Il vivaio del Cesena è uno dei più sottovalutati d’Italia? Ecco i 25 miglior giocatori
9 Dicembre 2021
Alberto FONTANA
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Un altro figlio di Cesena, nel suo percorso tutto il settore giovanile bianconero. Nel 1986 le prime apparizioni sono con la Vis Pesaro in C2, poi nel 1988-89, anno che anticipa il suo rientro definitivo al Cesena. Gioca in A, restando sino al 1993 e difendendo la porta cesenate in 111 occasioni, vivendo anche la retrocessione. Vive la carriera a “blocchi” di quattro anni. A Bari, tra il 1993 e il 1997 fa il titolare e festeggia due promozioni in massima serie, quindi cala il poker di annata con l’Atalanta (promozione in A nel 2000, e a gennaio 2001 va al Napoli per soli sei mesi). L’Inter, dal 2001 al 2005 è la vetta che tocca a livello a di importanza di club. Secondo di Francesco Toldo, riesce comunque a ritagliarsi dieci gare in campionato, due in Champions League e quattro in Coppa Uefa. Nel 2005 lo acquista il Chievo Verona con cui arriva settimo, ma complice il terremoto Calciopoli, arriva la qualificazione ai preliminari di Champions. Gli ultimi tre anni di carriera sono invece al Palermo: parte secondo di Agliardi, ma poi si prende la titolarità.
Emanuele GIACCHERINI
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A soli trentasei anni potrebbe ancora tranquillamente calcare i campi di A e B, abbandonati nello scorso giugno. Giaccherini cresce da ragazzino nel settore giovanile del Bibbiena (Arezzo), e a sedici anni va a Cesena, laddove completa la trafila. Tra il 2004 e il 2007 va in prestito in C2 prima al Forlì e poi al Bellaria Igea Marina. È super la sua annata in C2 al Pavia, con dieci reti realizzate, come altrettanto strepitose sono le sue tre annate a Cesena, con cui conquista il doppio salto dalla C1 alla A. Le ventiquattro reti tra campionate e coppe gli valgono anche la chiamata della Juventus di Antonio Conte, che su Giaccherinho punta forte. In bianconero vince due scudetti e nel 2012 fa parte della Nazionale di Cesare Prandelli che perde la finale dell’Europeo per mano della Spagna. Nel 2013 lascia l’Italia ed accetta la chiamata del Sunderland, con cui trascorre due stagioni. Torna in Italia prima con Bologna e poi con Napoli, ritrovando anche l’azzurro complice la presenza in panchina come cittì di Conte. Ad Euro 2016 segna la rete che vale l’iniziale vantaggio contro il Belgio. A livello di club invece chiude la carriera con il Chievo Verona, disputando le ultime due annate di B, per poi dedicarsi al ruolo di telecronista.
Mattia GRAFFIEDI
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È Alberto Cavasin a spalancargli le porte del grande calcio, dopo averlo notato distinguersi con la selezione Primavera del Cavalluccio Marino che, durante la stagione 1997-98, conclude il campionato alle spalle di Roma e Atalanta. Il trainer, dunque, lo inserisce nella rosa della prima squadra per sfruttarne la velocità alla quale abbina un’ottima tecnica. La sua prima stagione da professionista si conclude con l’obiettivo della salvezza centrato anche grazie alle sue quattro reti in quindici uscite stagionali, durante le quali mette in mostra tutto il suo talento. Ed è così “convincente” che il Milan investe ben quindici miliardi per metterlo sotto contratto. Tuttavia, un infortunio ne rallenta la crescita e, dopo aver rifiutato un prestito al Verona, inizia un lungo giro d’Italia che lo vede vestire le casacche di Ternana, ancora Cesena, Napoli, Ancona, Fiorentina, Siena, Modena, Triestina, Piacenza, Gubbio e San Marino. Gli allenatori con cui nasce un rapporto di reciproca stima sono proprio Alberto Cavasin – che lo ha voluto anche nella Fiorentina – e Luigi Simoni: quest’ultimo lo ha allenato durante le esperienze di Ancona e Gubbio.
Gianluca LEONI
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Cesena, in pratica sempre e solo Cesena. Laddove è nato nel 1965, e con cui ha giocato oltre una decade. Della storia del club bianconero è il terzo calciatore col maggior numero di presenze, alle spalle di Giampiero Ceccarelli e di Adriano Piraccini. Dal 1982 al 1995 sono 256 le gare giocate, pima di chiudere la carriera con Spezia e Treviso. Dal 2013 al 2020 ha allenato nel settore giovanile cesenate, dimostrando un attaccamento alla causa da vero cesenate.
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