinque stagioni in giallorosso ha realizzato sessantaquattro gol.

5. Rudolf VÖLLER – 68 reti

A Roma, il Tedesco Volante è ricordato con immenso affetto. Perché Rudolf Rudi Völler, centravanti tedesco Campione del Mondo nel 1990, ha incarnato alla perfezione lo spirito romanista. Attaccante forte con i piedi e di testa, lottava su ogni pallone senza mai risparmiarsi. Cinque anni in giallorosso, dal 1987 al 1992: un inizio difficile, poi la progressiva esplosione. Nel 1991 raggiunge la finale di Coppa UEFA e vince la Coppa Italia, risultando il capocannoniere di entrambe le manifestazioni. Se ne va con sessantotto gol all’attivo: tornerà nel 2004 per una fugace e sfortunata esperienza da allenatore, senza minimamente scalfire i ricordi lasciati da calciatore.

4. Dino DA COSTA – 79 reti

Indimenticabili le sue sfide con il portiere biancazzurro Roberto Bob Lovati. Dino Da Costa, talentuoso attaccante brasiliano giunto alla Roma nel 1955 dal Botafogo, segnò ben dodici gol alla Lazio (come Francesco Totti): lui, però, ne ha sempre rivendicato un tredicesimo, a referto considerato autogol di Janich, realizzato in un derby vinto nel marzo 1960. Cinque stagioni e mezzo con la Roma, capocannoniere nel 1957, settantanove gol totali in maglia romanista, giocò la finale di andata della Coppa delle Fiere, prima di passare all’Atalanta. Rimasto sempre legato ai colori giallorossi, era nato nel 1931: ci ha lasciato nel 2020.

3. Abel Eduardo BALBO – 87 reti

Fu il primo (grande) colpo del presidente Franco Sensi. Lo portò a Roma nell’estate 1993, prelevandolo dall’Udinese per diciotto miliardi di lire. Sette stagioni in giallorosso per questo attaccante forte fisicamente, dotato di ottima tecnica e bravo nel gioco aereo. Dopo i primi cinque anni, nei quali realizzò ottantasette reti, tornò nella Capitale nel 2000: fondamentale uomo spogliatoio, contribuì così al successo del terzo scudetto romanista e alla Supercoppa successiva. Dal 2020 vive negli USA: ha aperto a Boston la “Balbo Soccer Academy”.

2. Pedro Waldemar MANFREDINI – 104 reti

Lo chiamarono Piedone, per una fotografia scattatagli mentre scendeva dall’aereo: la prospettiva ingannò tutti rispetto alla reale dimensioni dei suoi piedi. Pedro Waldemar Manfredini, attaccante argentino, è stato uno dei più forti nel suo ruolo. Con la Roma ha realizzato 104 gol, tra cui nove triplette (una nel derby) e due poker europei, avendo in campionato la media-gol più alta (0,571), tra gli altri, di Altafini, Maradona e Shevchenko. Arrivò alla Roma nel 1959 dal Racing Club di Avellaneda e vi rimase fino al 1965, vincendo Coppa delle Fiere e Coppa Italia. Classe 1935, ci ha lasciato nel 2019.

1. Edin DZEKO – 119 reti

Quasi più un “10” che un centravanti puro, visto il modo da “regista offensivo” con cui ha sempre interpretato il ruolo di attaccante. Edin Dzeko, Il Cigno di Sarajevo, è il calciatore straniero ad aver realizzato il maggior numero di gol in maglia giallorossa: 119. Arriva a Roma nel 2015, con un’operazione conveniente: quattro milioni di euro per il prestito, più undici per il riscatto. Prima stagione negativa e piena di critiche: nella seconda, invece, realizzerà ben trentanove gol complessivi e sarà capocannoniere della Serie A e dell’Europa League. Marcatore in molte partite europee della Roma – segnerà in tutte e quattro le gare di semifinale giocate – lascia i giallorossi dopo sei anni, per accasarsi all’Inter.

di Diego Angelino