Il Valencia sul tetto della Spagna: il trionfo firmato da un esordiente vincente
6 Aprile 2022
18. Christian Alberto KILY GONZALEZ

Il cursore di fascia sinistro è uno degli elementi più esperti del contingente argentino di stanza al Mestalla. Infatti Kily è alla sua terza stagione con la maglia del Valencia addosso e vi rimarrà per un’altra stagione prima di seguire il suo mentore Cuper in quel di Milano per vivere un’opaca esperienza in nerazzurro. Segna tre reti in ventisei partite e sforna assist in quantità – se rapportato alle reti realizzate in campionato – per i compagni di squadra.
19. Francisco RUFETE

Dopo esser cresciuto nella cantera del Barcellona, il Valencia mette sul piatto del Malaga – società con la quale si è messo in gran mostra – ben quindici milioni di euro per convincere il club andaluso a lasciar partire l’elemento più talentuoso della sua rosa. E sebbene impieghi del tempo per entrare al meglio nelle dinamiche dei Los Che, Rufete con il passar degli anni si fa apprezzare sempre di più, segnando ben cinque reti in campionato che spesso risulteranno decisive per la conquista del primo titolo da trent’anni a questa parte.
20. Jocelyn ANGLOMA

Spingeva; spingeva tanto Angloma. Terzino che aveva una vera e propria predilezione per le scorribande offensive. Velocità e accelerazione da far invidia ad un centometrista, grazie al suo fisico prestante poteva essere utilizzato anche come difensore centrale. Si mette in luce con il Paris Saint-Germain e poi passa all’Olympique Marsiglia con cui vince la Coppa Campioni battendo il Milan di Fabio Capello. Le tragiche vicissitudini sportivo-giudiziarie del presidente Bernard Tapie provocano l’esclusione dei campioni d’Europa, con il conseguente fuggi-fuggi dei talenti transalpini. Dalla Guadalupa all’ombra della Mole. Jocelyn approda in Serie A. Con quel baffetto alla Tom Selleck, Angloma si mette in mostra con la maglia del Torino sposando alla perfezione la filosofia di mister Nedo Sonetti. Dopo un’altra stagione granata il passaggio all’Inter con cui sfiora la conquista della Coppa UEFA. Saluta l’Italia destinazione Valencia da cui si congeda con tanto di Liga conquistata a trentun anni dall’ultima volta.
21. Pablo Cesar AIMAR

Fantasia all’ennesima potenza. Con quel piede destro fatato, capace di fare innamorare i tifosi. Idolo in Argentina, leggenda del River ma anche particolarmente osannato dai supporter di Valencia e Benfica. Diciamolo, un vero peccato che non averlo potuto apprezzare in Serie A. Giocatore dal puro talento, estroso, dall’ottimo dribbling, e capace di mandar in porta i compagni con una certa facilità, El Payaso è stato una fonte d’ispirazione nientemeno che per sua maestà Lionel Messi. Ma non finisce qui. Anche l’altro Dio del calcio, quello “vero”, Diego Armando Maradona lo ha definito come il Nuovo Diego. Più che un’etichetta, una vera e propria spada da Damocle difficile da conviverci. Re Diego ovviamente rimane e rimarrà unico e ineguagliabile ma anche Aimar si è tolto le sue soddisfazioni. Doveva andare al Barça, ma finì al Valencia. Vince quattro titoli, con Benitez che lo schierava nel suo ruolo ideale, in quel 4-2-3-1 tanto caro all’argentino che gli permetteva di spaziare per tutta la trequarti. Poteva finire in Inghilterra, seguendo Rafa al Liverpool, ma optò per concludere la sua esperienza europea rimanendo nella penisola iberica, con gli spagnoli del Real Saragozza prima e i portoghesi del Benfica poi.
22. Gonzalo DE LOS SANTOS

Dall’Uruguay con furore. Mediano dal fisico dopo fatto man bassa di titoli con il Peñarol in patria, si trasferisce in Europa, trovando nel campionato spagnolo il suo habitat naturale. Inizia al Merida, poi il trasferimento al Malaga, il ritorno nella Liga e altre due stagioni dal rendimento autorevole lo confermano come uno dei pilastri del centrocampo biancoazzurro, suscitando cosi l’interesse del Valencia. Nonostante la vittoria della Liga, Gonzalo non riuscirà mai a entrare dalla porta principale del radar di Rafa Benitez. In tre stagioni metterà a referto un totale di quarantatré gare e due reti. Sicuramente più stimolante l’esperienza all’Atletico Madrid dove si ritrova a fare coppia in mezzo al campo con l’attuale allenatore dei Colchoneros, Diego Simeone. Dopo Maiorca ed Hercules torna a casa per chiudere la carriera con il Peñarol.

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