Da Piatra Neamt a Rennes: la pazza Coppa Intertoto della Juventus
29 Ottobre 2022
La rosa completa della Juventus che prese parte alla Coppa Intertoto nel 1999-00. Quando Del Piero, Inzaghi e Zidane furono costretti ad anticipare le vacanze per garantire un posto UEFA alla Vecchia Signora
Al crepuscolo del XX secolo, la Juventus si presenta ai nastri di partenza della nuova stagione in netto anticipo rispetto all’usuale. Infatti, dopo il disastroso campionato archiviato qualche mese prima, durante il quale si è celebrata la traumatica chiusura del ciclo-Lippi, la Vecchia Signora deve iniziare la stagione nel mese di luglio per non mancare l’ingresso in Europa. E tutto dipende dall’andamento della Coppa Intertoto.
Nel neonato torneo istituito dalla UEFA per consentire alle squadre posizionatesi a ridosso delle dirette qualificate alle coppe europeo c’è una partecipante d’eccezione come la compagine bianconera. I ragazzi di Carlo Ancelotti hanno perso lo spareggio con l’Udinese al termine della regular-season per l’accesso nel tabellone di Coppa UEFA: 1-1 a Torino e 0-0 a Udine. Festeggiano i friulani, mentre i piemontesi sono costretti a sconvolgere il loro calendario per superare le forche caudine della Coppa Intertoto ed evitare una stagione senza coppe europee. Sarebbe un’onta difficile da cancellare.
L’Intertoto è un torneo che regala e dissemina insidie sui percorsi delle squadre che iniziano i rispettivi campionati a ridosso del mese di settembre, come spesso accade a quelle italiane. E la Juventus non fa eccezione, chiamata alla trasferta in Romania contro il Ceahlăul Piatra Neamt. Il nome è tutt’altro che altisonante, ma con gli arancionerogialli ben più avanti nella preparazione, i ragazzi di Ancelotti soffrono e la partita termina con un prezioso 1-1 in trasferta con Tacchinardi che rimedia nella ripresa all’iniziale vantaggio dei padroni di casa. Lo 0-0 maturato al Dino Manuzzi di Cesena – è la casa bianconera per la competizione – temere più del dovuto, ma il primo ostacolo è superato.
Nel secondo turno dell’Intertoto, la Juventus è chiamata all’impegno contro i russi del Rostov Rostselmash. Sono passati solo quattro giorni dall’impegno di Cesena e i bianconeri affrontano la trasferta sulle rive del Don. Per fortuna di Ancelotti, ci pensa Zambrotta a spianare la strada verso il successo con il gol che apre l’incontro, completato dalla doppietta di Inzaghi e dal gol di Kovacevic. L’incontro di ritorno, così, diventa praticamente una formalità e in Romagna matura un rotondo 5-1 che esalta SuperPippo, autore di una tripletta, mentre Tacchinardi e Del Piero completano il pokerissimo.
Il numero 9 della Juventus dimostra di aver iniziato la stagione in maniera scoppiettante e infatti è lui a semplificare la vita alla Juventus, grazie al 2-0 rifilato nella finale d’andata al Rennes: il successo coi bretoni, infatti, è tutta farina del suo sacco e consente alla Vecchia Signora di affrontare la trasferta in Francia con relativa tranquillità e dopo il 2-2 dello Stade de la Route de Lorient la Juventus celebra l’accesso alla Coppa UEFA e mette sulla sua bacheca un nuovo, inedito trofeo.
Ecco, dunque, che celebriamo gli autori di quella “estemporanea” rincorsa alla qualificazione in Coppa UEFA. Dedicandolo soprattutto a Edwin van der Sar che oggi spegne cinquantadue candeline.
1. Edwin VAN DER SAR
Il portierone olandese è stato prelevato dall’Ajax con il mandato di non far rimpiangere un numero uno come Angelo Peruzzi che, dopo otto anni di successi, ha lasciato la Juventus per seguire Marcello Lippi nella sua avventura all’Inter. L’impatto con la realtà bianconera è, inevitabilmente, oggetto di diverse critiche: sebbene il suo talento sia innegabile, il paragone con il suo predecessore è ingombrante. Il primo portiere straniero nella storia del club resta a Torino per due anni, lasciando l’Italia per andardsene in Inghilterra. Viene tempestato – forse eccessivamente – dalle critiche dei tifosi bianconeri, i quali lo additano come uno dei principali responsabili dello Scudetto perso con la Roma nel 2000-01. Se ne va al Fulham e al Manchester United poi, dove alza da eroe la sua seconda Champions League al cielo.
2. Ciro FERRARA
Non sembrano passare le primavere per lo scugnizzo che è ormai un punto di riferimento della difesa bianconera. Ferrara può giocare indifferentemente da terzino o da difensore centrale e per questo Ancelotti lo impiega in tutte e sei le partite in cui la Juventus è impegnata per superare lo scoglio dell’Intertoto. Sarà un pilastro in campo e fuori fino al termine della sua carriera che arriva nel 2005, all’età di trentotto anni dopo aver superato il traguardo delle 500 partite in Serie A, divise pressoché equamente fra Napoli e, appunto, Juventus.
3. Zoran MIRKOVIC
Dopo un incoraggiante inizio con Marcello Lippi, l’arrivo di Carlo Ancelotti coincide con la flessione nell’impiego e nel rendimento del difensore serbo giunto nel 1998 dall’Atalanta. Il tecnico emiliano lo chiama in causa in quattro delle sei partite che la Vecchia Signora affronta per arrivare in Coppa UEFA, partendo per tre volte nell’undici titolare. Pian piano, però, con l’andare della stagione esce gradualmente dal novero dei titolari e al termine della stagione decide di andarsene per sposare la causa del Fenerbahçe.
4. Paolo Iglesias MONTERO
Non è una Coppa Intertoto indimenticabile quella di Paolo Montero. Infatti, il difensore centrale uruguaiano rimedia la sua “classica” espulsione in occasione del match di ritorno con il Rostov Rostselmash. D’altronde, cosa ci si vuol fare: il carattere indomito del sudamericano rappresenta il suo marchio di fabbrica. Definirlo grintoso può sembrare riduttivo e, anzi, per anni ha incarnato appieno lo spirito juventino che vuole ogni giocatore dare tutto per la maglia. Anche se talvolta Paolo esagerava. Rimarrà in bianconero fino al 2005 quando poi lascia l’Europa (da calciatore) per tornare in Sudamerica e vestire la casacca del glorioso San Lorenzo, per poi terminare con quella del Peñarol. Lì dove tutto era iniziato.
5. Sunday OLISEH
Mimmo è uno degli acquisti di punta dell’estate 1999. Infatti, la Juventus versa ben ventuno miliardi di lire nelle casse dell’Ajax dopo che con i Lancieri ha dimostrato di essere in possesso di quegli ottimi numeri messi in mostra cinque anni prima con i colori della Reggiana addosso. Sebbene in molti vedano in lui il metronomo di centrocampo del futuro, purtroppo Oliseh sarà una delle più grandi delusioni stagionali, tanto da essere ceduto al Borussia Dortmund dopo appena un campionato, passato più accanto ad Ancelotti in panchina che in campo a recuperar palloni.
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