Privacy Policy Il 1976 è decisamente l'anno che ha regalato più campioni al mondo del calcio - Pagina 4 di 6

Il 1976 è decisamente l’anno che ha regalato più campioni al mondo del calcio

26 Settembre 2021

12. Mauro German CAMORANESI

È arrivato in Italia in punta di piedi. Ha salutato il Belpaese con i galloni di campione. Ha ventiquattro anni quando il Verona lo acquista dal Cruz Azul, in Messico, con cui si è distinto per la corsa e la capacità di andare a rete. Caratteristiche che Mauro conferma anche al Marc’Antonio Bentegodi, tant’è che dopo due convincenti stagioni viene acquistato dalla Juventus. È unico nel modo di interpretare il suo ruolo e Trapattoni benedice la sua naturalizzazione che già nel 2003 gli consente di vestire la maglia azzurra. Si laurea Campione del Mondo nel 2006. E la sua coda tagliata da Oddo dopo i festeggiamenti è lì a ricordarcelo.

11. Patrick KLUIVERT

Il tentativo da parte del Milan di riproporre una versione aggiornata del Milan degli olandesi con il giovane centravanti dell’Ajax nelle vesti di erede di van Basten è miseramente fallito. Tuttavia, Patrick non si è fermato davanti alle critiche, riuscendo a far vedere di quale pasta era fatto in una piazza non certo semplice come quella di Barcellona. Dopo i successi da giovanissimo con i Lancieri – segna la rete decisiva nella finalissima del 1995 contro il Milan – Kluivert si è ripetuto in Blaugrana, segnando 122 reti in 257 presenze complessive fra campionato e coppe.

10. Fernando MORIENTES

Il cuore di Fernando ha sempre battuto all’unisono con quello dei tifosi del Real Madrid, la squadra che lo ha fatto diventare grande e alla quale ha giurato fedeltà, accettando un ruolo da comprimario dopo l’arrivo di Ronaldo e rifiutando anche l’offerta del Barcellona. Se non è lealtà questa. Con le Merengues ha composto uno dei tandem più prolifici della storia recente della Casa Blanca insieme a Raul. E quando non c’è stato più posto per lui, si è fatto rimpiangere, eccome: basti ripensare alla sfida dei quarti di finale di Champions League contro il Monaco – la squadra alla quale fu ceduto in prestito – durante la quale El Moro fece rimpiangere il suo passaggio dall’altra parte della barricata, eliminando il suo Real che, in precedenza, aveva aiutato non poco ad alzare al cielo ben tre Coppe dalle grandi orecchie.

9. Alvaro RECOBA

Sarà che l’estro talvolta cozzi con le esigenze tattiche. Ed ogniqualvolta il suo nome compariva nella lista dei partenti stilata dall’allenatore di turno – Cuper in particolare – il presidente Moratti eliminava il suo nome. Così come fece suo padre con un altro mancino dal piede fatato, Mario Corso, non “amatissimo” dal Mago Herrera. E noi non possiamo che ringraziare il patron dell’Inter, il quale ci ha dato la possibilità di vedere all’opera uno dei talenti più incredibili della sua generazione. Discontinuo? Beh, talvolta è capitato. Ma non è forse nel DNA di un campione l’imprevedibilità?