La lista dei 100 miglior talenti del Don Balon del 1999 è veramente la chicca dela serata
27 Settembre 2021
Don Balón è sempre stato sinonimo di giovani promesse: il settimanale sportivo spagnolo ha tentato ogni anno di scovare i migliori cento talenti in erba nei campi di tutto il mondo, a volte azzeccando la scommessa, altre prendendo granchi clamorosi. Diciamolo chiaramente: intuire se un teenager avrà un grande futuro, alzerà trofei, giocherà nei migliori club e i tornei più prestigiosi, è complicatissimo. C’è chi è fisicamente formato e poi si siede sugli allori dopo qualche stagione al top. Altri che invece si fanno strada nei meandri delle categorie minori, maturano tardi e poi esplodono a sorpresa. Serve l’alchimia giusta, magari il tecnico che ti valorizza, il momento migliore per venire fuori e diventare un fuoriclasse, quindi confermarsi ai massimi livelli.
Per non parlare del fatto che se la rivista catalana fa un nome, sul giovane calciatore in questione si posano gli occhi e le aspettative di addetti ai lavori e curiosi di mezzo globo. Le pressioni aumentano, ogni errore pesa di più e, se non hai la testa per resistere, ti accomodi nel dimenticatoio delle centinaia di promesse non mantenute. Quando il pronostico riguardo a un pupillo in un vivaio si avvera, sei stato un visionario. Molto più spesso invece – la lista che segue lo testimonia esplicitamente – si pensa che il giocatore farà strada e avrà un futuro sotto le luci della ribalta, cosa che si rivela un enorme abbaglio.
Ecco la classifica dei talenti (nati tra il 1979 e il 1982) più forti secondo Don Balón stilata nel 1999.
100. Stipe PLETIKOSA (Hajduk Spalato)
Forse il miglior portiere che la Croazia abbia sfornato dal giorno della sua “rinascita” subito dopo la disgregazione della Jugoslavia. Stipe, fisico statuario ed un’agilità felina, si è fatto notare sin da giovanissimo nelle fila dell’Hajduk Spalato, tanto da esordire in Nazionale maggiore appena compiuti i vent’anni. Di lì poi l’approdo nell’Europa dell’Est più profonda: prima si accorda con lo Shakhtar Donetsk, poi la Russia diventa la sua seconda patria, disputando diversi campionati con lo Spartak Mosca e con il Rostov Rostselmash – esclusa una velocissima parentesi con il Tottenham Hotspur – prima di concludere la carriera con il Deportivo La Coruña.
99. Daniele CONTI (Roma)
La storia d’amore tra il club e il figlio d’arte è nata quasi per caso, ma è cresciuta, consolidandosi nel tempo e percorrendo insieme la bellezza di sedici anni. Daniele, figlio di Marazico, ha disputato complessivamente con i colori rossoblù ben 464 partite, che gli sono valse l’ingresso nella Hall of Fame degli isolani. Dopo aver esordito come papà Bruno con la maglia della Roma, il rapporto con il Cagliari ha contraddistinto tutta la sua carriera, facendolo diventare un leader e un simbolo, alla stregua di mostri sacri come Riva, Piras, Brugnera e Nené. Per uno scherzo del destino, la Roma si rivelerà una delle sue vittime preferite nelle gare di campionato. Quando ci mette lo zampino il destino.
98. Jonathan GREENING (Manchester United)
Forse è stato uno dei pochissimi abbagli di Sir Alex Ferguson durante la sua incredibile carriera alla guida del Manchester United. L’allenatore scozzese, infatti, convince i Red Devils a puntare sul profilo del ragazzo di Scarborough che gioca con lo York City in Terza Serie. Sebbene Jonno abbia sostanzialmente fallito la sua avventura all’Old Trafford, maturando è diventato uno dei principali simboli del West Bromwich Albion, con cui ha disputato complessivamente 224 partite, portandolo alla vittoria in Championship nel 2008.
97. Daniel BIEROFKA (Bayern Monaco)
Il bavarese, non avesse avuto così tanti infortuni lungo il suo cammino di crescita, avrebbe toccato vette ben più alte. Daniel era un’ala mancina purissima. Cresciuto nel vivaio del Bayern, tuttavia ha legato particolarmente il suo nome a due delle più acerrime nemiche del FCB: il Bayer Leverkusen e il Monaco 1860. Le buone prestazioni con i Löwen biancocelesti convincono le Aspirine a dargli fiducia. Seppur Bierofka li ripaghi con buone prestazioni che lo portano anche a vestire la maglia della nazionale tedesca, i suoi infortuni lo frenano quasi sempre sul più bello. Dopo un Meisterschale con lo Stoccarda, Daniel ha fatto ritorno nel Monaco 1860, dove ha chiuso la sua carriera.
96. Fabio PINTO (Real Oviedo)
Arrivato dalle giovanili dell’Internacional de Porto Alegre, l’attaccante verdeoro Fabio Pinto venne acquistato non ancora maggiorenne dall’Oviedo. Passerà qualche annata anonima nelle Asturie, altre tre al Galatasaray, il resto della carriera in Brasile, per poi chiudere in Uzbekistan. Pochissime partite, gol con il contagocce. Chi se lo ricorda alzi la mano.
95. Daniele BONERA (Brescia)
Difensore duttile e arcigno, dopo gli inizi a Brescia passerà da Parma prima di approdare al Milan: nove stagioni e oltre duecento presenze, impreziosite da cinque titoli. Figura come comprimario nella rosa che vince Champions League e Mondiale per club nel 2007, sempre pronto a dare il suo contributo fatto di concretezza e determinazione. Finirà la carriera al Villarreal e potrà sfoggiare anche sedici apparizioni con la nazionale maggiore.
94. Antonio GUAYRE (Union Las Palmas)
Ala nata e cresciuta nelle Canarie, si fa notare dal Villarreal grazie a una stagione d’esordio notevole: otto reti in trentuno gare di Liga a vent’anni d’età. Passa con il Submarino Amarillo cinque stagioni, le prime buone, le ultime oscurato dal duo Riquelme-Forlan. Dai ventisei ai trentuno anni racimola poco più di cinquanta presenze in tre squadre diverse ed esce definitivamente dai radar.
93. Giacomo CIPRIANI (Bologna)
Una vita tra Serie A, B e C1 (quando si chiamava Lega Pro di Prima Divisione). Giacomo Cipriani era un centravanti forte fisicamente, che – almeno sulla carta poteva – diventare un bomber di razza. Invece a fine carriera si contano appena dieci gol nelle settantadue partite giocate nel massimo campionato nazionale, senza lasciare un segno indelebile.
92. LUISÃO Anderson da Silva (CA Juventus)
Il giovane difensore centrale brasiliano si era messo in mostra nella serie cadetta paulista, per poi essere acquistato dal Cruzeiro e, in seguito alla doppietta Coppa di Lega-Campionato, era passato al Benfica: da lì in avanti non vestirà altre maglie di club. Oltre cinquecento gare condite da quarantasette reti, straniero più presente nelle competizioni europee e in assoluto nella storia della società lusitana e calciatore più vincente tra le fila delle Aguias di Lisbona. Alla sua splendente carriera è mancata solo un’affermazione mondiale con la Seleção: fu convocato per Germania 2006 e Sudafrica 2010, ma non giocò neppure un minuto.
91. Emanuele CALAIÒ (Torino)
Attaccante palermitano girovago (undici squadre nell’arco di una carriera ventennale), mancino educato e pericolosissimo di testa: tradotto, Emanuele Calaiò. Oltre duecento gol segnati, di cui quarantaquattro con il Napoli. Immortale la sua esultanza che gli valse il soprannome di Arciere: prendeva la freccia dalla faretra invisibile e la scoccava con il suo arco immaginario. Idolo.
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