La classifica dei 15 allenatori più vincenti di sempre nelle competizioni UEFA parla italiano
16 Aprile 2022
Essere l’allenatore di una squadra prestigiosa è probabilmente il lavoro che ogni appassionato di calcio ha sognato almeno una volta di fare: discutere con la dirigenza per scaricare un calciatore che male si adatta al progetto tecnico; chiedere un paio di acquisti che riuscirebbero a valorizzare una rosa già competitiva, magari con uno sforzo economico da parte del Presidente, innamorato del simbolo cucito sul petto; lavorare sin dall’estate per preparare gli atleti da un punto di visto fisico e tattico, partendo da zone miti fino ad accasarsi nel centro sportivo di proprietà. E poi stare sempre sul pezzo, concentratissimo, per motivare quei ragazzi che ne hanno bisogno, tranquillizzare i fumantini, stimolare i convocati in partite che rischiano di essere prese sottogamba, oppure spostare su di sé la pressione durante la conferenza stampa prima di un match decisivo.
Se da un lato chi siede sulla panchina viene lautamente retribuito, spesso con contratti che si spingono oltre un eventuale esonero, è innegabile che il più diretto responsabile dell’area tecnica sia l’allenatore: questo comporta titoli esaltanti sulle testate sportive se la squadra va bene, ma senza dubbio piovono critiche al minimo scricchiolio, si accendono le fascine sotto la graticola per due pareggi consecutivi, vengono accostati nomi di sostituti dopo una sconfitta con avversarie abbordabili e il gioco se è vincente è noioso e didattico, se è gradevole e spregiudicato è poco concreto e troppo narcisista.
In definitiva è un mestiere in cui si è costantemente soggetti a un’enorme pressione, come trovarsi in equilibrio su una corda a venti metri da terra: da un lato il gruppo, da amalgamare e far rendere al meglio delle proprie potenzialità, dall’altro i risultati, unica cosa che conta per tifosi, dirigenti e giornalisti. Eppure, nonostante il mister ricerchi la prestazione attraverso il gioco e l’allenamento settimanale, è innegabile che verrà ricordato solo se riesce in un exploit inatteso, se trionfa battendo record in serie. Insomma, se vince.
Là dove il calcio dei club è più complesso e strutturato, dove è più difficile vincere e confermarsi, dove giocano le migliori squadre al mondo, anche a giudicare dai campioni che vi militano e i contratti faraonici di cui godono, è sicuramente l’Europa. È pertanto lecito chiedersi: chi sono gli allenatori più vincenti della storia in competizioni UEFA? Ecco la risposta:
15. Diego Pablo SIMEONE – 4 trofei

Atletico Madrid: 2 UEFA Europa League, 2 Supercoppe UEFA
Allenatore argentino, ha teorizzato e messo in pratica con grande successo l’arte del “Cholismo”, un catenaccio post-moderno fatto di grinta, strenua difesa, tanta corsa e sortite offensive repentine. Simeone non ha solamente vinto quattro competizioni UEFA, ma è anche il mister straniero più vincente nella storia della Liga, con oltre 240 successi. Da calciatore era un centrocampista mai domo, con oltre cento presenze in nazionale, ma sulla panchina diventa un’icona del calcio magari non bello, eppure maledettamente pragmatico. Il Catania lo lancia e l’Atletico Madrid lo ingaggia per oltre un decennio, rendendolo a più riprese l’allenatore più pagato al mondo. I Colchoneros lo venerano, lui li ha ripagati con coppe, campionati e un senso di appartenenza unico.
14. Jupp HEYNCKES – 4 trofei

Real Madrid: 1 UEFA Champions League
Schalke: 2 Coppe Intertoto UEFA
Bayern Monaco: 1 UEFA Champions League
Dapprima attaccante niente male – ha conquistato con la nazionale tedesca l’Europeo 1972 e il Mondiale casalingo due anni più tardi – e primatista come unico capocannoniere di tutte e tre le massime competizioni UEFA (Coppa dei Campioni, UEFA e delle Coppe). Poi si mette comodo in panchina e vince tredici trofei totali, tra gli altri nelle quattro tranches con il Bayern Monaco e al Real Madrid. Da simbolo del Borussia Mönchengladbach in campo a barone dell’area tecnica in giro per l’Europa. Nel 2012-13, alla guida dei bavaresi, Heynckes ha scritto la storia della Bundesliga, trionfando con una differenza reti finale di +80.
13. José MOURINHO – 4 trofei

Porto: 1 UEFA Champions League, 1 Coppa UEFA
Inter: 1 UEFA Champions League
Manchester United: 1 UEFA Europa League
Simpatico per molti, un semidio per alcuni, detestato dagli altri. Mourinho è il fulgido esempio di bianco o nero, il suo modo di allenare non conosce compromessi o gradazioni di grigio: riesce spesso a creare un legame indissolubile con la tifoseria e con i suoi ragazzi, che per lui in campo sono disposti a gettarsi tra le fiamme. Un carneade da giocatore, accentratore sulle panchine più prestigiose d’Europa, autodefinitosi lo Special One. Secondo a Barcellona, il capolavoro della Champions vinta con il Porto, la consacrazione al Chelsea, il triplete leggendario con l’Inter, poi Real Madrid, Manchester United, Tottenham Hotspur e attualmente Roma. Ovunque vada il portoghese divide, fa parlare di sé, spreme al massimo gli interpreti a sua disposizione e, non di rado, vince (venticinque trofei complessivi in bacheca).

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