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La rosa del Napoli 1997-98 è qualcosa di straordinario

5 Ottobre 2021

9 – Claudio BELLUCCI

Acquistato dalla Sampdoria, il giovane Bellucci insieme a Taglialatela fu probabilmente il migliore del Napoli di quell’annata. Dieci gol in ventisette partite furono un buon bottino personale che gli valsero anche la convocazione in Under 21. Molto sfortunato nei successivi anni partenopei con alcuni infortuni che ne condizionarono la forma (celebre la coppia della risalita in A con Schwoch). Per i tifosi napoletani sicuramente resterà il ricordo di un giovane attaccante gagliardo e a sprazzi decisivo.

10 – Igor PROTTI

Lo Zar fu probabilmente la delusione più grande della stagione azzurra oltre che uno dei più grandi rimpianti azzurri degli ultimi trent’anni. Sebbene la sua accoglienza fu una delle migliori, perché all’ombra del Vesuvio arrivava un attaccante tra i più prolifici della storia della Serie A, la scintilla con l’ambiente non scattò mai. L’avventura di Prottial Napoli durò infatti un solo anno: trentino partite e solo sei gol, con le alte aspettative che non furono ripagate. Un numero 10, arrivato in azzurro con la voglia di dimostrare e di spaccare il mondo, che non ha avuto la fortuna dalla sua parte.

11 – Jose Luis CALDERON

Vi ricordate i fenomeni parastatali della Gialappa’s? Calderon aveva tutte le caratteristiche per entrare in quella categoria. Acquistato per sette miliardi e mezzo dal Napoli, al suo arrivò dichiarò «Angelillo ha fatto trentatré gol, mi accontento di trentadue». In realtà non riuscì a segnare un gol nemmeno in amichevole. Ricordato soprattutto per una furibonda lite in campo con Bellucci per via di un calcio di rigore da tirare al Renato Dall’Ara contro il Bologna. Calderon si prende il pallone per tirare: Bellucci gli toglie la palla in malo modo e calcia in curva. Celebre anche lo scambio di battute tra Ferlaino e Mazzone su di lui. Il presidente del Napoli, per provare a difendere il suo investimento, chiedeva ogni tanto a Mazzone: «Mister, mi faccia giocare Calderon». Alla terza o quarta richiesta, un Carletto spazientito avrebbe risposto, con la sua classica schiettezza: «‘A presidé, guardi che j’o faccio giocà pe’ davéro eh?». In inverno Calderon tornò all’Independiente, per appena due miliardi. Quando lasciò per sempre l’Italia, in modo orgoglioso disse: «Anche ai più grandi ci è voluto del tempo. Crespo, Balbo, Batistuta hanno impiegato almeno sei mesi per imporsi. Pure Maradona nel suo primo anno al Napoli ebbe difficoltà. Io invece sono stato bocciato subito». Ipse dixit.

12 – Raffaele DI FUSCO

Il dodicesimo per eccellenza, un portiere di riserva affidabile che sapeva stare al suo posto diventando col tempo un leader silenzioso della squadra. Di lui ricordiamo soprattutto una partita del 1989 in cui l’allora l’allenatore azzurro Ottavio Bianchi, trovandosi completamente senza più giocatori ed in aperto contrasto con il presidente Ferlaino per una rosa ridotta all’osso, schierò polemicamente Di Fusco in attacco sostituendo Careca al 79’.

13 – Luigi PANARELLI

Terzino destro che approdò al Napoli nel 1996, facendo un anno di primavera per poi essere aggregato in prima squadra l’anno successivo dove, malgrado la retrocessione in B, riuscirà a ritagliarsi spazio totalizzando diciassette presenze. È famoso soprattutto per un particolare episodio extra campo: nel 2006, infatti, abbandona il ritiro del suo Avellino e si reca dalla compagna Laura Torrisi, impegnata al Grande Fratello, per chiederle di sposarlo. Il tutto avviene in diretta TV. L’Avellino lo mette fuori rosa. Non va meglio con la ragazza che, qualche anno dopo, sposerà l’attore Leonardo Pieraccioni. 

14 – Luca ALTOMARE

Un giocatore discreto (centrocampista/centrale difensivo), ma dalla grande grinta e dall’attaccamento alla maglia che gli hanno permesso di giocare dieci anni nel Napoli, diventando uno dei prospetti più promettenti del vivaio partenopeo nell’era di Maradona. Nella maledetta stagione 1997-98 è riuscito almeno a togliersi la soddisfazione di fare due gol, lui che goleador di certo non è considerando che in dieci anni di Napoli ne ha fatti solo quattro, di cui due proprio in quella stagione.