Privacy Policy I portieri brasiliani ad aver giocato in Italia

I portieri brasiliani ad aver giocato in Italia

7 Ottobre 2020

Mettiamola così. Se il tempo si fosse fermato e vivessimo ancora nei mitici Anni ‘80 un articolo del genere probabilmente non avrebbe motivo di esistere. Inutile fingere per nascondere vecchi pregiudizi. Per tanti anni, i guanti verdeoro non hanno catturato l’attenzione del nostro pallone. Colpa, forse, di quell’indimenticabile 3-2 al Brasile nel Mundial del 1982 dove Paolo Rossi per ben tre volte trafisse un non irresistibile Valdir Peres.

In quegli anni era più facile sognare di portare in Italia un giocoliere, un funambolo carioca, di quelli che danzano sul pallone o che regalano magie, se c’è da immaginare un giocatore che viene dalla terra di Pelé. D’altronde in Serie A sbarcarono in quegli anni gente del calibro di Zico, Socrates e Falcão: come si fa a non pensarla così?

Eppure negli anni ‘90 qualcosa è cambiato e il pallone nostrano ha iniziato a prendere una certa confidenza anche con i portieri verdeoro. Il primo è Claudio André Taffarel, alla corte del Parma, il quale metterà le basi per quella colonia di portieri brasiliani chiamata a difendere i pali delle squadre nostrane più blasonate. Spesso con ottimi risultati. 

Claudio André TAFFAREL – Parma (1990-93) e Reggiana (1993-94)

La nostra carrellata di portieri verdeoro in Italia non poteva che iniziare da lui. Primo portiere brasiliano in Serie A, arriva al Parma come mossa commerciale, oltreché per le sue doti tecniche. Il patron Calisto Tanzi, infatti, lo investe del ruolo di uomo-immagine in Brasile per la Parmalat. Vince coi gialloblu una Coppa Italia e una Coppa delle Coppe, superando con le sue parate ogni cliché sugli estremi difensori carioca. La sua carriera raggiunge il top nel 1994, non tanto perché difende la porta della Reggiana ma perché, ahinoi, nella finale di USA ‘94 para un rigore a Massaro e si laurea Campione del Mondo con il Brasile. Eh già, il portiere della Reggiana che vince i Mondiali. Altro che nostalgia! Dopo una parentesi turca al Galatasaray, dove vince Coppa UEFA e Supercoppa UEFA, ritorna in Italia, ma la fede gli dice di smettere: mentre è in viaggio per Empoli per il suo primo allenamento, la sua auto ha un guasto e Taffarel, molto credente, interpreta questo episodio come un segno divino e decide non solo di non giocare coi toscani, ma addirittura di ritirarsi dal calcio giocato.

Nelson de Jesus Silva DIDA – Milan (2000-01 e 2002-10)

“Lo strano caso di dottor Jekyll e mister Hyde”. Non c’è opera migliore per cercare di descrivere le varie fasi della carriera di Nelson Dida. La storia col Milan non inizia col piede giusto: la goccia che fa traboccare il vaso è la papera contro il Leeds che costa, oltre alla sconfitta per rossoneri, tante critiche all’estremo difensore. Critiche che fanno però molto bene al brasiliano, capace di riconquistare la porta del Diavolo e di difenderla talmente bene – alcuni dei suoi interventi sono davvero miracolosi – da contendersi l’appellativo di miglior portiere al mondo con un certo Gigi Buffon. Nella mente di milanisti e juventini è ancora intatto il ricordo dei tre rigori parati nella finale di Manchester del 2003. Dida difenderà la porta del Milan fino al 2010, vincendo tra gli altri uno scudetto e due Champions League, ma non toccherà più le vette conquistate tra il 2002 e il 2004.

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