I trenta terzini destri più forti degli ultimi trent’anni
7 Giugno 2020
In occasione del compleanno di Marcos Evangelista Cafu, abbiamo stilato la classifica dei trenta terzini destri più forti degli ultimi trent’anni.
Istruzioni per l’uso: non sono stati presi in considerazione i giocatori ancora in attività come Dani Alves.
Buona lettura!
30. Jocelyn ANGLOMA
Le sue attitudini tattiche ed atletiche gli hanno consentito di trovare puntualmente il posto da titolare in ogni squadra in cui è approdato. Nativo della Guadalupa, la sua carriera inizia in Francia con la maglia dell’Amiens. Riesce ad abbinare una buona tecnica e capacità nei cross, oltreché una relativa confidenza con la via del gol. Attitudini che gli permettono di scalare sempre di più le gerarchie del calcio transalpino: prima Amiens, poi Lille, poi Paris Saint Germain ed infine Olympique Marsiglia. È con quest’ultima squadra che Jocelyn tocca l’apice della sua carriera, laureandosi campione d’Europa contro il Milan. Nel 1994 approda al Torino e, dopo un periodo di apprendistato, si fa apprezzare dai tifosi granata per una rete durante un emozionante derby. Passa poi all’Inter dove rimane per un solo anno prima di essere ceduto al Valencia, squadra con cui termina la carriera.
29. Michael REIZIGER
Lasciare la propria comfort-zone per mettersi alla prova in una piazza impegnativa come quella di Milano non è da tutti. Non lo è stato per Michael Reiziger, promettente terzino destro proveniente dall’Ajax, il quale è rimasto scottato dall’impatto con il campionato italiano. Dieci presenze in un’intera stagione, frutto di un idillio mai sbocciato. Per sua fortuna, la chiamata del Barcellona nel 1997 gli ha consentito di dimostrare quanto fosse alto il suo valore. D’altronde a sostenere la sua tesi vi erano i numerosi trofei conquistati in Olanda e in Europa con la maglia dei Lancieri – su di tutti la Champions League 1995 proprio contro il Milan – con cui si era presto ritagliato un ruolo da titolarissimo. In Catalogna disputa quasi duecento partite ed alla soglia dei trentuno anni tenta l’avventura in Inghilterra con il Middlesbrough, prima di tornare in patria per chiudere la carriera con la maglia del PSV Eindhoven. Ha raccolto settantadue presenze nell’arco di dieci anni con la casacca degli Oranje.
28. Glen JOHNSON
Astro nascente dei primi anni 2000, non riuscirà a mantenere completamente le aspettative su di lui. Detto ciò, 358 presenze in Premier League condite da 28 assist e 15 gol, 54 presenze in nazionale e titoli vinti con Chelsea, Portsmouth e Liverpool, insomma niente male la carriera di Glen Johnson, ritiratosi proprio l’anno scorso.
27. Albert FERRER Llopis
Ha dominato incontrastato la fascia destra del Camp Nou per quasi un decennio, vivendo una delle epoche dorate del Barça. Sulla sua bacheca, infatti, si contano ben diciassette trofei – si ricordano ben cinque campionati spagnoli, una Champions League (1992), una Coppa delle Coppe (1997), due Coppe del Re, quattro Supercoppe di Spagna e due Supercoppe UEFA (più due Coppe di Catalogna). Era un difensore arcigno eppure corretto e dopo l’infausto Mondiale di Francia ’98 tenta l’avventura in terra d’Albione con il Chelsea con cui vince una Supercoppa UEFA, una Coppa d’Inghilterra ed una Charity Shield. Gli infortuni e il “feroce” turnover ne limitano l’impiego. Tuttavia, quando si ritira nel 2003, ha messo da parte oltre cento partite con la maglia dei Blues addosso.
26. Francisco Javier ARCE Rolón
Leggendo il nome di El Chiqui Arce a molti si accenderà una lampadina, non certo per la carriera – comunque dignitosissima – dell’esterno difensivo paraguaiano, quanto per la sua attitudine sui calci da fermo che, sulle consolle di casa, ci hanno fatto apprezzare il suo emulo in 32 bit. Tuttavia, Arce ha davvero accumulato successi sia con le squadre di club che con la sua Nazionale, rappresentando una delle colonne portanti dell’Albirroja che ha preso parte al Mondiale nel 1998 in Francia. Ha vissuto in Brasile l’apice della sua carriera, dividendosi fra Grêmio e Palmeiras.
25. Thomas HELVEG
Per avere un’idea circa la bontà del piede educato di Thomas basta chiedere lumi ad Oliver Bierhoff. L’ariete tedesco, infatti, ha edificato gran parte del suo impero sui cross dell’esterno danese che giungevano con regolare cadenza dalla destra. E di riflesso, ovviamente, anche l’Udinese. Helveg giunge in Friuli nel novembre del 1993, acquistato dall’OB Odense per supplire alla partenza di Nestor Sensini. Mister Fedele scopre di avere fra le mani un ottimo marcatore, nonché crossatore. Tuttavia le buone prestazioni non evitano la retrocessione in Serie B. Con l’andar del tempo si succedono Galeone e Zaccheroni, ma Helveg non lascerà più il presidio sulla fascia destra. La sua escalation va di pari passo con quella dei bianconeri e quando arriva la chiamata del tecnico emiliano, appena giunto sulla panchina del Milan, è impossibile rinunciarvi. In rossonero vince uno Scudetto ed una Champions League, mentre con la Nazionale supera i cento gettoni di presenza. Lascia il calcio giocato alla soglia dei quarant’anni.
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