La rosa del Middlesbrough che arrivò in finale di Coppa Uefa vi ruberà il cuore
9 Ottobre 2021
5. Chris RIGGOTT
È il partner perfetto di Southgate. Chris è un difensore con senso della posizione, tecnico, tosto e con una spiccata propensione al gol. I Teessiders legano al suo nome dolci ricordi. Riggott, infatti, si presenta ai suoi nuovi supporter segnando una doppietta agli acerrimi rivali del Sunderland durante il campionato 2003-04. Tuttavia, forse il suo gol più importante è quello realizzato in occasione della semifinale di ritorno con lo Steaua Bucarest: dopo la sconfitta per 1-0 in Romania, i ragazzi di McLaren sono sotto di due reti al 24’ minuto. Sembra tutto finito, ma Maccarone e Viduka pareggiano. Ci pensa Riggott ad infiammare il Riverside Stadium con la sua rete al 73’ minuto che dà il “la” alla definitiva rimonta segnata da BigMac all’ultimo minuto. Indimenticabile trascinatore.
6. Gareth SOUTHGATE
L’attuale tecnico della Nazionale inglese è stato il pilone difensivo di tre squadre durante la sua quindicennale carriera. Tre lustri, pressoché equamente distribuiti fra Crystal Palace, Aston Villa e Middlesbrough. Con i Teessiders gioca dal 2001 al termine della carriera che giunge proprio nella stagione in esame. Il centrale appende gli scarpini al chiodo a trentasei anni di età e, di certo, avrebbe preferito chiudere la carriera in maniera diversa. Tuttavia, Gareth ha la consapevolezza di aver scritto le pagine più gloriose della storia recente dei biancorossi.
7. George BOATENG
Il centrocampista ghanese, ma cresciuto in Olanda, è l’erede in pectore di Southgate. E, difatti, da lui eredita la fascia da capitano quando il centrale difensivo dice basta con il calcio giocato. George è un mediano arcigno ed è ormai un esperto elemento che gioca sui campi della Premier League ormai dal 1998. Arriva al Riverside Stadium dopo le esperienze con il Coventry City – che l’ha acquistato dal Feyenoord – e l’Aston Villa. Rimarrà uno Smogger fino al 2008, per poi vestire anche le maglie di Hull City e Nottingham Forest.
8. Szilard NEMETH
L’attaccante slovacco si fa notare nelle squadre di Bratislava sin da giovanissimo. Prima con lo Slovan, poi con l’Inter. In mezzo l’esperienza con il Kosice che lo porta ai vertici del calcio nazionale, tanto da suscitare l’interesse proprio del Middlesbrough che lo acquista nel 2001. Nemeth attraversa il canale della Manica forte dei due titoli consecutivi di cannoniere nel campionato nazionale e ben cinque titoli, ma l’impatto con la Premier League non è così soft. Non riesce mai a conquistare la definitiva titolarità nelle dinamiche di Venables e McLaren. Si guadagna il soprannome di Lizard King of Teesside ma in attacco ci sono elementi come Hasselbaink, Yakubu, Viduka e Maccarone, Szilard è costretto a far le valigie e dirigersi verso Strasburgo dopo 117 partite e ventitré gol in campionato.
9. Jimmy Floyd HASSELBAINK
Giunge alla corte degli Smoggies nel 2004 a parametro zero dal Chelsea, dopo quattro ottime annate vissute con i Blues. La sua vena realizzativa si sta pian piano esaurendo, specie se comparata al periodo d’oro di qualche anno prima, durante il quale l’olandese riuscì a laurearsi per ben due volte capocannoniere (con il Leeds United prima e con il Chelsea poi). Tuttavia, si rivelerà decisivo per i percorsi vincenti in Coppa UEFA e in Coppa di Lega. Lascia al termine della stagione, quando Southgate si accomoda sulla panchina biancorossa in sostituzione di McLaren, per andare al Charlton Athletic e poi in Championship al Cardiff City per le sue due ultime esperienze da professionista.
10. Fabio ROCHEMBACK
Le sue conclusioni da lontano hanno fatto sussultare non poco i cuori dei tifosi degli Smoggies. Il brasiliano, infatti, ha nel tiro dalla distanza il suo marchio di fabbrica e quando arriva al Riverside Stadium, in molti sono certi di avere fra le mani un giocatore con i fiocchi. Parlano per lui le esperienze al Barcellona ed allo Sporting Lisbona. Durante la stagione in corso segna la prima delle tre reti con le quali il Boro travolge il Chelsea. Resta con i colori biancorossi addosso fino al 2008, quando darà l’addio all’Inghilterra per tornare a vestire le amate righe orizzontali biancoverdi dello Sporting Clube de Portugal.
11. Malcolm CHRISTIE
L’attaccante dovette accontentarsi delle briciole. Oltre all’affollamento in attacco, il povero Malcolm fu particolarmente preso di mira dalla Dea Bendata, che lo afflisse con continui e fastidiosissimi infortuni. Spesso e volentieri fu lungamente costretto ai box e per l’ex Derby County, infatti, si contano soltanto quarantatré presenze e sette reti distribuite in quattro anni d’esperienza con i Teessiders.
12. Emanuel POGATETZ
L’austriaco rappresentava uno degli elementi più interessanti della sua generazione. Esordisce tra i professionisti quando non ha ancora diciotto anni, lanciato da Walter Schachner – ex giocatore di Cesena, Torino e Avellino – all’epoca allenatore Austria Kärnten. Il ragazzo classe 1983, così, finisce nel mirino del Bayer Leverkusen che lo acquista e, dopo una stagione fra le riserve, lo manda in prestito all’Aarau, al Grazer AK e poi allo Spartak Mosca. Nel 2005 la dirigenza del Middlesbrough investe forte sul difensore centrale dal piede mancino per fargli ereditare il posto di Southgate. Si guadagnò, tuttavia, il soprannome di Mad Dog a causa della sua foga che, spesso, risultava fatale per gli avversari: durante la sua esperienza in Russia, infatti, riceve ben ventiquattro giornate di squalifica per un tackle su Yaroslav Kharitonskiy che gli procurò una doppia frattura della gamba.
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