Privacy Policy Il Suriname: la Nazionale di calcio più forte che non abbiamo mai visto - Pagina 5 di 5

Il Suriname: la Nazionale di calcio più forte che non abbiamo mai visto

1 Aprile 2022

Eljero ELIA

Fin dalle giovanili con ADO Den Haag ed Ajax aveva impressionato per la sua incredibile rapidità. Dopo avere impressionato anche con le maglie di Twente Enschede (miglior talento dell’Eredivisie 2008-09) ed Amburgo, per lui arriva l’offerta di una big europea, la Juventus, ma tuttavia non riuscirà a soddisfare mister Antonio Conte, finendo così per salutare la Mole dopo appena una stagione. Riparte dal Werder Brema e poi Southampton, Feyenoord, Istanbul Başakşehir e Utrecht prima di fare ritorno nell’ADO Den Haag. Anche per lui si può parlare di un potenziale mai sbocciato definitivamente.

Bryan ROY

Dopo avere vinto la Coppa UEFA con l’Ajax, Bryan Roy accettò ben volentieri il trasferimento in Italia. Ad accoglierlo a braccia aperte il Foggia di Zeman e del compianto Francesco Mancini, di Dan Petrescu e Kolyvanov, di Biagioni e Di Biagio. Ci mise poco per fare innamorare i tifosi dei Satanelli a suon di golconfermandosi successivamente anche al Nottingham Forest. Seguirono le esperienze con Herta Berlino, NAC Breda e Workington. Non va neppure dimenticato il suo apporto alla nazionale olandese, con la quale disputò anche il Mondiale del 1994, fuori ai quarti per mano del Brasile nella partita più avvincente di tutta la competizione a “stelle e strisce” ed anche ad Euro ’92, concluso al terzo posto. 

Ryan BABEL

Ribattezzato come il Nuovo Henry per le sue caratteristiche tecniche, Babel non è mai riuscito a sbocciare per come avrebbe potuto. Riconoscibile spesso per le sue eccentriche capigliature colorate, Ryan si distingueva per corsa, rapidità di esecuzione, dribbling, potenza di tiro, viziati forse sia dall’incostanza sia dall’eccessivo individualismo. Ciò nonostante, il Liverpool decide di portarlo in Premier, dopo la lunga trafila nelle giovanili dell’Ajax (vince tra l’altro con l’Olanda l’Europeo Under-21 del 2007 insieme a Drenthe), ma non incide significativamente, salvo poi litigare con Rafa Benitez perché non convocato e allora saluta i Reds per passare all’Hoffenheim in Germania. Quindi il ritorno all’Ajax per una stagione, prima di volare ad Istanbul con il Kasimpaşa. C’è anche la Spagna nella sua carriera, per un breve periodo al Deportivo La Coruña dopo gli Emirati (Al-Ain), quindi il ritorno in Turchia con il triennio al Beşiktaş dove sembra rimettere in mostra le sue doti vincendo il campionato turco, cosa che farà nel 2019 anche con il Galatasaray, squadra nella quale milita tutt’oggi.  

Jimmy Floyd HASSELBAINK

Un altro giocatore nato a Paramaribo, ma non sbocciò del tutto in Olanda. Sì, perché per quello che potremmo definire il classico centravanti che garantiva gol a grappoli quale era Hasselbaink, la carriera inizio in Portogallo. Dopo l’AZ Alkmaar tra mulini e tulipani, approda alla Campomaiorense dove mette subito in mostra la sua vena realizzativa. Quindi il passaggio al Boavista dove mette a segno venti reti in ventinove apparizioni, punizioni comprese. In Europa impazza il mercato, il Leeds lo porta in Premier e lui vince la classifica marcatori; poi passa all’Atletico Madrid, quindi la consacrazione al Chelsea dove sarà nuovamente il miglior bomber della stagione 2000-01. Concluderà la sua carriera con le maglie di Middlesbrough, Charlton e Cardiff City segnando complessivamente in carriera 206 gol in 472 presenze.

Patrick KLUIVERT

Il gol che decise la finale di Champions nel maggio del 1995 contro il Milan di Capello, peraltro da subentrato, fece capire all’Europa le doti offensive di Patrick, nato da padre surinamese e madre di Curaçao (dove è oggi allenatore ad interim). Fu proprio il Milan a portarlo in Italia dopo la crescita esponenziale in maglia Ajax. Ma a San Siro le premesse non si confermarono e fu spedito in Catalogna, dove, al contrario, col Barcellona (con Reiziger e Bogarde) va sempre in doppia cifra, ad eccezione dell’ultima stagione dopo della quale inizia di fatto un lento declino tra Newcastle United, Valencia, PSV Eindhoven e Lilla. Il triplete del 1995 furono gli unici trionfi con le squadre di club. Terzo miglior marcatore di tutti i tempi della nazionale olandese, miglior cannoniere ad Euro 2000, competizione per la quale lo si ricorda anche per aver centrato il palo dal dischetto contro Toldo con una precisione chirurgica, riuscendo poi ad essere l’unico in quella sfida con l’Italia a superare l’ex portiere di Fiorentina ed Inter dopo la serie di quei memorabili calci di rigore.

di Fabrizio Cantarella