Il record dell’Ancona 2003-04: aveva 48 giocatori in rosa, ve li ricordate tutti?
10 Aprile 2022
6. Mauro MILANESE

Il difensore giuliano approda all’ombra del Conero dopo le buone stagioni archiviate con le maglie di Inter e Perugia. L’auspicio è che la sua esperienza contribuisca a dare solidità al reparto, ma nonostante la buona volontà, Milanese non può far altro che tappare i buchi per quel che può. I tecnici che si alternano alla guida gli danno puntualmente fiducia, tant’è che Mauro è il più impiegato della rosa: dopo ventisette presenze e una rete durante il successo con l’Empoli, lascia per tornare al Perugia in B.
7. Daniele BERRETTA

Il trentunenne è reduce dalle ottime prestazioni fornite con la maglia dell’Atalanta e sulla sua esperienza i tifosi marchigiani ripongono le speranze per l’annata. Sebbene scenda in campo in ventidue occasioni, Berretta viene travolto dalla cronica crisi di gioco dei marchigiani e resta allo Stadio del Conero soltanto per una stagione. Dopo la retrocessione fra i cadetti, infatti, lascia le Marche per chiudere la carriera nel Brescia ormai orfano di Roberto Baggio.
8. Salvatore RUSSO

Sasà è un mastino di centrocampo che, ben presto, si guadagna l’affetto e la stima del pubblico dorico. Il salernitano non è mai uscito fuori dalla Campania durante la sua carriera – eccezion fatta per il prestito-lampo da giovanissimo alla Fidelis Andria – e l’arrivo ad Ancona rappresenta la svolta della sua carriera. Veste il biancorosso nel gennaio del 2000 con la squadra ancora in Serie C1 e la guida alla conquista della promozione in Serie A con lo spirito da combattente che lo contraddistingue. Bagna il suo debutto in Serie A contro il Milan dei grandi e dopo altri otto gettoni, riesce a vestire la maglia della sua Salernitana.
8. Dino BAGGIO

L’Ancona prova a far affidamento sulla sua esperienza per tentare d’invertire una rotta che sembra, ormai, compromessa. L’ex centrocampista di Juventus e Parma giunge allo Stadio del Conero ormai da elemento in esubero della Lazio. Infatti, il veneto ha trascorso la prima parte della stagione in Inghilterra, in prestito al Blackburn Rovers. Nonostante il suo arrivo nelle Marche, però, il vento non cambia e dopo tredici partite Dino Baggio fa ritorno nella Capitale per finire la sua carriera da separato in casa.
9. Paolo POGGI

È una delle vecchie “volpi” del massimo campionato di Serie A. Quando Poggi accetta l’offerta dell’Ancona ha trentadue anni ed è reduce da una buona stagione tra i cadetti con il suo Venezia. Nei desideri dei dirigenti marchigiani c’è la volontà di poter ricomporre la coppia d’attacco con Hubner che, solo due anni prima, ha fatto sfracelli in quel di Piacenza. E invece, Poggi ha le polveri bagnate e non viene valorizzato né da Menichini, né da Sonetti, tanto da far immediatamente ritorno tra i Lagunari in Serie B dopo nove, anonime presenze.
9. Mario JARDEL Almeida Ribeiro

Probabilmente l’arrivo del centravanti brasiliano rappresenta l’emblema di una stagione iniziata male e finita peggio. Mario, dopo aver fatto sfracelli in Portogallo e in Turchia, viaggiando alla media di un gol a partita, viene chiamato per risollevare le sorti di un attacco asfittico. Tuttavia, le vicende personali ne condizionano il rendimento e lo Jardel che si presenta ad Ancona sembra un fantasma. Imbolsito ed appesantito, dopo l’inizio di stagione infruttuoso trascorso al Bolton Wanderers, l’attaccante avrebbe voluto presentarsi ai suoi tifosi, ma sventola la sciarpa dei Dorici sotto la curva dei tifosi perugini. Disputa ottantacinque minuti contro il Milan a San Siro ma i marchigiani tornano a casa con un sonoro 5-0 e la constatazione che quel Jardel non è che la copia sbiadita del bomber visto all’opera solo qualche anno prima. Dopo altri ottantadue minuti con la Roma e soli trentasei con l’Udinese, si chiude l’esperienza del brasiliano in Italia.

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