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La classifica dei 100 calciatori più forti del XX secolo secondo gli inglesi

1 Febbraio 2022

60. Andriy SHEVCHENKO (54 punti)

Con il sette sulle spalle, ma con l’attitudine del più letale dei numeri nove. D’altronde, quando si è il prediletto di una nidiata di campioni tirata su dal Colonnello Valeriy Lobanoskyi, non potrebbe essere altrimenti. Un attaccante tecnico, atletico e fisico: con un istinto innato. La combinazione perfetta per il Milan orfano del Cigno di Utrecht. Nel 2003 trova l’apoteosi milanista, con la vittoria della Champions League dove Sheva divenne il simbolo con l’ultimo penalty realizzato che fece impazzire i suoi tifosi.

59. Michael LAUDRUP (55 punti)

Photo: Juha Tamminen

Il rimpianto più grande: non essersi unito alla Danimarca ripescata, data la guerra in Jugoslavia, per prendere parte a quell’Euro ’92 che poi incredibilmente vincerà. Non si limita certo a questo la carriera di Michael Laudrup, fantasista dall’invidiabile tecnica e dal fisico da calciatore moderno, in Italia con le maglie di Juventus e Lazio. In Spagna si unì al Barcellona rivoluzionario di Cruyff, con cui vinse la Coppa dei Campioni 1992, prima di un passaggio, clamoroso come i suoi assist di esterno, ai rivali eterni del Real Madrid. Ha poi intrapreso la carriera da allenatore, vincendo in Danimarca, Inghilterra e Qatar. 

58. Roger MILLA (56 punti)

Uno dei calciatori africani più iconici della storia, non solo per il record di marcatore più anziano della storia dei mondiali, raggiunto nei mondiali statunitensi del 1994. Si contano, tra club e nazionale camerunense ben 431 reti totali, tuttavia alcune reti siglate in patria hanno una registrazione incerta. Arrivato in Francia a venticinque anni, nelle file del Valenciennes faticherà a inserirsi nel calcio francese, siglando sei reti in due stagioni, prima di essere ceduto al Monaco. Nel Principato le cose non vanno meglio, visto che le marcature saranno soltanto due. Il Bastia, tuttavia crede in lui e qui la sua proverbiale vena realizzativa emerge con trentacinque reti in quattro stagioni, prima di concedersi tre anni in Ligue 2, tra Saint Etienne e Montpellier, con questi ultimi troverà la promozione e gli ultimi diciannove gol nel massimo campionato francese.

57. Paul GASCOIGNE (57 punti)

La carriera di Paul John Gascoigne avrebbe di certo avuto uno sviluppo molto più importante, se non avesse dovuto combattere contro i suoi demoni più intimi. Centrocampista di classe supportato da un fisico possente, dopo esser cresciuto nel Newcastle ed essersi affermato con il Tottenham Hotspur, si rompe il ginocchio dopo un fallaccio su Charles nella finale della FA Cup 1991, rimandando di un anno il suo approdo alla Lazio. Un gol per pareggiare il derby di Roma prima di un nuovo grave infortunio, in uno scontro col giovane Alessandro Nesta. Una rete al volo contro la Scozia a Euro ’96 – dopo sombrero all’avversario – forse il suo momento calcistico più alto.

56. Kevin KEEGAN (60 punti)

Uno dei più forti di sempre, inutile girarci intorno. Due volte Pallone d’Oro (1978 e 1979) è stato per anni una colonna portante del Liverpool, prima di emigrare in Germania dove ha vestito la maglia dell’Amburgo. Nelle vesti da allenatore ha sfiorato la vittoria del campionato alla guida del Newcastle nel 1996 e 1997, piazzandosi dietro al Manchester United in entrambi i casi.

55. Josè Luis CHILAVERT (61 punti)

La figura gigantesca di Chilavert si tramuta ben presto in quello che ancora adesso è l’emblema del calcio paraguaiano. Svelto e guizzante tra i pali, ma con una forte personalità che lo porta a distinguersi dai suoi colleghi di reparto attraverso la sua caratteristica dominante: la battuta dei calci da fermo. Il suo mancino disegnava parabole imprendibili, tanto su rigore quanto su punizione, e in carriera – giocando prevalentemente con il Velez Sarsfield e San Lorenzo – arriverà a segnare 62 gol.

54. Frank RIJKAARD (62 punti)

Hai diciassette anni. Esordisci con i grandi quando Leo Beenhakker si rivolge a te, chiamandoti in causa. Scendi in campo e, seppur le tue consegne prevedano di piazzarti al centro del campo, o addirittura al fianco dei difensori, riesci anche a segnare a pochi minuti dal tuo ingresso in campo. Se ravvedete parallelismi con la vostra storia personale, allora siete Franklin Rijkaard, senza alcun dubbio. Che sia anch’egli un predestinato lo si capì sin dal giorno del suo esordio, avvenuto nel 1980. Per sette stagioni, la sua corsa e la sua disciplina gli hanno consentito di far ben presto breccia nei cuori dei supporter dei Godenzonen. D’altra parte: se non sei versatile, non sei da Ajax. E vorremmo anche ben vedere, essendo nella patria del Totaalvoetbal. Nel 1988 arriva la chiamata del Milan di Sacchi, dove ritrova il suo ex compagno di squadra che faceva tanti gol – Marco van Basten – e quella pantera dai lunghi capelli che tanti metri gli aveva fatto percorrere quando aveva incrociato i cammini di Feyenoord prima e PSV Eindhoven poi: Ruud Gullit.

53. Eduardo Gonçalves de Andrade, TOSTÃO (63 punti)

Capace di giocare ovunque nel fronte offensivo, questo attaccante brasiliano si è caratterizzato per grande tecnica ed eccelso fiuto del gol. Gli oltre 300 gol messi a segno in carriera tra squadre di club (America Mineiro, Cruzeiro e Vasco da Gama) e nazionale stanno lì a confermare la grandezza di Tostao (Monetina) così chiamato per il suo fisico minuto.

52. Claudio CANIGGIA (64 punti)

In Italia lo abbiamo visto con le maglie di Verona, Atalanta e Roma. Contro l’Italia ha messo a segno il suo gol forse più importante, quello che ha dato il pareggio all’Argentina contro gli azzurri nella beffarda semifinale di Italia 90. Il soprannome Figlio del Vento parla per lui: Caniggia è stato un’ala tecnica e veloce, dal dribbling sfacciato ed ubriacante.

51. RIVALDO Vitor Borba Ferreira (71 punti)

Lunghe leve, agilità e sinistro delizioso: c’era tutto nel calcio di Vítor Borba Ferreira, Rivaldo, trequartista o seconda punta, Campione del Mondo nel 2002 con il 10 del Brasile sulle spalle, ha vissuto gli anni migliori a Barcellona, a cavallo tra la fine degli anni ’90 e i primi 2000. Pallonetti, rovesciate spettacolari come quella contro il Valencia nel 2001: tante perle nel repertorio del brasiliano, anche Campione d’Europa con il Milan, seppur in una fase già discendente della sua importante carriera. 

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