Le classifiche di ON: i migliori portieri italiani dal 1990 al 2006
27 Gennaio 2020
5. Stefano Tacconi
La diplomazia e la compostezza non facevano parte del suo DNA: le sue piccanti dichiarazioni rilasciate nei post-partita, spesso e volentieri, gli sono costate salatissime multe da parte della dirigenza bianconera. Ma Stefano Tacconi era così: intraprendente sia dentro che fuori dal campo. Lo scelse Boniperti, nell’estate del 1983, per raccogliere il pesantissimo testimone lasciato da Zoff dopo aver ben figurato con la maglia dell’Avellino. Difenderà i colori della Juventus per ben nove anni, durante i quali riuscirà a conquistare due scudetti, una Coppa dei Campioni, una Coppa Intercontinentale, una Coppa delle Coppe, una Coppa UEFA, una Supercoppa UEFA ed una Coppa Italia. Il suo carattere “verace” lo porterà a penalizzarlo nelle gerarchie di Maifredi prima e di Trapattoni poi, fino all’esclusione in favore di Angelo Peruzzi, che diventerà il suo erede. Chiude nel 1994 dopo due anni con la maglia del Genoa.
4. Francesco Toldo
Frank De Boer, Kluivert, Stam e Bosvelt probabilmente salteranno questa voce. Perché il 29 giugno del 2000, per loro, Francesco Toldo si rivela un vero e proprio spauracchio: sui sei rigori calciati dagli olandesi (compresi i due durante i 120 minuti) solo quello dell’ex centravanti del Milan (che aveva già sbagliato un penalty nei tempi regolamentari) va a segno, con l’Italia che in nove compie l’impresa eliminando i padroni di casa dell’Olanda e andando in finale. Pomeriggio di vera gloria per Toldo, che quell’Europeo non doveva nemmeno giocarlo, prima dell’infortunio di Buffon. Vero che poi l’Italia non vincerà, ma Toldo si rifarà con i club: Fiorentina e Inter gli regalano parecchi trofei. E in nerazzurro, seppur da secondo, si toglierà lo sfizio di vincere il Triplete prima di appendere i guantoni al chiodo.
3. Angelo Peruzzi
Il soprannome Cinghialone (dovuto all’imponente muscolatura) è già di suo motivo di profonda nostalgia. Ma Peruzzi era molto di più, considerato tra i migliori portieri italiani degli anni ‘90 e 2000 e reso celebre dalle sue spericolate uscite basse. Cresciuto calcisticamente nella Roma, vince praticamente tutto negli otto anni con la maglia della Juve (tre scudetti, una Coppa Italia, due Supercoppe italiane, una Champions League, una Coppa UEFA, una Supercoppa europea e una Coppa intercontinentale). Nel 1999/00 segue Lippi all’Inter e, nonostante la scialba annata della squadra, mette insieme prestazioni lodevoli che gli valgono la più alta media della Serie A nelle pagelle della Gazzetta dello Sport. L’anno successivo però i nerazzurri scelgono di puntare sul giovane Frey e Peruzzi opta per il ritorno a Roma, sponda Lazio: in biancoceleste vince una Supercoppa italiana e una Coppa Italia, chiudendo la carriera nel 2007. Un anno prima, è il secondo di Buffon nell’indimenticabile Mondiale in Germania.
2. Walter Zenga
Per lui si scomodò Gianni Brera, che gli affibbiò il soprannome di Deltaplano. Ma forse il soprannome che più ha fatto breccia nei cuori dei supporter nerazzurri è l’Uomo Ragno. Eclettico e concreto: due caratteristiche in apparente antitesi ma che, alla fine, lo hanno reso uno dei portieri italiani più forti nella storia del calcio, tant’è che l’IFFHS lo premia per tre volte di fila (dal 1989 al 1991) come miglior portiere dell’anno e lo piazza al ventesimo posto degli estremi difensori più completi di sempre. Colonna dell’Inter, con cui si aggiudica due Coppe UEFA oltre allo Scudetto dei Record del 1988-89. Con la maglia della Nazionale si ricorda l’eterno dualismo con Tacconi, spesso a suo appannaggio. La macchia dell’uscita a vuoto durante la semifinale con l’Argentina durante i Mondiali di Italia ’90 forse rappresenta l’unica macchia della sua carriera. Lasciò i nerazzurri nel 1994 per andare alla Sampdoria nell’ambito dell’operazione che porterà proprio Pagliuca a raccogliere la sua eredità. Complessivamente ha disputato 473 partite in tutte le competizioni vestendo la maglia dell’Inter.
1. Gianluca Pagliuca
Servirebbe un pezzo a parte per omaggiare il miglior para-rigori della Serie A: Gianluca ne ha neutralizzati 31 su 90, praticamente uno ogni tre. In estrema sintesi, il Gatto di Casalecchio è stato tra i portieri italiani più forti al mondo negli anni ‘90. Si ricordano di lui soprattutto i tifosi della Sampdoria e dell’Inter. Con i doriani vince lo scudetto del ‘91, tre Coppe Italia, una Supercoppa italiana e una Coppa delle Coppe, sfiorando la Coppa dei Campioni 1992, con Pagliuca che riesce a fermare il Barcellona per 111 minuti prima di essere trafitto dalla famosa punizione di Koeman. Con l’Inter, invece, alza al cielo la Coppa UEFA nel 1998. In Nazionale invece disputa un Mondiale da terzo portiere (1990) e due da titolare (1994 e 1998).
Dite la verità, emozionante questa carrellata eh? Alla prossima classifica!
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