La rosa della Croazia del ’98 vince per distacco il premio “Astutillo Malgioglio”
2 Novembre 2021
11. Silvio MARIC
Il centrocampista fa parte, ormai in pianta stabile, della colonna vertebrale della Croatia Zagabria – il nome utilizzato al tempo dalla Dinamo – che in patria domina in lungo e in largo. Gioca da trequartista e, con tanta fantasia a disposizione del tecnico Blazevic, deve accontentarsi di recitare il ruolo di vice Boban o Prosinecki. Disputa quattro partite durante il Mondiale, partendo da titolare nell’incontro con l’Argentina. Esaurita l’esperienza iridata, nel 1999 prova a cimentarsi con i tornei esteri: viene acquistato nel 1999 dal Newcastle United, ma con i Magpies non riesce ad incidere e rimane al Saint James’ Park un anno dove riesce ad accumulare soltanto ventitré gettoni. Viene quindi ceduto al Porto, ma anche qui lo spazio che riesce a ritagliarsi è poco: a fine stagione si contano undici presenze in campionato e due reti, portando però a casa una Coppa del Portogallo. Dopo un biennio alla Dinamo, si concede due anni in Grecia al Panathinaikos – vincendo un torneo e una coppa di Grecia – prima del suo ultimo ritorno al Maksimir dove conclude la carriera a trentun anni, appuntandosi al petto il settimo titolo croato.
12. Marijan MRMIC
Nelle gerarchie del commissario tecnico croato, il titolare inamovibile è Ladic. Per questo, Mrmic sa già che dovrà ammirare il suo collega dalla panchina per tutta la durata della kermesse iridata. Ha trentatré anni quando viene chiamato a partecipare al primo, storico Mondiale della Nazionale a scacchi bianchi e rossi ed una lunga esperienza alle spalle: è reduce da due buone stagioni a difesa della porta del Besiktas e nella stagione appena conclusa ha alzato al cielo una Coppa di Turchia. Dopo la manifestazione transalpina torna in patria al Varteks Varazdin, terminando la sua carriera l’anno successivo in Belgio, difendendo i pali dello Charleroi.
13. Mario STANIC
Attaccante estremamente versatile e con una buona propensione al gol. Impiegato sia come esterno offensivo che come seconda punta. Inizia la sua carriera nella Ex Jugoslavia vestendo le casacche di Zeljeznicar e Dinamo Zagabria. Le vicende politico economiche e i dissidi dei primi anni ‘90 lo costringono a fuggire diventando un “nomade” in Europa. Veste le maglie di Sporting Gijon, Benfica e Club Bruges. Finché arriva la chiamata dall’Italia. È il Parma ad aggiudicarsene le prestazioni per una cifra record di otto miliardi di lire. Con gli emiliani vive quattro anni incredibili, totalizzando venticinque reti su 110 presenze e vincendo tutto quello che c’era da vincere: una Coppa Italia, la storica Coppa UEFA del 1999 e una Supercoppa Italia. All’età di trentadue anni, vola in Inghilterra al Chelsea, dove dopo ben quattro stagioni deciderà di appendere definitivamente le scarpette al chiodo. Altra pedina importante della selezione croata del ‘98 dove gioca da titolare tutti e sette gli incontri, andando perfino a segno nella prima gara contro la matricola Giamaica. Chiude il giro della nazionale con quarantanove presenze e sette reti.
14. Zvonimir SOLDO
In occasione del suo compleanno abbiamo voluto rivivere le stelle di quell’incredibile nazionale. Ha vissuto a pieno gli anni d’oro della Hrvatska gold generation, affiancando nomi pazzeschi. Centrocampista con doti difensive, veniva spesso impiegato in fase di contenimento. Dopo un inizio scoppiettante con la maglia della Dinamo Zagabria, la Germania lo chiama e si vola a Stoccarda. Esordisce in Bundesliga il 17 Agosto 1996 contro lo Schalke 04, vestendo la casacca degli Schwaben per dieci lunghi anni e guidando la squadra da capitano per oltre 200 gare. Non mancarono le soddisfazioni, dove in Bundesliga totalizzò la bellezza di 310 presenze, con la maglia dello Stoccarda raggiungendo la conquista di un campionato nel 1997, la finale di Coppa delle Coppe l’anno successivo, e un secondo posto nella stagione 2002-03. Pedina fondamentale nel centrocampo di Blazevic, disputa gli europei del 1996 e i mondiali francesi del ‘98 da protagonista, recuperando e smistando palloni per i compagni. Dopo il bronzo raggiunto in Francia, parteciperà anche ai mondiali del 2002, prima di dare l’addio definitivo alla Nazionale.
15. Igor TUDOR
Lega alla Juventus gli anni più brillanti della sua carriera. Acquistato dai bianconeri nell’estate del 1998, in sei stagioni colleziona 112 presenze vincendo due Scudetti e due Supercoppe Italiane. Considerato senza dubbio uno dei migliori difensori croati tra la fine degli anni ‘90 e i primi del 2000, fa della prestanza fisica e abilità nel gioco aereo le sue armi migliori. Spesso impiegato come difensore centrale, ha tuttavia dimostrato di sapersi adattare egregiamente anche come terzino o centrocampista basso in caso di necessità. Debutta in nazionale durante le qualificazioni per i mondiali francesi, contro l’Ucraina il 15 novembre 1997. Questa data segna ufficialmente l’inizio del suo cammino con la rappresentativa Hrvatska, della quale vestirà la maglia per nove lunghi anni, tra amichevoli e competizioni ufficiali. Inserito dal CT Blazevic nella lista dei ventitré per il Mondiale transalpino, farà tre apparizioni nella competizione: con Giappone nel girone eliminatorio, Romania ai quarti e l’Olanda nella sfida valevole per il terzo e quarto posto.
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