Il vivaio del Cesena è uno dei più sottovalutati d’Italia? Ecco i 25 miglior giocatori
9 Dicembre 2021
Nicola CAMPEDELLI

Giovanili e prima squadra sono parte della classica trafila di un giocatore come pure di un allenatore. Sono pochi, però, quelli che hanno fatto entrambi i percorsi con la stessa squadra. È il caso di Nicola Campedelli, che col Cesena (dopo un anno in prestito al Castel San Pietro) ha debuttato in B nel campionato 1999-00. Due anni di Salernitana, ben cinque di Modena lo consacrano come uno dei migliori centrocampisti della cadetteria: dei gialloblù all’epoca sarà l’acquisto più costoso, debuttando in A nel 2002-03 e retrocedendo invece nel campionato successivo. Nel 2007 fa rientro a Cesena, ma la parentesi è poco propizia stante la retrocessione in Prima Divisione. Non fortunatissima nemmeno quella da allenatore del Cavalluccio, nel 2012. Dalla scorsa estate, è ritornato “in patria” per l’ennesima volta, in veste di tecnico dell’Under 16).
Giampiero CECCARELLI

Ceccarelli sta al Cesena, come Totti sta alla Roma. Una vita con una maglia, spesa per una sola città, per una sola piazza. Record man di presenze col Cesena, sono 520 (ed otto gol), ne fanno un highlander assoluto. Dal 1957, quando aveva soli nove anni, al 1985 sul campo, dal 1986 vice allenatore di “Maciste” Bruno Bolchi, Albertino Bigon, Marcello Lippi, Gaetano Salvemini, Attilio Perotti, Marco Tardelli e Azeglio Vicini, ha accompagnato in panchina, sino al 1999, il cammino del Cesena. Per cui, dal 2011 al 2018, è stato anche osservatore.
Gianni COMANDINI

Cesenate purosangue come Bernacci, fa l’esordio in B coi bianconeri nella stagione 1995-96, annata in cui scende in campo solo una volta. Va in prestito nel 1996-97 al Montevarchi e rientra a Cesena in due anni, nei quali segna venti reti e riporta i romagnoli tra i cadetti. L’exploit di Gianni non passa inosservato dalle parti di Vicenza, che lo acquista già nel 1998. Gioca un anno al Menti, contribuendo in modo fondamentale al ritorno in A del vecchio Lanerossi. Per la cifra non modica di venti miliardi di lire, se lo aggiudica il Milan: in rossonero solo un anno, il gol contro la Dinamo Zagabria nel preliminare di Champions League, ma soprattutto la doppietta nel derby all’Inter (terminato 6-0). Dopo l’anno sotto la Madonnina, l’Atalanta di miliardi per accaparrarselo ne spende addirittura trenta (al moneto l’acquisto più caro del club orobico). In nerazzurro gioca sino al 2004, segnando complessivamente dieci gol. Nel 2005 dopo sette gare in B con la Ternana, decide di lasciare il calcio per dedicarsi a due grandi passioni: girare il mondo e diventare deejay.

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