I trenta portieri italiani più iconici degli anni ’90 – dedicato a Franco Mancini
10 Ottobre 2021
Alessio SCARPI

Dopo anni di riserva al Cagliari si imporrà nella Reggina nel campionato 1995-96, e resterà in Calabria fino al 1997, tornando poi in Sardegna con i galloni di titolari. Entra di diritto nella nostalgia il 29 novembre 1998, quando salvò la vita al proprio compagno di squadra, Gianluca Grassadonia che perse conoscenza dopo uno scontro di gioco. Il suo gesto gli valse un voto 10 nelle pagelle della Gazzetta dello Sport, perché quello fu il salvataggio più importante della sua vita.
Stefano TACCONI

Audace in campo, con le sue proverbiali uscite, e ancor di più fuori, con dichiarazioni spesso pungenti che hanno spesso cozzato con lo stile Juventus. Tacconi approdato in bianconero nel 1983 per raccogliere la delicata eredità di Dino Zoff dopo la sua esperienza all’Avellino, imponendosi subito come uno dei migliori numero 1 del nostro calcio e vincendo nel 1985 la prima Coppa dei Campioni bianconera. Nel 1992 i rapporti con Trapattoni si incrinarono, con Peruzzi che divenne titolare, portandolo a vestire negli ultimi due anni di carriera la maglia del Genoa.
Giuseppe TAGLIALATELA

Nativo di Ischia, dopo tanti prestiti in giro per l’Italia, diventa titolare della porta del Napoli a partire dalla stagione 1993-94, conquistandosi la nomea di para-rigori con tredici penalty parati su ventotto opposizioni provate, che gli valsero la nomea di Batman, che celebrò attraverso delle leggendarie maglie personalizzate col logo del Crociato Incappucciato. Nel 1999 passa alla Fiorentina, come secondo di Toldo, riuscendo anche ad esordire in Champions League.
Massimo TAIBI

Il suo modo di vestirsi in campo è l’icona di un calcio che non c’è più: pantaloni lunghi imbottiti, maglie a maniche lunghe con imbottiture e l’immancabile cappellino societario, che per sua fortuna non indossò nell’azione che lo rese celebre, il 1° aprile 2001, quando siglò all’Udinese il suo unico e iconico gol. A Reggio Calabria giocò una sola stagione – riuscendo a segnare anche un gol di testa contro l’Udinese – prima di imporsi a Bergamo. Ma prima il portiere nativo di Palermo non sfruttò due grandissime occasioni: la prima col Milan nel 1997-98 e la seconda nella stagione successiva col Manchester United, ricordato per un clamoroso errore contro il Southampton.
Francesco TOLDO

Gli anni a Trento e Ravenna gli valgono la grande chiamata della Fiorentina, dove Toldo si impone come uno dei portieri più affidabili e concreti del nostro calcio, vincendo con la Viola la Coppa Italia nel 1995-96 ed essere il fulcro difensivo della squadra che prima lottò per lo scudetto nel 1999 e che poi batté l’Arsenal ad Highbury, con un leggendario gol di Batistuta. Le difficoltà societarie lo portarono alla dolorosa cessione all’Inter, dove vincerà tutto.
Luigi TURCI

Perno della Cremonese, dove giocherà dal 1992 al 1996, ritagliando diverse ottime prove e la chiamata dell’Udinese. I tifosi bianconeri lo ricordano con grandissimo affetto, essendo Turci l’estremo difensore della storica cavalcata del 1998, che vide i friulani arrivare al terzo posto, mai così in alto nella sua storia.
Walter ZENGA

L’Uomo Ragno è stato una leggenda dell’Inter, uno degli estremi difensori più forti della storia, che l’IFFHS ha premiato per tre anni consecutivi, dal 1989 al 1991, come miglior portiere della stagione, è stato uno degli attori principali dell’Inter dei Record, con cui vincerà lo scudetto nell’ultimo campionato degli anni ’80. Nel 1994 lasciò il Biscione dopo dodici stagioni, accasandosi alla Sampdoria insieme a Riccardo Ferri nell’affare che portò sulla sponda nerazzurra del Naviglio il suo collega Pagliuca.
di Daniele Riefolo

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