L’ultimo eroe del XX secolo: la classifica del Pallone d’Oro 1999
19 Aprile 2022
Quando racconti di chi è nato in Brasile, inevitabilmente, il denominatore che caratterizza tutti i protagonisti è rappresentato da un unico, ineluttabile paradigma: calcio, favelas e povertà. Un luogo comune che, ahinoi, trova quotidiano e drammatico riscontro nella realtà che avvolge generazioni di ragazzi venuti al mondo indifferentemente all’ombra del Cristo Redentore sul monte Corcovado o travolti dall’afa delle spiagge di platino di Belo Horizonte.
Rivaldo Vitor Borba Ferreira, invece, nasce più a Nord, nella regione di Recife. Ciò, però, non gli impedisce di conoscere la medesima sorte che colpisce la maggior parte dei suoi coetanei. E se fra i sacrifici, l’unico svago è rappresentato dal pallone, il piccolo Rivaldo fa vedere, anche ai più grandi, di saperci davvero fare. È un luogo comune, quello che narriamo, è vero. Ma è altrettanto vero che più di tutti, nella nostra storia, la forza, il carattere e la determinazione hanno un peso specifico affatto marginale. Tale da romperlo. Da soverchiarlo. Così tanto da consentire al ragazzino della città di Paulista di diventare uno degli atleti più forti sul rettangolo verde tra il ventesimo ed il ventunesimo secolo.
Inizia a far parlare di sé all’età di ventuno anni quando, dopo anni di apprendistato con le maglie di Paulista FC, Santa Cruz e Mogi Mirim, viene acquistato dal Corinthians nel 1993. Con i bianconeri di San Paolo segna tanti gol ed anche pesanti. Tant’è che l’anno dopo bussa alla porta del Timão il Palmeiras, forse la più ricca squadra del Brasile dopo l’avvento della famiglia Tanzi in società. La Parmalat crea una vera e propria corazzata e Rivaldo rappresenta il plus di una squadra che vanta in rosa campioni come Zago, Roberto Carlos, Cesar Sampaio, Flavio Conceição, Zinho, Amaral e l’ex atalantino Evair a far da spalla al giovanissimo attaccante. L’Extraterrestre è la rivelazione dell’anno e il successo finale dei Verdão nel Brasileiro del 1994 matura grazie a tre reti – delle quattro complessive – che Rivaldo rifila ai suoi ex compagni di squadra del Corinthians nel doppio match che decide le sorti del torneo.
La sua escalation prosegue e nel 1996, con la maglia del Brasile, si aggiudica la medaglia di bronzo olimpica. Questo traguardo gli consente di compiere lo step decisivo per sbarcare in Europa. È il Deportivo La Coruña che si aggiudica la corsa al giovane attaccante e il talento brasiliano ripaga l’investimento dei galiziani con una stagione da favola: terzo posto in graduatoria e ben ventuno reti messe a segno in campionato. Quasi naturale che il Barcellona lo scelga per rimpiazzare Ronaldo, partito per il Belpaese, reinvestendo quasi interamente la cifra incassata per il Fenomeno.
I Blaugrana, dunque, mantengono la vocazione verdeoro del proprio attacco. Ed i risultati sono sempre fuori dall’ordinario. Rivaldo prende per mano i catalani, trascinandoli al titolo per due anni consecutivi. Il 1999 è il suo anno magico. Insieme al titolo con il Barça e il secondo posto in classifica marcatori, alle spalle del madridista Raul, in estate giunge il successo con il Brasile in Copa America. È una sua doppietta a mettere in ginocchio l’Uruguay nella finalissima di Asuncion e l’impresa estiva in terra paraguaiana gli dà l’ulteriore spinta per convincere i giudici di France Football che sì, è lui il giocatore più forte al mondo che si appresta a spalancare le porte al nuovo millennio.
Aggiudicarsi il Pallone d’Oro è un risultato incredibile, riuscirlo a fare contro giocatori che compongono una lista di altissimo livello è un vero capolavoro.
Pensare che questi sono i giocatori entrati nella lista dei cinquanta ma che non sono riusciti a prendere neanche un voto: Barthez, Bergkamp, Blanc, Buffon, F. De Boer, Desailly, Elber, Guardiola, F. Inzaghi, Kluivert, Maldini, Morientes, Nakata, Petit, Poyet, Shovkovskyi, Thuram, Wiltord, Zola.
Continuiamo ed andiamo a vedere nel dettaglio il resto della classifica del Pallone d’Oro 1999 partendo dai giocatori che hanno ricevuto almeno un voto.
Buona scorpacciata!
26. Marcelo SALAS (Lazio)
El Matador è reduce dal suo primo anno in Europa. Il centravanti cileno ha superato ampiamente le più rosee previsioni, prendendo subito in mano l’attacco della Lazio e formando con Vieri una coppia devastante. Il tandem d’attacco ha trascinato i biancocelesti fino alla vittoria in Coppa delle Coppe, mentre in campionato lo Scudetto è sfumato proprio sul filo di lana.
26. ROBERTO CARLOS da Silva (Real Madrid)
Il terzino brasiliano si è confermato come uno dei perni inamovibili della difesa dei Blancos. Quantità e qualità per la fascia sinistra merengue che, tuttavia, ha chiuso l’annata senza grandissime soddisfazioni, né in campionato, né in Europa. Tuttavia, il ragazzo di Graça cresce bene: i madrileni hanno tra le loro mani un diamante che non svaluterà facilmente.
26. David GINOLA (Tottenham Hotspur)
Come un buon vino, il francese aumenta le qualità delle prestazioni man mano che passa l’età. Il provenzale dà lampi del suo genio in un’annata grigia, salvata dal successo in Coppa di Lega contro il Leicester City. David non finisce mai di stupire, nonostante si avvii verso i trentatré anni.
26. Edgar DAVIDS (Juventus)
Il Pitbull ha finalmente trovato la sua dimensione al Delle Alpi. Le opache prestazioni in maglia rossonera sono soltanto un lontano ricordo. Ormai l’olandese con le treccine è una pedina imprescindibile nello scacchiere della Juventus, non patendo affatto il passaggio da Lippi ad Ancelotti. Entrambi gli allenatori non possono fare a meno del suo dinamismo.
26. Andy COLE (Manchester United)
Dal giorno del suo arrivo ai Red Devils, mister Ferguson ha trovato una puntuale bocca di fuoco che segna regolarmente. Una puntualità svizzera, ma dal DNA tutto inglese. Il suo 1999 si è impreziosito man mano che ci si avvicina al nuovo millennio e il successo all’ultimo minuto in Champions League con il Bayern Monaco è il punto esclamativo di una stagione che l’ha visto andare a segno per oltre venti volte.
26. Javier CLAUDIO LOPEZ (Valencia)
Lo sfuggente attaccante argentino è diventato un punto di riferimento nell’economia del gioco di Hector Cuper e le ventuno reti messe a segno nel torneo 1998-99 ne sono la riprova. El Piojo dà letteralmente grattacapi ai suoi diretti avversari, coniugando velocità sulla breve distanza ed una tecnica sopraffina.
23. RONALDO Luis Nazario de Lima (Inter)
La classe non si discute, ma l’annata appena archiviata non è certo stata all’altezza delle aspettative. Il Fenomeno ha trovato la via della rete con regolarità, conquistando anche la fascia di capitano da un monumento dell’Inter come Giuseppe Bergomi. Tuttavia, i reiterati problemi alle ginocchia ne hanno compromesso gran parte della stagione, tenendolo ai box forzatamente. La classe non si discute, ma non basta per scalare le posizioni della classifica.
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