I trenta portieri italiani più iconici degli anni ’90 – dedicato a Franco Mancini
10 Ottobre 2021
Simone BRAGLIA

Se chiedete alla Genova rossoblù i nomi degli undici calciatori che nel marzo del 1992 hanno espugnato il tempio di Anfield Road, primi italiani di sempre per quanto concerne i club, il numero uno corrisponde a Simone Braglia. I fasti sotto la Lanterna però non basteranno a fargli vivere altre stagioni in Serie A, che conquisterà sul campo col Perugia, senza mai giocarci. Nell’estate del 1997 passa anche al Milan, senza disputare gare ufficiali.
Pierluigi BRIVIO

L’arrivo a Vicenza lo porta a vestire i panni di riserva, ma nel 1996-97 arriva la consacrazione: in campionato è riserva, dove disputerà soltanto tre presenze, ma in Coppa Italia è titolare nell’anno dello storico successo nella manifestazione, dove Brivio sarà decisivo nella doppia finale contro il Napoli. Le prove in coppa gli danno la maglia da titolare, dove sfiorerà un secondo miracolo sportivo, nella Coppe delle Coppe del 1998, dove i Lanerossi saranno fermati soltanto dal più quotato Chelsea in una semifinale tiratissima e al cardiopalma.
Luca BUCCI

Le stagioni più iconiche sono senz’altro quelle di Parma, dove nella terza esperienza ducale dopo aver conquistato la promozione in Serie A con la Reggiana, strappa prima il pass per i Mondiali di USA ’94 e poi la Coppa UEFA del 1995. Con l’esplosione di Buffon perde il posto da titolare, cominciando una girandola di prestiti, tra Perugia, Torino ed Empoli. Diverrà anche il calciatore più anziano a vestire la maglia del Napoli, a quaranta anni, un mese e sei giorni.
Gianluigi BUFFON

Superman è ancora lì, dove tutto cominciò il 19 novembre 1995, quando Nevio Scala lo lanciò in un Parma-Milan, quando il diciassettenne mostrò un carattere da leader e una tecnica da predestinato che prestò gli aprirono la titolarità e le porte della nazionale, di cui sarà il calciatore più presente con 176 gettoni. Coi ducali arrivano i primi titoli, tutti nel 1999: Coppa Italia, Coppa UEFA e Supercoppa Italiana. Il passaggio alla Juventus è il più caro in Italia per un portiere e lo lancerà nella leggenda della nostra Serie A, dove sarà anche il calciatore più presente con 657 presenze. Il Mondiale del 2006 resta il punto più alto della sua straordinaria carriera, macchiata soltanto dalle tre finali di Champions League perse con la maglia della Vecchia Signora.
Giovanni CERVONE

A Roma è ricordato sicuramente per le sue parate nelle sue otto stagioni di militanza capitolina, dopo l’ottimo campionato 1988-89 a Verona, ma anche per il suo carattere talvolta fumantino. Tuttavia tra i pali, al netto di qualche infortunio di troppo, si è sempre fatto trovare pronto conquistando anche la Coppa Italia da protagonista alla fine della stagione del 1991. La sua avventura con la maglia della Lupa terminò quando nel 1997 le sue possibilità di disputare gare da titolare scesero, decidendo di sposare la causa del Brescia. Indimenticabile il benvenuto con le Rondinelle che gli diede Recoba.
Fabrizio FERRON

Cresce nelle giovanili del Milan, ma matura tra le fila della Sambenedettese. I marchigiani si confermano la loro felice tradizione come squadra “incubatrice” per futuri numeri uno: dopo Zenga e prima di Bonaiuti, tra il 1986 e il 1988 la Samb saggia le qualità di Ferron tra i cadetti. E le recensioni sono così buone che l’Atalanta lo acquista dopo la promozione in Serie A per dargli una maglia da titolare, sfilandola ad un mostro sacro come Ottorino Piotti. Con gli orobici rimane fino al 1996, quando passa alla Sampdoria per prendere il posto proprio di Zenga, in un ideale fil rouge che lo unisce all’Uomo Ragno ancora una volta. Un’annata all’Inter e due campionati da titolare in Serie A al Verona, prima di chiudere con il Como prima e con il Bologna poi.

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