I trenta terzini destri più forti degli ultimi trent’anni
7 Giugno 2020
24. Stefan REUTER
La sua esperienza nella Juventus rappresenta l’unico passaggio a vuoto della sua intera carriera, figlia di un’incomprensione tattica tra il tedesco e Trapattoni che preferisce utilizzarlo in mediana piuttosto che sulla fascia destra, lì dove ha costruito la sua fortuna tra Norimberga e Bayern Monaco. Anche con la casacca della Mannschaft conquista subito la titolarità e ne diventa un punto fisso per lungo tempo, aggiudicandosi la Coppa del Mondo del 1990 e il Campionato d’Europa nel 1996. Dopo la brutta esperienza di Torino, firma per il Borussia Dortmund con cui termina la sua carriera a trentotto anni, dopo aver vinto la Champions League nel 1997 contro la sua ex squadra.
23. Dan PETRESCU
Il confine tra carneade e fenomeno è a dir poco labile. E in pochi, a dire il vero, si aspettavano di veder crescere così bene quel terzino di Bucarest insieme ad un manipolo di perfetti sconosciuti, guidati da un tecnico per cui l’unica regola che conta è quella di far più gol dell’avversario. È il 1991 quando Dan Petrescu arriva al Foggia e, a dire il vero, forse è proprio lui ad avere il curriculum più prestigioso rispetto a tutti i compagni di squadra. Da diversi anni è un punto fermo della Steaua Bucarest ed ha già giocato una finale di Coppa dei Campioni al Camp Nou contro il Milan degli olandesi. Petrescu si integra al meglio negli schemi del boemo ed in due anni si guadagna la fiducia dei grandi club. Lo acquista così il Genoa, disputando una buona stagione che gli vale la convocazione ai Mondiali di USA ’94, durante i quali si spinge sino ai quarti di finale con la sorprendente Romania. Ed è lì che cambia la sua vita. Dopo il passaggio nell’estate allo Sheffield Wednesday, nel 1995 viene acquistato dal Chelsea con cui miete successi tra Coppa d’Inghilterra, Coppa delle Coppe e Supercoppa UEFA. Rimane per cinque anni allo Stamford Bridge, per poi tentare le avventure con Bradford City e Southampton, prima del ritorno in patria e dell’inizio di una brillante carriera da allenatore.
22. José Marcelo Ferreira ZÉ MARIA
Il ragazzo del 1973 arriva in Italia all’età di ventitré anni grazie ad un’intuizione del Parma che lo strappa al Flamengo, con cui si è appena aggiudicato il campionato carioca. Al Tardini vive due buone stagioni e nel 1998 viene ceduto all’ambizioso Perugia con cui, però, non riesce a confermarsi. Dopo un anno in giro per il Brasile, torna in Umbria e trova sulla panchina biancorossa Serse Cosmi. Con il tecnico del Grifone s’integra alla perfezione ed al Renato Curi le sue prestazioni gli consentono di conquistare nuovamente la maglia della Seleção. Nel 2004 tenta l’avventura con la maglia dell’Inter ed insieme a mister Mancini vince il suo unico Scudetto – assegnato a tavolino – insieme a due Coppe Italia ed una Supercoppa Italiana. Terminata la sua avventura in nerazzurro, prova le esperienze in Spagna (Levante) ed Inghilterra (Sheffield United), prima di finire la sua carriera all’età di trentacinque anni.
21. Moreno TORRICELLI
Trovarsi proiettato dalla Caratese alla Juventus non è storia di tutti i giorni. Infatti, è quella di Moreno Torricelli, falegname di Erba che gli fa guadagnare il soprannome di Geppetto. A notarlo è Giovanni Trapattoni, impressionato dalle sue doti tecniche, il quale lo vuole con sé nella squadra più titolata d’Italia. Il quadruplo salto mortale, tuttavia, non lo impressiona affatto, tanto da conquistare immediatamente la titolarità nel suo ruolo e dimostrando anche di saper giocare sia a destra che a sinistra. Si guadagna anche la fiducia di Lippi in panchina, subentrato al Trap, facendo incetta di Scudetti ed issandosi addirittura sul trono d’Europa, dopo la vittoria della Champions League nel 1996. Con il ritorno in Italia del suo mentore, precisamente alla Fiorentina, si sposta nel capoluogo toscano rimanendovi per quattro anni. Dopo un anno e mezzo tra le fila dell’Espanyol, recita il suo canto del cigno con la maglia dell’Arezzo nel 2004-05. Conta dieci presenze in Nazionale, concentrate tra il 1996 e il 1999.
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