La cavalcata in Coppa UEFA del Napoli di Careca e Maradona
5 Ottobre 2021
Quando nel 2003 il Napoli era sull’orlo del fallimento, la prima pagina sportiva de Il Mattino riportava le sue parole: «Se il Napoli mi vuole, sono pronto». Era il Napoli di Andrea Agostinelli e del Luigi Simoni bis. Antonio Careca aveva 43 anni, e aveva già dato l’addio al calcio proprio al San Paolo, in un’amichevole tra quel suo Napoli, e quel suo Brasile, finita per 3-3. Quella squadra, che poi avrebbe ceduto il passo alla curatela fallimentare ed all’arrivo di De Laurentiis, era ben lontana dai fasti che aveva vissuto lui, fra scudetti e coppe: quel Napoli era fra le squadre più forti del mondo, sospinta da un popolo che aveva fame di vittorie.
Careca arrivò a Napoli nell’estate del 1987: insieme a Maradona ed a Giordano, componeva l’attacco di quella squadra Ma.Gi.Ca. che aveva il tricolore cucito sul cuore. Con la maglia del Napoli, ha realizzato 96 reti in 221 presenze, e la sua migliore stagione realizzativa è stata quella del 1988-89, quando quella squadra salì sul tetto d’Europa vincendo la Coppa UEFA.
La Coppa UEFA era l’antesignana dell’attuale Europa League: alla competizione partecipavano le squadre meglio classificate nei campionati nazionali. Ai nastri di partenza, ai trentaduesimi di finale, le squadre italiane erano la Juventus, la Roma, l’Inter ed il Napoli.
Gli azzurri di Ottavio Bianchi, trovarono i greci del PAOK Salonicco, e superarono il turno grazie al risultato complessivo di 2-1; l’andata al San Paolo si disputò il 7 settembre 1988, ed il Napoli vinse 1-0 grazie ad un rigore di Maradona; circa un mese dopo, in Grecia, fu proprio Careca a siglare il momentaneo vantaggio dei suoi.
Lo step successivo, fu contro il Lokomotiv di Lipsia, antenata dell’attuale RB Lipsia, che attualmente disputa la Regionalliga, quarta divisione del calcio tedesco; in Germania, il 26 ottobre del 1988, ci fu un pareggio: al gol dei gialloblù tedeschi, rispose un colpo di testa di Francini; il ritorno, a Fuorigrotta, le reti di Francini, ancora, ed un’autorete di Scholz, consentirono al Napoli di passare il turno dei sedicesimi, e di incontrare il Bordeaux agli ottavi, con i quali, bastò un gol di Carnevale nella partita d’andata in Francia, a cui seguì lo 0-0 a Napoli a dicembre.
Nei quarti di finale, al Napoli si presentò davanti la rivale di sempre: la Juventus. All’andata, fu vittoria dei bianconeri, ma al ritorno, Bruno, autore di un gran gol nella partita d’andata, commette fallo da rigore su Careca: dal dischetto, Maradona non sbaglia, e fa 1-0; dopo, raddoppia Carnevale, e nei tempi supplementari, in una mischia incredibile, un colpo di testa di Renica trova la terza rete del Napoli che approda in semifinale.
Era il 5 aprile dell’89, a Fuorigrotta arriva il Bayern che quell’anno avrebbe vinto il suo undicesimo titolo di campione di Germania: ma questo, a Maradona e Careca, non spaventava, e neanche a Carnevale; al ritorno, all’Olympiastadion, era quella partita di quando D10S dette spettacolo durante il riscaldamento, palleggiando a ritmo di “Life is Life” con gli scarpini slacciati. Il Napoli trova il vantaggio ancora con Careca, poi ci fu il gol del pareggio, ma Careca dopo fa doppietta, che consentì l’approdo in finale di coppa. A poco, se non agli almanacchi, servì il gol del definitivo pari dei bavaresi.
Il 3 maggio del 1989 Napoli era tutta azzurra, ma un gran gol di Gaudino, di origini casertane, zittì lo stadio. Dopo, un fallo di mano in area di rigore, consentì a Maradona di trovare il gol del pareggio. Sempre nella prima frazione di gioco, un contropiede azzurro favorì il raddoppio del Napoli, di Antonio Careca.
Nella partita di ritorno, a maggio dell’89, il duo brasiliano Careca-Alemão confezionò il primo gol del Napoli, sfruttando un buco nella difesa tedesca. In seguito, c’è stato il pari, e poi il nuovo vantaggio degli azzurri che segnò con Ciro Ferrara, e, infine il terzo gol, di Careca, dopo un regalo di Maradona che gli servi il pallone al centro dell’area con il solo portiere da battere. Quella finale di ritorno finì 3-3, con due svarioni difensivi della squadra del Napoli che regalò, di fatto, il pareggio alla squadra biancorossa.
In quella competizione, Antonio Careca segnò sei reti, e si classificò alle spalle di Thorsten Gütschow, che giocava nella Dinamo Dresda, e segnò una sola rete in più del campione brasiliano.
di Michele Bellame

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