La lista dei 100 miglior talenti del Don Balon del 1999 è veramente la chicca dela serata
27 Settembre 2021
80. Samuele DALLA BONA (Chelsea)
Grande prospetto nelle giovanili bergamasche, acquistato dal Chelsea e subito protagonista con la squadra riserve: Sam Dalla Bona poteva definitivamente esplodere, invece il centrocampista veneto passò al Milan ventunenne e fu mandato costantemente in prestito. Poi il Napoli (due sole presenze in Serie A) e ancora girandola di prestiti. Esempio calzante di promessa devastante nei vivai (quarantasei apparizioni e undici reti nelle nazionali giovanili), dal quale in molti – legittimamente – si attendevano qualcosa in più.
79. Shinji ONO (Urawa Red Diamonds)
Trequartista tecnico e ottimo rigorista, Ono è stato il primo nipponico a vincere una coppa europea: con i Reds di Urawa si fa notare e si guadagna la convocazione in nazionale, con la quale vince il Libano la Coppa delle Nazioni Asiatiche 2000. Passa al Feyenoord e conquista la Coppa UEFA 2001-02, prima di tornare per la famiglia in Giappone. Molti, forse troppi infortuni, per un buon calciatore che ha vestito la maglia dei Samurai Blu in cinquantasei occasioni ed è ancora in attività in J1 League.
78. Paolo CANNAVARO (Napoli)
Paolo Cannavaro ha avuto una carriera di tutto rispetto, sia per aver rappresentato l’Italia a livello giovanile, sia per le diciotto stagioni in serie A. 278 gare con il “suo” Napoli, 128 a Parma e 120 a Sassuolo, Paolo è stato un valido difensore nella difesa a tre, il cui esordio, curiosamente, è avvenuto come subentrante di suo fratello Fabio il 14 maggio 2000, a diciannove anni ancora da compiere. Ha portato i partenopei dalla B alla Champions League, impreziosendo il tutto con la Coppa Italia 2011-12, sollevata da capitano nel cielo di Roma.
77. David SUAZO (Olimpia Tegucigalpa)
È giustamente considerato uno dei migliori calciatori honduregni di ogni epoca, cosa che certifica la lungimiranza degli scout di Don Balón: dalla nazione centramericana passa a Cagliari, diventando un punto di riferimento del Casteddu. Passa in Sardegna otto anni, segna 102 volte in 274 gare, con il picco di ventidue gol nel 2005-06. Aiuta Inter e Benfica a vincere un campionato e una coppa rispettivamente, prima di appendere le scarpe al chiodo dopo cinquantasette apparizioni e diciassette marcature con la Bicolor. Verrà ricordato per le sue doti di velocista e per i quattordici rigori segnati in Serie A senza mai sbagliare: detiene il primato di maggior numero di penalty realizzati nella massima divisione tra coloro che hanno il 100% dagli undici metri.
76. Milan BAROS (Banik Ostrava)
Baros è stato un attaccante completo, il quale non è riuscito a confermarsi ai massimi livelli dopo gli inizi folgoranti: il Maradona di Ostrava ha impressionato con la Repubblica Ceca (miglior marcatore di Euro 2004) e a Liverpool, quando i Reds conquistarono la Champions League 2004-05. Poi è rimasto un’ottima prima punta, decisivo soprattutto al Galatasaray (un titolo di capocannoniere in Turchia), ma i sei trofei vinti dopo i ventiquattro anni lasciano un po’ di amaro in bocca: avrebbe potuto ottenere di più. Con la maglia della nazionale ceca è il secondo marcatore di sempre (41 reti in 93 match).
75. Sanchez Emilson CRIBARI (Empoli)
Cribari è stato un difensore centrale solido e bravo nei colpi di testa, non eccelso negli altri fondamentali. Ha passato discrete stagioni a Empoli e alla Lazio, arrivando a giocare con i biancocelesti la Champions League. Con l’undici romano ha anche vinto una Coppa Italia e una Supercoppa, prima della fase calante della sua carriera: ormai trentaduenne si è accasato ai Rangers, contribuendo a due promozioni consecutive e lasciare infine il calcio giocato.
74. Ernesto Javier CHEVANTON (Danubio)
Attaccante estroso, tecnico, grintoso e concreto. Chevanton ha portato dall’Uruguay la sua garra fino a Lecce, diventandone un giocatore simbolo e il miglior realizzatore in serie A (trenta reti). Nel 2000 a Montevideo si era messo in luce per i trentasei gol in trentacinque partite di campionato a vent’anni, poi i giallorossi salentini, quindi il Monaco e il Siviglia. Rimangono in bacheca due coppe e due supercoppe in Andalusia, a livello nazionale e continentale. Ma per i nostalgici doc si ricordano le giocate, la classe in quel piede destro e il sudore con cui ha sempre onorato la casacca.
73. Pedro Manuel MANTORRAS (Alverca)
Attaccante angolano, Mantorras è stato un giocatore utile ma mai decisivo. Nelle nove stagioni al Benfica ha vinto due campionati, una Coppa di Lega e una Supercoppa di Portogallo, senza rimanere negli occhi degli addetti ai lavori. Un onesto mestierante, che si è dedicato alla beneficenza per migliorare le condizioni di vita dei bambini nel suo Paese natale e questo, senza ombra di dubbio, vale più di qualsiasi gol.
72. Johan ELMANDER (Örgryte)
Attaccante svedese che poteva svariare su tutto il fronte offensivo, ha avuto una carriera molto longeva: oltre 700 incontri e 176 marcature. Ha vinto otto trofei, rendendosi utile nella costruzione della manovra più che nella finalizzazione. È stato la classica punta che vorresti avere nella tua squadra del cuore, ma non al fantacalcio.
71. Lucas Martin CASTROMAN (Velez Sarsfield)
Ottimo esempio di buon giocatore rimasto incompiuto e ritiratosi ad appena trent’anni. Centrocampista argentino che muove i primi passi nel Velez e poi passa in Italia alla Lazio, Castroman entra nei cuori dei tifosi delle Aquile grazie a una rete in un derby. Va all’Udinese, quindi fa ritorno a Buenos Aires, chiudendo col calcio nel 2010.
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