La rosa del Napoli 1997-98 è qualcosa di straordinario
5 Ottobre 2021
27 – Giuseppe GIANNINI

Il Principe lo si può immaginare solo con la maglia della Roma, visto che prima di Totti era lui il re della città. Dopo quasi venti anni con la Lupa e un addio toccante, decise di fare un’esperienza in Austria allo Sturm Graz piuttosto redditizia e anche soddisfacente a livello di trofei, ma il richiamo dell’Italia era troppo forte e dopo un anno tornò in Serie A seguendo un suo grande amico, Mazzone, nella sua avventura al Napoli. Non fu un’avventura facile per lui con appena quattro presenze. Visti i risultati deludenti e l’esonero del suo mentore, decise di seguirlo e, dopo appena ventotto giorni, lasciò la squadra, che a fine anno retrocesse in Serie B.“Rescissione consensuale del contratto, motivata dall’espressa e irrevocabile volontà del giocatore di concludere il rapporto”, recitò il comunicato ufficiale del club partenopeo. «Fui convinto ad accettare la piazza partenopea da Mazzone – spiegherà Il Principe anni dopo – ma appena il tecnico concluse il suo percorso in azzurro, decisi di seguirlo visto il legame che c’era con lui e non per un fattore ambientale visto che i tifosi mi hanno sempre fatto sentire il loro calore. Inoltre, Ferlaino credeva che fossi un calciatore finito, poi è arrivato Galeone che portò Allegri».
28 – Massimiliano ALLEGRI

Molti non lo ricorderanno, ma anche l’allenatore di Milan e Juventus ha fatto parte di quel Napoli, portato da Galeone che lo considerava un suo fedelissimo, sin dai tempi del suo Pescara prima e con il Perugia poi. Acciughina, arrivato a gennaio, con sole sette presenze, non riuscì a incidere e invertire la rotta di una stagione con il passare del tempo sempre più fallimentare.
29 – Salvatore BRUNO

Centravanti cresciuto nelle giovanili del Napoli, Sasà in quella stagione grazie a Galeone riuscì, da giovanissimo, a coronare il sogno di giocare al San Paolo con la maglia della squadra del cuore. Le presenze furono solo tre e negli anni a venire non giocò più per il Napoli, ma l’emozione per quel momento è una cosa che non dimenticherà mai, come lui stesso dichiarò: «Giocare in serie A con il Napoli, al San Paolo davanti a sessantamila spettatori sono emozioni che non ti so nemmeno descrivere: già dovevo essere titolare due mesi prima a Genova contro la Sampdoria, ma mi feci male nella rifinitura». Nella sua carriera riuscì in ogni caso a togliersi molte soddisfazioni in serie B, diventando il settimo marcatore più prolifico della categoria fra i giocatori ancora in attività.
30 – Aljosa ASANOVIC

Asanovic arrivò in Italia dal Derby Country nel mercato di novembre, sponsorizzato a dovere da Stefano Eranio e Ciccio Baiano (suoi compagni di squadra nel Derby County) oltre che da Galeone che di lui disse: «Lo conosco da vent’anni, da quando ne aveva dodici. Nessuno come me sa quanto sia bravo». Considerato un centrocampista di qualità e quantità e voglioso di mettersi in forma per il mondiale 1998, sembrava poter essere l’acquisto che facesse svoltare la stagione del Napoli, viste anche le dichiarazioni di Asanovic stesso: «Non ho mai giocato in una squadra in condizioni di classifica così precaria. Ma questo Napoli ha i mezzi e il tempo per rimettersi in carreggiata. Nella salvezza ci credo e farò la mia parte per raggiungere quest’obiettivo». Ma la realtà fu ben diversa. Nelle nove partite che seguirono il suo arrivo, il Napoli perse ben sette incontri, ne pareggiò due e non riuscì mai a vincere una gara. Una squadra dimessa e allo sbando, impreziosita (si fa per dire) dall’inserimento ulteriore di un giocatore come Asanovic assolutamente privo di condizione atletica, che è riuscito ad entrare in forma solo a fine campionato, giusto in tempo per fare bella figura ai Mondiali del 1998 con la Nazionale croata. Giocherà quasi sempre, diventando così uno dei simboli di una delle stagioni più umilianti e amare della storia del club partenopeo.
31 – Damir STOJAK

Una stella che ha brillato intensamente un solo giorno per poi spegnersi con la stessa rapidità con la quale esplose. Così possiamo riassumere l’avventura di Stojak nel Napoli. Arrivato dal Vojvodina nel gennaio 1998 per sostituire Calderon, con buoni numeri alle spalle e con grandi aspettative. L’inizio però non fu dei migliori, il Napoli affrontò l’Empoli e la partita terminò con uno roboante 5-0 in favore dei toscani ma poi arrivò la magia, contro il Vicenza e sotto gli occhi increduli del San Paolo. Stojak mise in mostra tutta la sua bravura riuscendo anche a realizzare una bellissima rete e conquistando così il cuore dei napoletani e l’appellativo de Il Boia Biondo. E fu proprio lui a fomentare il suo fuoco di paglia con questo commento: «Sono appena al sessanta per cento della condizione – faceva sapere l’attaccante di Novi Sad – però, mi sono piaciuto contro il Vicenza. Sono convinto che nel giro di qualche settimana sarò a posto fisicamente». A quelle parole però seguirono solo delusioni, il fuoco di Stojak bruciò e si esaurì contro il Vicenza, da allora Napoli vide solo l’ombra di quel Boia Biondo. Stojak realizzò la sua seconda splendida rete contro il Bari lasciando così ancora più amarezza nella bocca dei napoletani. Amarezza che aumentò ancor di più nel leggere le dichiarazioni di Salvatore Bagni, all’epoca uomo mercato del Napoli: «Sono durato poco perché ho dei princìpi: proposi Mark Viduka (all’epoca stellina della Dinamo Zagabria) a 1,2 miliardi e loro mi volevano far comprare Stojak. Io no e mi mandarono via… Viduka, in seguito, fu un grandissimo giocatore».
32 – Guglielmo STENDARDO

Sì, anche Stendardo ha giocato per quel Napoli. A soli diciassette anni, dopo essere cresciuto nel Napoli, esordì all’ultima giornata contro il Bari. Quella fu la prima e unica presenza con la società partenopea. Ma non l’unica in Serie A, visto che nel corso della sua carriera riuscì a ritagliarsi il suo spazio, soprattutto con Lazio e Atalanta.
di Gianmarco Corpolongo

Grigoris Georgatos nella classifica dei 20 terzini più prolifici di sempre
6. ROBERTO CARLOS DA SILVA Pensavate che Roberto Carlos fosse il primo della classifica? Invece vi sbagliavate. Il super campione brasiliano con 132 gol in carriera, ha vinto tutto quello che si potesse vincere a livello di club e nazionale. La sua miglior stagione in termini di realizzazioni risale al 2000/2001 con la maglia del […]

Le rose dell’Europeo Under 21 2002: il pianto dell’Italia e l’insuperabile Cech
Tutte le rose dell’Europeo Under 21 2002, vinto dalla Repubblica Ceca di Baros e Cech. Quanti campioni e quanti talenti perduti.

Riscriviamo la storia del trofeo mai vinto da Diego
5. Emilio BUTRAGUEÑO (Spagna) È un rapinatore dell’area di rigore. E non a caso gli affibbiano il soprannome di El Buitre (l’Avvoltoio) per la sua capacità di fiondarsi sul pallone e trasformarlo in gol. Vive praticamente tutta la sua carriera con la maglia del Real Madrid, eccezion fatta per il triennio finale in Messico con […]

Halloween nel calcio: l‘enciclopedia delle notti horror dagli anni ‘80 ad oggi!
NAPOLI – LAZIO 5-0 (20 settembre 2015) È il racconto di un dominio o di un tracollo, fate voi. Il Napoli inizia ad ammirare i primi vagiti della gestione-Sarri che, dopo la sua avventura all’Empoli, è arrivato alla guida dei partenopei con grandi aspettative. Il bel gioco messo in mostra in Toscana trova la sua […]