Privacy Policy La classifica dei 100 calciatori più forti del XX secolo secondo gli inglesi - Pagina 4 di 10

La classifica dei 100 calciatori più forti del XX secolo secondo gli inglesi

1 Febbraio 2022

70. Juan Alberto SCHIAFFINO (49 punti)

Il più grande giocatore della storia del calcio uruguaiano. Trascinatore della Celeste Campione del Mondo nel 1950 e autore di una delle due reti che ribaltarono il Brasile nella finalissima del Maracanaço, Pepe era un giocare unico ed inimitabile, un regista dalla tecnica perfetta. Secondo il professore Gianni Brera, la qualità di Schiaffino era talmente grande che pareva che nascondesse torce elettriche nei piedi. Con il Milan vinse una Coppa Latina e tre Scudetti. Concluse la carriera con la Roma con cui conquistò una Coppa delle Fiere. Si spense in una fredda notte del novembre del 2002. Leggendario.

69. Sándor KOCSIS (49 punti)

Classe 1929, Ferencvaros, Honved e Barcellona le tappe più importanti della carriera dell’attaccante ungherese, settantacinque reti in sessantotto partite con la maglia dei magiari. La leggenda vuole che più o meno la metà dei suoi gol sia stata realizzata di testa. E’ morto a Barcellona alla soglia dei cinquant’anni.

68.  Dixie DEAN (49 punti)

Bomber inglese che definire prolifico è addirittura riduttivo. Classe 1907, sessanta gol in una sola stagione realizzati nel 1928 con la maglia dell’Everton, dove gioca dal 1925 al 1937 mettendo insieme la bellezza di 383 reti in 433 partite giocate.

67. Davor SUKER (50 punti)

Arrivato al Bernabeu dal Siviglia, il croato si consacra come bomber vero e completo, esaltato dal gioco di Fabio Capello con cui vive la stagione nella quale sicuramente riesce a mostrare tutte le due qualità tecniche, segnando e mettendosi al servizio dei compagni. Ad un passo dalla gloria con la Croazia nei Mondiali del 1998, quando la sua nazionale si ferma soltanto al cospetto della Francia futuro Campione del Mondo, vincendo pure la Scarpa d’Oro della rassegna.

66. Daniel PASSARELLA (51 punti)

Prototipo del libero sudamericano: elegante, tecnico, carismatico, “regista basso” per far partire la manovra e leader difensivo a guidare il reparto. El Caudillo (il generale) è stato il Baresi in biancoazzurro, dotato di un mancino educato e di una personalità che usciva dal terreno di gioco: dopo gli inizi al Sarmiento, passa al River, dove si consacra a livello internazionale; si trasferisce alla Fiorentina, quindi Inter e ritorno in biancorosso per gli ultimi anni. Unico argentino ad aver vinto entrambi i Mondiali, Passarella è anche il difensore puro più prolifico di sempre, con 178 reti all’attivo – Koeman lo precede – ma veniva schierato anche a centrocampo. Nella sua bacheca anche sette campionati nazionali.

65. Alan SHEARER (52 punti)

Leader, centravanti di mestiere, nel cuore anche soltanto per la sua esultanza semplice eppure tanto emblematica, capace di vincere uno scudetto con il Blackburn Rovers, sfiorato dopo Euro 1996 da Manchester United e Juventus, Alan sceglie col cuore e va a giocare nella squadra della sua città, restando fino al 2006 e continuano a segnare quello che ha sempre saputo fare benissimo. Gol.

64. ROBERTO CARLOS da Silva (52 punti)

Principe di una generazione di terzini che in lui hanno trovato gioia e ispirazione. Una consacrazione che è iniziata con il suo arrivo alla corte del Real Madrid, e non provate a parlarne dalle parti della Pinetina, dove ancora si dannano l’anima per non averlo compreso e per esserselo lasciato sfuggire: spinta e copertura, difesa e offesa, Roberto Carlos nel contesto madridista si esalta, vincendo tutto quello che c’è da vincere e segnando di fatto un’epoca. Ed è nella storia del Real Madrid dal gennaio 2006, quando gioca la sua gara numero 330 con la maglia dei Blancos, diventando lo straniero con il maggior numero di presenze al Real. Chi ha superato? Alfredo Di Stefano. Non proprio uno dei tanti.

63. SOCRATES Brasileiro de Oliveira (53 punti)

Circoscrivere in poche righe quel che ha significato Socrates nell’economia del calcio brasiliano e mondiale non è certo impresa semplice. Ci limitiamo poco edificante esperienza del Tacco di Dio con la maglia viola della Fiorentina. Quando la famiglia Pontello mette sul piatto della bilancia oltre cinque miliardi di lire per assicurarsi Il Dottore, la sensazione è che finalmente la Viola potrà ambire ad obiettivi sempre più ambiziosi. La presenza del brasiliano al centro del campo fa sognare i tifosi che, però, dovranno scontrarsi con l’amara realtà dei fatti. Seppur si presenti al gran pubblico con uno splendido lob nel 5-0 all’Atalanta, la sua lentezza lo fa inevitabilmente piombare al centro delle critiche. Resta il simbolo della Democracia Corinthiana.

62. Glenn HODDLE (53 punti)

Tottenham, Monaco, Swindon Town e Chelsea le tappe della carriera di questo centrocampista, perno della nazionale inglese che ha anche allenato. Il suo meglio lo ha dato agli Spurs, con cui da giocatore ha vinto die Coppe d’Inghilterra, una Charity Shield e una Coppa Uefa. Al suo attivo anche un campionato francese con il Monaco.

61. David GINOLA (53 punti)

C’è stato un momento di gloria mondiale per lui, quando è apparso sulla copertina di FIFA 97. Sembrava pronto ad essere celebrato e ricordato, eppure è sempre stato un passettino indietro ai grandi con cui si è trovato a giocare, quello che è accaduto per esempio al PSG con Weah o col Newcastle prima e col Tottenham poi con Les Ferdinand, stella di prima grandezza di quella Premier: con gli Spurs tuttavia David vive le sue stagioni più brillanti, consacrandosi nel 1999 come miglior giocatore del campionato. Quel passettino che ha impedito a Ginola di essere tra i migliori di sempre in Europa, dove oggi manca un talento fulgido come quello del ragazzo di Gassin.

Grandi nomi nella prossima pagina, ve ne diciamo soltanto uno: Milla!