I terzini sinistri dell’Inter dopo Roberto Carlos sono la cosa più bella che vedrete oggi
31 Ottobre 2021
Stefano ROSSINI

Dopo due stagioni in prestito al Parma in Serie B, Stefano torna all’ovile nel 1989 per maturare all’ombra di un gigante come Andreas Brehme, dal quale cerca di apprendere i rudimenti del mestiere. Nella stagione post-Scudetto dei Record il tecnico dei Nerazzurri, Giovanni Trapattoni, lo impiega spesso durante i finali di partita, schierandolo addirittura titolare in tre occasioni, contro Ascoli, Bari e Genoa: match che, curiosamente, terminano tutti sullo 0-0. Nei due campionati consecutivi viene girato in prestito a Fiorentina, Parma e Udinese. Dopo l’esperienza tra i cadetti con i friulani, ritorna nuovamente all’Inter, stavolta per dar fiato a De Agostini che, però, gli lascia solo le briciole. Per lui tre presenze nel 1992-93, prima della definitiva cessione all’Udinese.
Michele SERENA

Il veneziano arriva a Milano quando ormai si è incamminato lungo il viale del tramonto della sua carriera. Ha già vestito le casacche di Juventus, Sampdoria, Fiorentina ed Atletico Madrid, oltre a quella della Nazionale. Michele ha trent’anni quando l’Inter lo preleva dal Parma su indicazione di Lippi nel gennaio del 2000 per rinforzare la corsia mancina della difesa interista. Gli infortuni, però, ne condizionano sempre di più il rendimento, tanto da convincerlo al ritiro nel 2003 dopo la miseria di venticinque presenze racimolate in tre anni e mezzo.
Mikaël SILVESTRE

Il francese viene prelevato nel 1998 dopo un’estenuante trattativa portata a compimento da Sandro Mazzola che vede nel ragazzo originario della Guadalupa un investimento di grande prospettiva. Moratti ci crede e stacca un assegno da quattordici miliardi che versa nelle casse del Rennes. Silvestre, dunque, si presenta a Milano insieme ad un’infornata di giovani connazionali che rispondono al nome di Frey, Domoraud e Dabo. Il travagliato avvicendamento di Simoni con Lucescu consente a Mikaël di avere spazio nell’undici titolare, ma il suo unico squillo è rappresentato dal gol del pareggio che salva l’Inter dalla débâcle interna contro il Vicenza. Dopo diciotto presenze e molte prestazioni sotto la media, viene ceduto al Manchester United. Il suo addio viene salutato come una liberazione dai tifosi, ma Silvestre diventerà uno dei perni difensivi dei Red Devils.
Massimo TARANTINO

Il difensore palermitano è ormai una presenza fissa nell’undici titolare del Napoli da diversi anni. Dopo aver collezionato oltre cento gettoni complessivi fra campionato e coppe con la maglia azzurra, l’Inter di Roy Hodgson lo acquista per avere valide alternative nel suo scacchiere. Tuttavia, un gravissimo infortunio lo tiene via praticamente per tutta la stagione, tanto da riuscire a debuttare con la maglia nerazzurra soltanto nella stagione successiva, in occasione dei turni preliminari di Coppa Italia: parte titolare contro il Foggia superato per 3-2, mentre assiste dal campo allo show di Ronaldo in quel di Piacenza. Nel mese di settembre prende la strada di Bologna, insieme a Massimo Paganin, rimanendovi fino al 2002.
Paolo TRAMEZZANI

Nel 1989 inizia il periodo di formazione che lo porta prima a Prato, poi al Cosenza ed infine alla Lucchese. Dopo tre buone annate, mister Bagnoli decide di tenerlo con sé ed impiegarlo come sostituto di Luigi De Agostini, appena arrivato nel calciomercato estivo. All’ombra dell’ex juventino si ritaglia comunque il suo spazio, tanto da conquistarsi i galloni da titolare l’anno successivo. Un importante infortunio, però, ne limita l’impiego nella stagione che vede l’Inter aggiudicarsi la Coppa UEFA. Viene dirottato, dunque, al Venezia fra i cadetti nel 1994 e poi proprio al Cesena nell’annata in questione. Nel frattempo, non gli viene rinnovato il contratto e nel 1996 viene ingaggiato dal Piacenza di Bortolo Mutti.
Pierre Nlend WOME

È una vecchia conoscenza della Serie A, sebbene la carta d’identità del camerunense reciti “ventisei” alla voce età. Pierre Wome ha già alle spalle sei stagioni nella massima competizione nazionale (una rispettivamente con Brescia, Roma, Vicenza e tre con il Bologna), una fra i cadetti (sempre con il Vicenza), una in Liga (con l’Espanyol) e un’altra in Premier League (con il Fulham). Mancini lo accoglie in rosa con l’auspicio di poter valorizzare nell’economia nerazzurra i buoni segnali espressi nel torneo 2004-05 con le Rondinelle nonostante la retrocessione. Invece, il tecnico gli preferisce di gran lunga Favalli e dopo sole tredici esibizioni con i colori nerazzurri, saluta la Pinetina per accasarsi al Werder Brema.
di Nando Di Giovanni

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