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I portieri brasiliani ad aver giocato in Italia

7 Ottobre 2020

Diego CAVALIERI – Cesena (2010)

A fargli da chioccia nel Palmeiras c’è Marcos. Il portiere del Brasile campione del Mondo nel 2002. Ricordate? Se le vostre amigdale non vi dicono nulla, non vi preoccupate. Forse rappresentava l’unico umano della Seleção durante la spedizione nippo-coreana fra Ronaldi, Rivaldi e Ronaldinhi vari. Tuttavia in patria è un mostro sacro ed il giovane Cavalieri fa fede al suo appellativo, aspettando il momento giusto per subentrare all’anziano collega. Ed è un infortunio del numero uno ad aprirgli la strada verso la porta: in due stagioni si prende il posto da titolare e non lo lascia più. Tanto da convincere i dirigenti del Liverpool ad offrirgli un contratto per investire su di lui. Gli zero minuti complessivi accumulati ad Anfield Road gli fanno capire che le premesse son rimaste tali. Contratto rescisso e via verso Cesena per bagnare la sua esperienza europea. Gli zero minuti complessivi accumulati al Dino Manuzzi gli fanno capire che, anche qui, le premesse son rimaste tali. Torna alla Fluminense per non dimenticare le basi del mestiere. 

ANGELO Esmael DA COSTA Junior – Varese (2008), Ancona (2008-10), Sampdoria (2010-15) e Bologna (2015-ora)

Angelo Esmael da Costa Junior vive la sua annata speciale nel 2008 dopo essere stato scoperto dal Varese in Serie C2 ed aver ratificato il passaggio all’Ancona in Serie B. Dopo due anni di apprendistato all’ombra del Conero, Angelo trova il suo debutto nella massima serie con la maglia dalla Sampdoria, di cui diviene il primo portiere straniero della storia. La sua prima in A, come per Doni, si intreccia alla carriera di Gianluca Curci. Quel 24 ottobre 2010, durante la sfida contro i nerazzurri, Da Costa entra dopo l’infortunio del portiere cresciuto nelle giovanili della Roma. Un minuto dopo, però, subisce la rete del pareggio di Samuel Eto’o. Poco male. Avrà tempo e modo di farsi apprezzare. Oggi milita nel Bologna, dove ricopre il ruolo di prima alternativa a Skorupski.