La prima partita di un italiano nella Ligue 1 si giocò in un ormai lontano 11 dicembre: da allora ecco tutti i 45
11 Dicembre 2021
Michele PADOVANO

Nella parte finale della carriera intraprende strade estere. Dopo i due anni di Juventus ne gioca altrettanti al Crystal Palace, ma il viaggio inglese è quanto di più negativo potesse esserci. La tappa francese del Metz è la penultima, quattro reti in nove presenze, di un percorso che termina con la promozione dalla C1 alla B con il Como.
Christian PANUCCI

Nell’estate 2000 l’Inter lo presta al Chelsea, ma l’esperienza coi Blues dura solo sei mesi. Negativi e allora ecco altri sei mesi in Francia, con diciannove presenze condite da tre reti. La parentesi francese si chiude a settembre 2001, quando inizia il lungo percorso d’amore calcistico con la Roma.
Pietro PELLEGRI

Enfant prodige, esordisce in A quando ha quindici anni e 280 giorni, segna una doppietta alla Roma a sedici anni e 112 giorni, l’attaccante genovese spicca il volo verso il Monaco per la bellezza di trentuno milioni di euro. Ma i problemi fisici lo tormentano e ne frenano la corsa tanto che nei tre anni e mezzo francesi segna appena due reti. Da settembre in prestito al Milan che ne vanta il diritto di riscatto.
Andrea RAGGI

Nel 2012, il mancato rinnovo col Bologna lo porta ad accettare col Monaco, con cui segna in seconda divisione, già alla prima giornata. La stagione successiva contribuisce con 28 presenze al secondo posto del Monaco in Ligue 1. Nel 2014 fa il suo debutto in assoluto in Champions League contro il Bayer Leverkusen e il 25 agosto 2015, nei preliminari di Champions League, segna la sua prima rete europea contro il Valencia. Diventa campione di Francia nella stagione 2015-16, mentre al termine di quella 2018-19 si svincola dal club monegasco.
Fabrizio RAVANELLI

Giunto in Francia dopo l’anno di Middlesbrough che ha saputo accompagnare per mano alle finali di Fa Cup e di Coppa di Lega ma che incredibilmente retrocesse (nonostante le sue sedici marcature), Penna Bianca sbarca Oltralpe all’Olympique Marsiglia non facendosi però inizialmente apprezzare. Simulateur il soprannome che gli affibbiarono dopo la caduta con conseguente rigore guadagnato contro il Paris Saint Germain. Tredici reti nella seconda stagione AL Velodrome, scudetto perso a un minuto dalla fine (pareggio del Bordeaux nello scontro diretto) e finale di Coppa UEFA contro il Parma non giocata per l’ammonizione rimediata nella semifinale di ritorno al cospetto del Bologna.

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