Il 1998 da favola di Francesco Moriero
31 Marzo 2020
Ci sono giocatori che entrano nel cuore dei tifosi per anni e anni di servigi costanti sotto i propri colori, altri a cui basta solo una partita oppure un gol. Il nostro protagonista di oggi è entrato nel cuore dei tifosi interisti, quasi per caso, ed è ricordato per le sue prestazioni, soprattutto durante la stagione 1997-98. Il nostro protagonista è Francesco Moriero, nerazzurro per caso, appunto: il matrimonio tra il centrocampista salentino e la società nerazzurra si celebra in circostanze particolari.
Succede infatti che, nel maggio del 1997, il ventottenne, ai tempi in forza alla Roma, si accordi con il Milan, ma nel luglio dello stesso anno firma con l’Inter nell’ambito di uno “scambio” di pre-contratti, con il brasiliano André Cruz che si accasa, invece, al Milan. Moriero sceglie la maglia numero 17 ed esordisce in Serie A il 31 agosto 1997 in occasione della vittoria in rimonta dell’Inter sul Brescia, grazie alla doppietta del Chino Alvaro Recoba. Proprio in questa occasione, Moriero tirerà fuori uno dei gesti più iconici legati alle esultanze di squadra: il gesto dello “sciuscià”.
Dopo appena tre partite, Moriero diventa subito un uomo di fiducia per il tecnico Gigi Simoni e Checco lo ripaga subito segnando il suo primo gol a San Siro in maglia nerazzurra il 21 settembre 1997, meno di un mese dal suo esordio, quando marca il gol del momentaneo 2-2 in Inter-Fiorentina, che terminerà poi 3-2 con una rete di Djorkaeff nel finale. L’anno continua a meraviglia per Moriero, anche in Europa. Il centrocampista è tra i protagonisti assoluti nel cammino nerazzurro in Coppa UEFA: prima segna un gol capolavoro in rovesciata che blinda la qualificazione contro gli svizzeri del Neuchâtel Xamax; poi il 4 novembre 1997 segna una doppietta importantissima che permette ai nerazzurri di staccare il pass per gli ottavi di finale.
Parlando del suo 1998 da favola, l’anno inizia sotto i migliori auspici con la primissima perla: l’11 gennaio 1998 l’Inter si ritrova in una partita complessa e bloccata in casa del Piacenza; Simoni fa preparare Cauet per sostituirlo, ma ecco che Checco prende palla, salta mezza difesa emiliana ed insacca in rete il gol decisivo dello 0-1. Senza dimenticare l’arcobaleno che nel mese di marzo consente a Ronaldo di segnare uno dei suoi gol più iconici nell’occasione della stracittadina contro il Milan: parabola a rientrare dalla trequarti per imbeccare il Fenomeno, lesto a superare Rossi con un beffardo pallonetto. Successivamente arrivano in ordine l’esordio in Nazionale – nel 3-0 rifilato alla Slovacchia – ed infine il suo terzo gol in campionato, dove apre le danze nel 4-0 casalingo all’Atalanta.
Abbiamo anche parlato di Nazionale. Eh sì, perché nel successivo giugno si giocheranno i Mondiali di France ’98 e Checco a ventinove anni non vuole assolutamente mancare. Il 22 aprile 1998 ecco l’occasione d’oro: allo stadio Tardini di Parma si gioca Italia-Paraguay, Moriero parte titolare ed è tra gli osservati speciali del c.t. Cesare Maldini. Proprio Maldini, Paolo, sblocca il risultato con un colpo di testa preceduto da un cross precisissimo di Del Piero. Passano pochi minuti, Dino Baggio sulla destra rientra sul mancino e mette in mezzo un pallone, sul quale Moriero interviene con una rovesciata sensazionale, non potente ma di chirurgica precisione che si insacca in rete per il 2-0 parziale.
Nella ripresa, il Paraguay accorcia le distanze grazie alla sfortunata autorete di Costacurta, ma non c’è nessun problema: Francesco Moriero non ha ancora finito le cartucce. Ed infatti, ne spara una da lontano, molto lontano, sorprendendo Chilavert e fissando il risultato sul 3-1 finale. Appena quattro giorni dopo l’Inter perderà lo scontro diretto con la Juventus in uno dei derby d’Italia più controversi di sempre. Tuttavia, lo scudetto praticamente sfumato non frena la fame di vittoria dei nerazzurri di Simoni e di Francesco Moriero. Checco, riuscirà infatti a conquistare con i suoi compagni il primo trofeo dell’Era Moratti: la Coppa UEFA, strappata alla Lazio con un netto 3-0 nella finale di Parigi.
Proprio nel paese d’oltralpe, il salentino tornerà meno di un mese dopo, perché Cesare Maldini ha deciso: Francesco è nella lista dei 22 e farà parte della spedizione azzurra per la spedizione di Francia ’98. Ai campionati del Mondo, Moriero non segnerà, ma giocherà fornendo anche delle buonissime prestazioni, tutte le gare ad eccezione della prima contro il Cile.
Il cammino dei ragazzi di Maldini senior, si interromperà solo ai rigori quando il destro di Di Biagio si stampa sulla traversa e si traduce in eliminazione per mano della selezione che conquisterà il suo primo Mondiale pochi giorni dopo ai danni del Brasile di Ronaldo e compagni.
L’anno di Moriero non è ancora finito, ed al tramonto del penultimo anno del ventesimo secolo, Checco trova ancora il modo di scolpire il suo nome nel cuore dei tifosi nerazzurri. Siamo all’ottava giornata di campionato, è l’8 novembre 1998, a San Siro è serata di derby: il Milan di Zaccheroni, reduce da una vittoria, un pareggio ed una sconfitta nelle ultime tre partite, affronta l’Inter di Simoni, che dal canto suo non se la passa meglio ed è reduce da tre k.o. consecutivi, l’ultimo dei quali proprio a San Siro per mano del Bari, sotto i colpi di Zambrotta e Phil Masinga. Tuttavia, sono proprio i nerazzurri a partire a razzo: appena sette minuti sul cronometro, Moriero cerca Zamorano tra le linee, il quale imbuca il pallone per Ronaldo, che a tu per tu con Sebastiano Rossi, non sbaglia. Ma il Milan non sta a guardare, reagisce e trova subito il pareggio: combinazione tra Bierhoff e Weah, sinistro incrociato del liberiano che batte in uscita Pagliuca. La partita è un susseguirsi di botta e risposta tra le due squadre, Checco viene pescato sul finale del primo tempo oltre la difesa rossonera, ma il suo colpo di testa è alto, sono solo le prove generali. In avvio di ripresa Djorkaeff pesca ancora il taglio di Moriero, il quale controlla e spara di sinistro nell’angolino, è il gol del provvisorio 2-1, il Milan pareggerà poi con un rigore di Albertini, ma resta l’ennesima prova di cuore di Moriero che in quella stagione giocherà solo undici partite e questo rimarrà il suo unico gol in campionato.
Difficile dimenticare un 1998 così: acrobazie, reti, esordio in Nazionale e partecipazione al Mondiale. È l’epopea di un eroe silenzioso, mai sopra le righe, ma sempre in prima linea per impegno ed abnegazione: come a Lecce, poi a Cagliari e infine a Roma. Checco rappresenta la perfetta testimonianza di come le gioie non abbiano età, di come valga sempre la pena di sudare e lottare per coronare un sogno.
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