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La rosa della Sampdoria 1995/96 era veramente di un’altra categoria

3 Dicembre 2021

16. Sinisa MIHAJLOVIC

Photo: Juha Tamminen

Uno che non è secondo a nessuno. Anche quando nelle prime gare da centrale difensivo, fortemente voluto da quel visionario di Sven-Göran Eriksson, non conferiva sicurezza alla tifoseria doriana. Il carattere, la leadersjip, l’orgoglio serbo e quella naturale lentezza che di fatto lo aveva portato fuori dai radar di quel suo ruolo naturale, l’esterno mancino, con il quale si era fatto conoscere ai tempi della Stella Rossa di Belgrado Campione d’Europa per Club. L’Italia gli cambia di fatto il ruolo, la vita, regalandogli una nuova vita e una nuova carriera. Il nuovo impiego al centro della retroguardia lo rende ancora più forte dopo gli inizi stentati nelle fila della Roma. Si affermerà successivamente anche su scala internazionale nelle successive annate con la Lazio prima e l’Inter poi.

17. Clarence SEEDORF

Uno così a Genova non si era mai visto e probabilmente non si vedrà mai più. All’arrivo in Liguria il centrocampista ha soltanto diciannove anni. Tuttavia nel suo palmares fa già capolino una Coppa Campioni vinta, da protagonista assoluto, nell’Ajax e una serie tra campionati e coppe nazionali vinte, insieme all’esordio in Oranje. Manterrà appieno le promesse, anche con la Sampdoria, con la quale giocherà una sola stagione che fungerà da trampolino di lancio verso lidi ancor più prestigiosi. Il meglio lo darà negli anni successivi spesi tra Real Madrid, Inter, Milan prima di chiudere la carriera in Brasile nel Botafogo.

18. Claudio BELLUCCI

Claudio è romano, ma è un prodotto del vivaio blucerchiato. Si registrano due diversi passaggi in maglia sampdoriana. Il secondo, da uomo maturo, figlio delle precedenti esperienze tra Napoli, Venezia e Bologna. Il primo Bellucci lascia il segno più che altro per una splendida quanto poi inutile doppietta nella semifinale di ritorno di Coppa delle Coppe contro l’Arsenal a Marassi. Gli ultimi anni di carriera li trascorre tra Livorno e Modena, ma quella notte di coppa è stato forse il momento più alto per uno degli attaccanti più generosi e decisivi della sua generazione.

19. Mauro BERTARELLI

È cresciuto calcisticamente a Jesi. E questo in casa Doria è già un segno distintivo. Dopo un buon biennio passato nell’Ancona, condito da diversi gol e soprattutto da una promozione in Serie A, Bertarelli è pronto per trasferirsi in un grande club. I desiderata della dirigenza, ovvero l’aver preso un potenziale crack in grado di ridare nuova linfa all’attacco blucerchiato, si spengono malauguratamente col susseguirsi di gravi infortuni che minano l’esperienza dell’attaccante marchigiano a Genova. Proverà a rilanciarsi tra Empoli e Ravenna, ma i tempi d’oro con la casacca dei Dorici sono ormai lontani.