La rosa del Middlesbrough che arrivò in finale di Coppa Uefa vi ruberà il cuore
9 Ottobre 2021
14. Gaizka MENDIETA
Dopo aver saggiato cosa vuol dire essere in paradiso con la maglia del Valencia ed aver assaporato la durezza dei gironi dell’inferno durante la sua parentesi laziale, Gaizka ritrova la tanto agognata pace sulle rive del fiume Tees, dove approda nell’estate del 2003 dopo un anno a Barcellona. Dopo un’ottima stagione d’esordio, Mendieta dovette fare i conti con i continui infortuni che ne limitarono drasticamente l’impiego, fino ad uscire dalle gerarchie di mister Southgate una volta sfumato il sogno di conquistare la Coppa UEFA.
15. Ray PARLOUR
È stato una delle leggende viventi dell’Arsenal. Una volta conquistato il titolo con gli Invincibles è tempo per Ray di cambiare aria e di tentare un’avventura da vivere con la giusta dose di leggerezza e divertimento. Parlour sceglie il Middlesbrough per disputare le sue ultime stagioni ad alto livello e dà una mano ai più giovani – specie nello spogliatoio – per guidarli verso l’inattesa finale di Coppa UEFA, anche grazie al carisma che lo contraddistingue. Dopo il triennio al Riverside Stadium, Parlour chiude la sua carriera a trentaquattro anni con l’Hull City.
16. Joseph Desire JOB
Il camerunense capisce subito l’antifona di quel che sarebbe accaduto durante il torneo 2005-06. La prospettiva di doversi giocare il posto con attaccanti di primo pelo lo convince ad accettare l’offerta dell’Al-Ittihad proprio nell’ultimo giorno di calciomercato. Giunto al Middlesbrough nel 2000, Job sarà costretto a lunghi stop, specie per un infortunio occorsogli nel novembre del 2002 in un match contro l’Everton, durante il quale Joseph cade al suolo, inconscio, dopo un forte colpo alla testa. Vedrà soltanto dalle sponde del Golfo Persico i suoi ex compagni di squadra arrivare sino alla finale di Coppa UEFA.
17. DORIVA Guidoni Junior
Il centrocampista brasiliano sbarca in Europa nel 1997 per mano del Porto che l’acquista dall’Atletico Mineiro. Con i lusitani si distingue per la sua capacità di andare a rete e partecipa alla spedizione carioca che conquista la medaglia d’argento ai Mondiali di Francia ’98. A gennaio del 1999 passa alla Sampdoria che sta vivendo una stagione di grande difficoltà: né Spalletti, né Platt riescono ad evitare la retrocessione in Serie B della compagine blucerchiata e Doriva resta anche durante l’annata cadetta. Dopo un prestito al Celta Vigo, il mediano viene acquistato dal Middlesbrough nel 2003 e lì rimane fino al 2006 quando termina la sua carriera tra i professionisti a trentaquattro anni.
18. Massimo MACCARONE
Non è un volto nuovo da quelle parti. Massimo, infatti, ha conquistato da lungo tempo la sua fetta di notorietà oltremanica. È il 2002 quando l’astro nascente dell’Empoli e dell’Italia Under 21 di Claudio Gentile è impegnato in Inghilterra con i suoi pari grado. Il programma vuole che la partita degli Azzurrini preceda di un giorno quella della Nazionale. Stesso avversario per entrambe: i Three Lions. Massimo realizza un gol, mentre Vieri s’infortuna con i grandi. È proprio durante l’intervallo che il tecnico dell’Under 21 riceve una chiamata da Trapattoni, sentendosi dire di preservare Maccarone per il secondo tempo; il giorno dopo verrà aggregato alla Nazionale maggiore. Maccarone siede con gli inattesi colleghi: gioca in Serie B con l’Empoli ed era da più di dieci anni – Daniele Carnasciali – che un cadetto non difendeva i colori dell’Italia. Al 75’ Massimo subentra in campo e si procura il calcio di rigore decisivo realizzato da Montella. Gli inglesi impazziscono per Maccarone e il Middlesbrough stacca un assegno da tredici milioni di sterline che lo eleggono come acquisto più costoso nella storia degli Smoggies e arricchiscono le casse dei toscani. Dopo un buon impatto con il calcio inglese, Maccarone fatica sempre di più e viene mandato in prestito al Parma e al Siena. Al suo ritorno sembra rinnovato e, seppur in Premier League scenda in campo soltanto diciassette volte segnando due reti, in Coppa UEFA trova il suo habitat naturale, contribuendo coni ben cinque reti alla cavalcata dei Teessiders verso la finale di Eindhoven.
19. Stewart DOWNING
Nato, cresciuto e pasciuto a Middlesbrough, Stewart è uno dei fiori all’occhiello della feconda Academy del club che sforna giocatori a più non posso. In lui i tecnici che si alternano sulla panchina della prima squadra vedono uno dei punti di riferimento, sia in campo che nello spogliatoio. Gioca sulla fascia sinistra, ma riesce a dire la sua anche in qualità di trequartista o interno. Il suo bagaglio tecnico è davvero sconfinato e quando il Middlesbrough retrocede al termine del campionato 2008-09, viene ingaggiato dall’Aston Villa per dieci milioni di sterline. Di due anni in due anni va poi al Liverpool ed al West Ham United, per poi far ritorno al Boro nel 2015 e rimanervi per quattro anni, prima di tentare un’ultima avventura con i Blackburn Rovers, finita la scorsa estate quando Stewart ha detto basta.
20. Abubakari YAKUBU
L’attaccante nigeriano è stato pescato dal Portsmouth nel campionato israeliano nel gennaio del 2003, quando marca numeri da oltre un gol a partita con la maglia del Maccabi Haifa. L’impatto con il clima inglese non lo frena e, anzi, lo esalta: contribuisce con un buon bottino di gol alla promozione in Premier League dei Pompeys per poi trascinarli letteralmente nelle due annate successive con ventinove reti complessive in campionato. Il Middlesbrough, dunque, desideroso di dare un partner d’attacco esplosivo a Viduka ed Hasselbaink, punta forte su di lui. E l’investimento ripaga la spesa di sette milioni e mezzo di sterline, la più alta mai pagata per un nigeriano. In due anni, Yakubu è il principe dei marcatori degli Smoggies e la sua vena sottoporta convince l’Everton a portarlo a Goodison Park nel 2007. Non prima, però, di aver staccato un assegno da undici milioni e mezzo di sterline.
21. Stuart PARNABY
La corsia destra è il suo regno. Parnaby non risente della fievole concorrenza di Reiziger ed Abel Xavier che, ben presto, vengono relegati al ruolo di comprimari. Stuart, d’altronde, conosce benissimo l’ambiente, essendo cresciuto proprio nell’Academy del Boro. Lì rimane fino al 2007, quando accetta l’offerta del Birmingham City. La sua avventura lontana da casa, però, non dà i frutti sperati e un infortunio lo tiene addirittura fermo ai box per un anno senza una squadra. Torna, dunque, al Middlesbrough nel 2012 a trent’anni, ma ormai il suo fisico è martoriato da continui stop che ne limitano l’impiego a sole diciassette partite in due anni.
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