La classifica marcatori della Premier League 2002-03 è meravigliosa
9 Ottobre 2020
Mark VIDUKA (Leeds United) – 20 reti
Nel 1995 il suo trasferimento al Croatia Zagabria fruttò ai Melbourne Knights il denaro necessario per ampliare alcuni settori dello stadio, tuttora dedicati a quello che all’epoca era molto più di un promettente attaccante. Nel frattempo Viduka aveva esordito in nazionale, di cui era diventato punto di riferimento sin dal 1994. Con la squadra croata, Mark si è tolto lo sfizio di vincere tre scudetti di fila. In campo europeo le esperienze in Coppa UEFA del 1996-97 e successivamente in Champions League permisero al giovane attaccante di costruirsi un seguito e poter approdare nel calcio che conta, per la precisione la Scottish Premier League. Il trasferimento ai Celtic Glasgow per 3,5 milioni di sterline portò Viduka a confrontarsi per la prima volta con il calcio di Sua Maestà, molto più fisico e competitivo di quello croato. Chi ha seguito il calcio britannico di quel periodo ricorda come i Peacocks fossero una specie di Atalanta in salsa british. Dopo il terzo posto del 1999-00, il club del West Yorkshire arrivò fino alle semifinali di Champions League cedendo solo contro il coriaceo Valencia di Hector Cuper. In quel Leeds spettacolare Viduka era una delle punte di diamante. Purtroppo le ambizioni e i debiti condussero la squadra ad un velocissimo declino che si concretizzò nella retrocessione in Championship del 2003-04. Concluso il progetto Leeds, Mark fece armi e bagagli per Middlesbrough. Sulla riva destra del Tees, Viduka collezionò settantadue presenze impreziosite da ventisei marcature, di cui ben quattordici nell’ultima stagione disputata con il Boro, la 2006-07. Il momento più alto della carriera dell’attaccante australiano coincide con la più grande delusione avuta in campo europeo: la finale di Coppa UEFA persa contro il Siviglia di Enzo Maresca, grande mattatore della serata di Eindhoven, il 10 maggio 2006. Quel 4-0 subito dal Middlesbrough chiude le porte della storia a Mark, dandogli giusto il tempo di fare un’ultima grande stagione sul Mare del Nord per poi chiudere in bellezza a Newcastle.
James BEATTIE (Southampton) – 23 reti
James Scott Beattie: chi è costui? Moderno carneade del calcio d’oltremanica, James visse l’anno di grazia proprio nel 2002-03 indossando la casacca del Southampton. Il ragazzo nato a Lancaster, nella contea del Lancashire, inizia a giocare a pallone nelle giovanili del Blackburn Rovers, ma con la prima squadra gioca solo quattro spezzoni di partita e viene ceduto al Southampton dove in sei stagioni e mezza riesce a trovare la propria dimensione. Nel Sud-Est dell’Inghilterra realizza 68 gol in 204 presenze prima di esser ceduto all’Everton. Dalle parti di Goodison Park, Beattie non fa sfracelli e il secondo club di Liverpool lo lascia libero di viaggiare un po’ ovunque, ma lontano dal fiume Mersey: Stoke City, Sheffield United, Blackpool e Glasgow Rangers. La carriera di James sprofonda fino alla quarta divisione: dopo l’esperienza con l’Accrington Stanley appese le scarpette al chiodo. Le statistiche parlano di sei presenze con la Nazionale inglese: cinque amichevoli e una sofferta vittoria per 2-0 contro il temibile Liechtenstein durante le qualificazioni per Euro 2004. Curiosità: sapete dove si son incrociati Viduka e Beattie in campo internazionale? Il 12 febbraio 2003 a Wembley sia Viduka che Beattie erano nei rispettivi undici titolari di Australia-Inghilterra, partita amichevole vinta dai Socceeros per 3-1 in terra inglese.
Thierry HENRY (Arsenal) – 24 reti
Giunto giovanissimo nel Belpaese, il suo acquisto è stato archiviato come un mezzo fiasco: sedotto e abbandonato dalla Juventus senza neanche il tempo di dimostrare il proprio valore. Eppure all’Italia Henry un po’ di male l’ha fatto: Titì era in campo sia nel 2000 in quella maledetta finale degli Europei, sia nei quarti di finale del Mondiale francese del 1998. In entrambe le occasioni si è preso una grossa rivincita sul nostro calcio, troppo impaziente e frettoloso per coglierne le sfumature da campione. Quando si parla di Thierry Henry si parla di calcio sopraffino: 366 reti gonfiate in 813 incontri, per ben dieci stagioni in doppia cifra tra Arsenal e Barcellona, quattro titoli di capocannoniere in Inghilterra con scores mostruosi; 176 reti in 258 incontri di campionato, per cinque anni di fila il pallottoliere non va mai sotto le venti realizzazioni. Come dimenticare poi l’allegra “vecchiaia” coi Blaugrana: 35 marcature nella Liga su 80 fischi d’inizio, una Champions League con Leo Messi, Xavi e Iniesta. Insomma, una carriera ricca di emozioni e soddisfazioni.
Ruud VAN NISTELROOY (Manchester United) – 25 reti
Capocannoniere del torneo, il centravanti olandese era sbarcato a Manchester nel 2001 dopo tre prolifiche stagioni nel PSV Eindhoven. Spesso accostato ad una leggenda vivente come Marco Van Basten, Ruud è considerato uno dei giocatori più forti della sua generazione. Nato nel 1976, è coetaneo e contemporaneo di una generazione irripetibile, basti pensare ai vari Raul, Totti, Ronaldo, Shevchenko, Ballack. Con la squadra inglese Van Nistelrooy ha vinto tutto quel che c’era da vincere in terra inglese: Premier, Coppa di Lega, Coppa d’Inghilterra, Community Shield. Il feeling sotto porta dell’olandese emerge chiaro dai numeri: in cinque stagioni coi Red Devils 219 partite 150 gol, una media impressionante, quattro stagioni in doppia cifra – e che doppia cifra – sempre oltre i venti gol in campionato. Non a caso, Van Nistelrooy è stato il giocatore dello United a raggiungere più velocemente quota cento gol con la casacca rossa addosso, traguardo raggiunto in appena due stagioni e mezza. Le incomprensioni con Ferguson hanno influito sulla carriera del gigante di Oss: trasferimento a Madrid – sponda Real – e altre tonnellate di gol (67 in 101 partite) per un finale di carriera che gli ha portato in dote un altro paio di campionati vinti.
Cristian Brighenti
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