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Il Suriname: la Nazionale di calcio più forte che non abbiamo mai visto

1 Aprile 2022

Edgar DAVIDS

Il Pitbull dal mancino tutto fare, Davids nasce nel Suriname e si trasferisce fin da bambino in Olanda. Cresce sotto la gestione van Gaal all’Ajax, incrocia l’Italia nella finale di Champions persa ai rigori contro la Juventus nel 1996 (dove sbaglia anche il primo tiro dal dischetto), e giunge nel Belpaese con la maglia del Milan, ma non si accese mai la luce, compreso un serio infortunio. Passa allora alla Juventus e ne diviene perno del centrocampo di Lippi, riconoscibilissimo non solo per il gioco, ma anche per le treccine e per gli speciali occhialini che ha dovuto usare successivamente ad un intervento chirurgico. Passa poi al Barcellona per metà stagione, quindi all’Inter da svincolato e poi Tottenham, di nuovo Ajax, Crystal Palace e infine Barnet. Vince di tutto in carriera: tre scudetti con Ajax e Juve, quattro supercoppe olandesi e due italiane; con i bianconeri gli mancherebbe la Coppa Italia, che c’entra però con l’Inter, mentre con l’Ajax la vince per due volte in Olanda. A questo si aggiunge una Coppa UEFA nel 1991-92 con l’Ajax e sempre con l’Ajax arriva anche il triplete del 1995, senza dimenticare l’Intertoto con la Juventus nel 1999. Sono tre le presenze per Edgar nella selezione dei Suriprof.

Franklin RIJKAARD

Storie di destini intrecciati con Ruud Gullit, fin da quando i rispettivi padri, Herman e George, emigrarono dal Suriname in Olanda. Arrivò poi l’Ajax che prese proprio Rijkaard e non Gullit, ma i due si ritroveranno nel Milan delle meraviglie. Con l’Ajax, Frank, vince fin da subito e, dopo un passaggio nella penisola iberica, approda al Milan nel 1988-89, esattamente una stagione dopo Gullit (e van Basten) con i quali vincerà anche l’Europeo del 1988. Rijkaard, dopo aver concluso il ciclo di vittorie col Milan, fa ritorno in patria, all’Ajax, prima di intraprendere pure lui come Gullit la carriera di allenatore. Apre un altro ciclo, alla guida tecnica del Barcellona.

Regi BLINKER

Sulle fasce del Feyenoord della prima metà degli anni ’90 spopolavano due ragazzi che facevano della velocità e della tecnica le due specialità: sulla destra Gaston Taument, sulla sinistra Regi Blinker. Nato a Paramaribo, capitale dello stato sudamericano, il cursore mancino è giunto – come molti coetanei – in Europa con la promessa di coltivare la propria passione per il calcio assieme alla propria famiglia, sin dalla più giovane età. Ad accorgersi del suo talento è la squadra di Rotterdam che, nel 1986-87, lo fa esordire in prima squadra quando non è ancora maggiorenne. Ma è con l’arrivo degli anni ’90 che Blinker trova la sua consacrazione, formando assieme al dirimpettaio Taument una coppia di fulmini di guerra capace di confezionare ben 61 reti in coppia e sfornare un numero infinito di assist. Terminato il suo decennio al De Kuip – ivi compreso un anno in prestito al Den Bosch – nel 1996 si aprono le porte della Premier League, quando Blinker approda allo Sheffield Wednesday. È il 4 marzo quando Regi debutta con gli Owls: segna due reti che, però, sono inutili nel 3-2 contro l’Aston Villa. All’Hillsborough Stadium resta fino alla fine del torneo successivo quando approda al Celtic Glasgow e, dopo due anni, torna in patria per poi chiudere con RBC Roosendaal e Sparta Rotterdam nel 2003.

Ruud GULLIT

Se si pensa al calcio totale olandese, alla duttilità tattica degli interpreti, con tecnica, forza fisica, senso degli inserimenti ed anche senso del gol, il riferimento non può non andare anche a Ruud Gullit, pallone d’oro nel 1987. Un destino comune a Rijkaard, quando le loro strade calcistiche si separarono in età giovanile, Ruud proseguì con l’Haarlem, prima di indossare le casacche di PSV Eindhoven e Feyenoord, quindi l’arrivo in Italia, al Milan, in una squadra che fu poi completata dall’amico Frank. Un Milan che non la smetteva di vincere, né sotto la gestione Sacchi, né sotto la guida di Capello. Per Gullit ci furono anche due parentesi nella Sampdoria di Eriksson, Mancini, Pagliuca, Lombardo, Vierchowod e Mihajlovic (nella seconda stagione) in cui arrivò insieme a David Platt. Chiuderà la carriera, nei ruoli di difensore prima e player-manager poi, del Chelsea “degli italiani” (Zola, Vialli, Di Matteo).

Clarence SEEDORF

Nato a Paramaribo quarantasei anni fa, è tutt’oggi l’unico calciatore ad avere vinto la Champions League con tre squadre differenti (Ajax, Real Madrid e Milan). Un record che detiene praticamente dal 2002-03, vent’anni! Vorrà pur dire qualcosa? Un centrocampista completo in entrambe le fasi di gioco e poi il repertorio della casa, i siluri che riusciva a sganciare da distanza siderale e che mandava ad insaccarsi alle spalle degli incolpevoli portieri. Dopo gli inizi all’Ajax e una stagione alla Sampdoria, si trasferisce in Spagna al Real Madrid divenendone tra le figure di spicco. A riportarlo in Italia ci pensa l’Inter nel 1999-00, nel mercato di riparazione, per un organico assolutamente incredibile. Chiuderà tuttavia le due stagioni e mezzo con “zero titoli” e passerà dal fronte rossonero. Nel Milan è un autentico riferimento, vince altre due volte la Champions (perdendo anche una finale, ndr) e altrettanti scudetti, negli anni di Kakà e Shevchenko, di Maldini, Cafu, Serginho e Nesta, di Pirlo, Gattuso e Rui Costa, senza dimenticare Ibrahimovic, Pato, Robinho, Cassano ed anche Thiago Silva, Pippo Inzaghi ed i connazionali Emanuelson e van Bommel.