La rosa del Castel di Sangro 1996-97 dei miracoli che venne celebrato dalla stampa di mezzo mondo
5 Dicembre 2021
La favola del Castel di Sangro è una di quelle storie che sembrano impossibili da raccontare. Una congiunzione astrale che ha dato lustro ad una piccola cittadina di provincia del centro Italia, balzando agli onori di cronaca per una promozione in serie B a dir poco storica. Tutto nasce con l’arrivo di un condottiero come Osvaldo Jaconi. Un uomo diretto, verace e sanguigno che fa della concretezza il suo pane quotidiano. Voluto fortemente dal Presidente Gabriele Gravina – oggi numero uno della FIGC – accetta di sedersi sulla panchina abruzzese solo dopo la caduta del più blasonato Atletico Catania. E la giostra folle del calcio sangrino magicamente prende vita, restituendo a noi poveri mortali, l’inteso valore morale delle imprese impossibili.
La promozione in C2 conquistata negli anni precedenti aveva già il sapore del miracolo, figuriamoci scalare i vertici delle classifiche ed aprirsi le porte della serie cadetta. Una conquista che passa dalla sofferenza dei playoff per la C1, dove elimina prima il Livorno e poi il Fano ai calci di rigore. La stessa lotteria con cui supera il più quotato Ascoli l’anno successivo, attraverso l’intuizione imprevedibile di Jaconi nel togliere il portiere titolare De Iuliis per dare a Spinosa – fino a quel momento mai sceso in campo – l’occasione della vita. Detto fatto: Spinosa para il rigore decisivo di Milana e la serie B diventa realtà.
Il campionato cadetto 1996-97 diventa ben presto per la squadra del Castello un saliscendi di gioie e dolori, di luci ed ombre che puntano inevitabilmente i riflettori su questo paese da cinquemila anime. E le attenzioni arrivano addirittura oltreoceano, quando il giornalista americano Joe McGinnis decide di raccontare le avventure calcistiche della squadra nel suo libro “The Miracle of Castel di Sangro”. Diventando testimone di una salvezza incredibile ottenuta sui cugini del Pescara ma, suo malgrado, anche della scomparsa di Filippo Biondi e Danilo Di Vincenzo – avvenuta il 10 dicembre 1996 a causa di un terribile incidente stradale – e della brutta vicenda che vide l’arresto momentaneo di Pierluigi Prete per traffico di droga.
Insomma, nell’avventura del Castel di Sangro in serie B non è di certo mancato niente, compresa una violenta bufera di neve che accolse il Teofilo Patini, costringendo l’arbitro a sospendere il debutto contro il Genoa dello stadio sangrino, appena ritornato disponibile dopo i lavori di ampliamento che deviarono le partite casalinghe del Castello al Guido Angelini di Chieti. Una narrazione da thriller mozzafiato a tutti gli effetti, da far invida al miglior sceneggiatore, che vogliamo ripercorrere con voi rispolverando – uno per uno – tutta la rosa di quel magico Castel di Sangro 1996-97.
1. Roberto DE IULIIS

Una carriera spesa quasi per intero in Serie C. Diciamo quasi, perché l’unica parentesi in Serie B riguarda proprio la stagione in questione. De Iuliis ha contribuito in maniera fondamentale alla triplice impresa della scalata dalla C2 fino alla salvezza matematica tra i cadetti. Alla fine dell’anno saluterà il Castello per scendere in terza serie e giocarsi le sue carte con Siena, Avellino e Lodigiani, prima di diventare per quattro anni un punto fermo della Vis Pesaro.
2. Pietro FUSCO

Dalle giovanili del Napoli, fino all’esperienza di Lanciano con il ruolo di attaccante. La svolta nella sua carriera arriva a Castel di Sangro, quando Jaconi, con acume, decide di retrocederlo nella linea dei difensori. E l’ascesa di Fusco è di quelle da leccarsi i baffi: nelle cinque stagioni in giallorosso vive da protagonista la scalata e salvezza in Serie B, per poi compiere il definitivo salto di qualità a Empoli, diventando per anni uno dei tasselli imprescindibili della formazione toscana.
3. Pierluigi PRETE

Esordisce con la maglia del Latina, la squadra della sua città, arrivando perfino ad essere selezionato nella Nazionale Under 21 di Serie C, giocando a fianco del calibro di Signori, Ravanelli e Casiraghi. L’Empoli decide di puntare su di lui, parcheggiandolo per un anno al Casarano dove Prete si distingue per la sua notevole continuità. Arriva al Castello per portare esperienza, ma durante l’annata è costretto anche a fare i conti con l’arresto – anche se subito rilasciato – per traffico di droga.
4. Luca D’ANGELO

Cresce nel settore giovanile del Chieti, con cui debutta appena maggiorenne in prima squadra. Dopo la parentesi di un anno con i bianconeri del Sora, D’Angelo si riavvicina a casa per giocare – da abruzzese – con il Castel di Sangro, affacciandosi per la prima volta in serie B. Il biennio cadetto con il Castello sarà comunque positivo, prima di sposare la causa della Fermana e poi assurgere a leader indiscusso della difesa del Rimini.

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