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La classifica dei 100 calciatori più forti del XX secolo secondo gli inglesi

1 Febbraio 2022

20. GARRINCHA (361 punti)

Manoel Francisco dos Santos, ma tutti lo conoscono come Garrincha: la migliore ala destra di tutti i tempi, su questo non vi è alcuna ombra di dubbio. Nel Mondiale in Svezia nel 1958, lui e Pelé che incantano l’universo, e poi nel 1962 in Cile con Pelè praticamente ai margini, fu decisivo per la conquista del Mondiale.

19. Franco BARESI (371 punti) 

 Con Gaetano Scirea il prototipo del libero italiano ma niente sembra accomunarli. All’anagrafe Franchino, per tutti semplicemente Franco, Baresi è stap bandiera inossidabile del Milan, il numero 6 ritiro dal club rossonero e la bandiera con numero e nome che campeggia ancora in Curva Sud. Dal 1977 ha difeso ed onorato la maglia quasi come nessun altro. Tra gli anni 80 e 90 è stato tra i grandissimi. Unica “pecca” il calcio di rigore calciato, nella finale di Pasadena ad Usa 94 contro il Brasile, alle stelle.

18. Arthur Antunes Coimbra ZICO (390 punti)  

Vederlo in Italia con la maglia dell’Udinese, come direbbe Fabrizio De Andrè nella canzone Geordie, è stato un privilegio raro. Fantasia al potere, classa pure, il Pelè bianco trascorse due anni in Friuli: ventiquattro mesi che nessuno si scorderà mai. Soprannominato O Galinho, il galletto, legò principalmente il suo nome al Flamengo e alla nazionale brasiliana. Eletto per 3 volte Calciatore sudamericano dell’anno occupa la quattordicesima posizione nella lista dei migliori 50 giocatori del XX secolo redatta dall’ IFFHS.

17. Stanley MATTHEWS (429 punti)

Pallone d’Oro 1956, vero e proprio totem del calcio inglese, prototipo del calciatore moderno e tra i più grandi di sempre. Centrocampista classe 1915, ha giocato ad alti livelli fino a 50 anni. La curiosità: tra il 1965 e il 1968 ha girato il mondo allenando squadre di calciatori dilettanti. L’esperienza più significativa, a conferma dello spessore del personaggio, è stata quella in Sudafrica, dove, nonostante le dure leggi sull’apartheid istituì una squadra composta esclusivamente da giocatori neri (nota come Stan’s Men) a Soweto nel 1975.

16. Roberto BAGGIO (486 punti)

Il Divin Codino è stato l’essenza del calcio. Sia umanamente che professionalmente. Mai come intorno a lui si è cementata una nazione intera, per cercare di tributargli il giusto riconoscimento a coronamento di una carriera indimenticabile, irripetibile ed unica. Roberto è stato patrimonio nazionale, e per questo ci soffermiamo in particolare al Baggio colorato d’azzurro, una storia che abbraccia un arco di quattordici anni che racchiude cinquantasei partite, condite da ventisette reti. Anche le sue gesta in Azzurro lo porteranno alla conquista del Pallone d’Oro. E con la maglia della Nazionale si ricordano non solo le reti, ma le veroniche, le intuizioni, i lampi di genio e le giocate. La serpentina con la Cecoslovacchia, la vendetta contro chi lo aveva già definito bollito all’indomani della doppietta contro la Nigeria ad USA ’94, la dimostrazione planetaria del campione durante il campionato di Francia ’98. Non è possibile limitarsi a poche righe. Ma come lui, nessuno mai.

15. Gerd MULLER (498 punti)

In carriera 725 partite disputate e 661 reti segnate, in nazionale 68 partite giocate e 62 gol realizzati. Tra i più grandi di sempre? Certamente, senza alcun dubbio. Uomo gol per eccellenza del calcio teutonico, simbolo della Germania Ovest fino alla riunificazione, Gerd ha frantumato una serie di record impossibile da riassumere in questa sede. Centravanti strepitoso.

14. Bobby MOORE (539 punti)

Capitano dell’Inghilterra nel 1964, a 23 anni. Due anni dopo il primo e unico trofeo della Nazionale dei Tre Leoni, vinto nel mondiale casalingo. Difensore centrale del tutto atipico per i canoni inglesi: questo è stato Bobby, simbolo del West Ham, capace di leggere il gioco e di anticipare con profitto gli attaccanti avversari. Lo stereotipo del difensore possente e rude viene stravolto dall’inglese. Pelè lo ha definito il difensore più corretto mai incontrato.

13. Luis Nazario RONALDO da Lima (541 punti)

 Il giorno che Luis mise il piede in campo s’iniziò a giocare ad un altro gioco, mai visto prima. Velocità e tecnica, un compendio degno di un extraterrestre sceso sulla Terra per insegnare un nuovo gioco ai suoi coetanei. È impressionante vedere quanto tempo sia stato necessario ai difensori della sua generazione per adattarsi alla sua supersonica rapidità. Dopo le prime imprese in patria nel Cruzeiro, Ronaldo arriva in Europa al PSV Eindhoven con lo stigma del futuro campione. E lui non fa nulla per smentire le voci segnando reti a raffica. Il passaggio a Barcellona per stupire il mondo e il trasferimento all’Inter che fa tremare le mura della casa del calcio. Dopo una prima stagione-monstre, la sfortuna gli si accanisce contro: le sue ginocchia martoriate, però, non lo fermano e si laurea Campione del Mondo, prima del passaggio al Real Madrid con cui vince tutto. Chiude la sua parentesi europea al Milan, prima del canto del cigno in patria. Guarda il caso, a suon di gol.

12. Bobby CHARLTON (680 punti)

Pallone d’Oro e Campione del Mondo nel 1966 per questa eterna gloria del Manchester United, calciatore totale e universale, capace di giocare indifferentemente a centrocampo e in avanti. In carriera 807 gare giocate e 260 gol, in nazionale 106 partite e 49 reti. Mito autentico del calcio britannico. Curiosità: è il fratello di Jack Charlton. Inoltre anche gli zii, George, Jack, Jim, Stan e Jackie Milburn sono stati tutti calciatori.

11. Lev YASHIN (821 punti)

Con buona pace di Buffon e Neuer, il russo è l’unici portiere ad aver conquistato il Pallone d’Oro nel 1961. Tutta la carriera dedicata alla Dinamo Mosca per quello che probabilmente è stato uno dei più forti portieri di tutti i tempi.

Pronti per la Top Ten? Ecco la fine di questa grande cavalcata lungo un secolo di calcio!