Il Suriname: la Nazionale di calcio più forte che non abbiamo mai visto
1 Aprile 2022
Urby EMANUELSON

Dopo una vita trascorsa nell’Ajax a macinare chilometri a tutta velocità sulle fasce, con un Europeo Under-21 vinto con l’Olanda, Emanuelson approda in Italia e lo fa con il Milan che lo acquista probabilmente all’apice della sua maturità calcistica. Pur non facendo sfracelli, si porta a casa uno scudetto ed una Supercoppa alla sua prima stagione (arrivò nel mercato di riparazione) e intervallò quel periodo in rossonero con una mezza annata al Fulham. Rimase in Italia ma senza particolari emozioni, cambiando tre maglie in due anni, tra Roma, Atalanta e Verona. Poi il ritorno in Olanda, con l’Utrecht dal 2017 a tutt’oggi per quello che si potrebbe considerare un potenziale inespresso.
Royston DRENTHE

Un altro terzino al pari di Emanuelson, di origini surinamesi, e di fatto anch’egli un talento inespresso. Non può essere un caso la vittoria dell’Europeo U-21 l’anno dopo di Emanuelson (2007), con tanto di palma di miglior giocatore. Ecco, averli avuti in squadra entrambi, nei momenti più alti delle rispettive carriere, con velocità e fisicità sugli esterni, ci sarebbero stati forse pochi rivali in giro per il mondo. La carriera di Drenthe vive il suo apice quando approda in un Real Madrid che, seppur non-Galattico, annoverava giocatori di primissima qualità. Nel suo triennio con i Blancos, Drenthe ha avuto come compagni di squadra gente di Kakà, Cristiano Ronaldo, Benzema, i connazionali van Nistelrooy, Robben, van der Vaart e Sneijder, senza dimenticare Raul, Saviola, Robinho, Cannavaro e chi più ne ha più ne metta. Tra questi c’era anche Marcelo che lo scavalcò nelle gerarchie dando il via al suo lungo girovagare tra Spagna, Russia, Inghilterra, Turchia, Emirati, prima di tornare in Olanda (era partito dal Feyenoord) e di nuovo in Spagna a Murcia.
Georginio WIJNALDUM

Un altro giocatore dei giorni nostri, che ha condiviso peraltro il suo cammino con van Dijk con il quale condivide le origini surinamesi, è Wijnaldum. Certezza della nazionale olandese e oggi in forza al Paris Saint-Germain. Prima di approdare in Premier League, passa dal PSV Eindhoven e dal Feyenoord per uno dei centrocampisti più apprezzati del ventunesimo secolo.
Nigel DE JONG

Figlio di Jerry, calciatore del Suriname, Nigel ha sempre portato qualità e quantità in mezzo al campo, in ogni squadra in cui ha giocato. Già nel 2002 quando venne nominato miglior sportivo di Amsterdam, si intuivano già le sue qualità appena diciottenne. Il suo percorso parte con l’Ajax, poi si trasferisce in Germania, all’Amburgo (dove vince l’Intertoto 2007), e quindi al Manchester City (coppa, campionato e Community). Il Milan, nel 2012, prosegue la sua “tradizione” di olandesi-surinamesi e l’anno dopo è il giocatore con il maggior utilizzo. Chiude la carriera in rossonero per volare negli States con i Los Angeles Galaxy, prima di tornare in Europa con il Galatasaray e in Germania con il Magonza. Esperienze poco esaltanti che anticipano il triennio in Qatar, concluso recentemente, tra le fila dell’Al-Ahly di Doha.
Aron WINTER

Non faceva differenza per lui la posizione in campo. Un autentico jolly che svariava dall’esterno alle posizioni centrali, con tecnica, fisico e carattere. Winter è stato uno dei centrocampisti olandesi più forti che il calcio italiano ha visto all’opera, accogliendolo dall’Ajax (dove in sei anni si è saputo mettere largamente in luce) nella stagione 1992-93. Il venticinquenne di Paramaribo atterrò a Roma, sponda biancoceleste. Nel suo quadriennio alla Lazio, Winter ha confermato le sue ottime doti, andando anche spesso e volentieri in gol. Passa poi all’Inter e, dopo una non esaltante prima stagione culminata anche con l’errore decisivo dal dischetto in finale di Coppa UEFA contro lo Schalke 04, avrà modo di rifarsi in neroazzurro con l’avvento di Gigi Simoni. Stavolta il rendimento da mezzala lo torna ad esaltare, lui segna e si riscatta anche in Coppa UEFA battendo da ex la Lazio e alzando il trofeo insieme all’Inter del Fenomeno. Riferimento anche nella nazionale olandese, è tra i giocatori che vinsero l’Europeo del 1988, giocando poi gli altri tre a seguire (1992, 1996 e 2000 e proprio dopo l’eliminazione con l’Italia chiude il suo capitolo Nazionale) ed anche tre Mondiali (in Italia, negli USA e in Francia).

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