La rosa “fantacalcistica” dei portoghesi più forti passati in Serie A
16 Novembre 2021
CENTROCAMPISTI
Luis FIGO Filipe Madeira
Per anni tra i primi tre giocatori in Europa, splendido interprete del ruolo di ala, dribbling, assist e gol, giocate di altissima classe, tecnica di primo livello. Non a caso del resto ha giocato con il Barcellona prima e con il Real Madrid poi, senza dimenticare l’Inter, dove ha militato dal 2005 al 2009. Il suo passaggio alla Casa Blanca per 140 miliardi di lire nel luglio del 2000 segna ufficialmente l’inizio dell’epopea dei Galacticos del Real Madrid, schiera di cui Figo è stato profeta e cantore. All’Inter arriva insieme a Samuel e Solari, mettendo insieme dal 2005 al 2009 140 presenze e undici gol. Vincitore del Pallone d’Oro del 2000, suo malgrado non è riuscito ad avere in nazionale gli stessi successi avuti con i club. Eppure il Portogallo dei suoi anni era squadra ricchissima di talento ma povera, annoso difetto dei lusitani fino all’avvento di Ronaldo, di uomini gol capaci di capitalizzare il grande gioco alle loro spalle.
Manuel RUI COSTA
Una gioia per gli occhi il suo caracollare in mezzo al campo, i suoi dribbling letali e cadenzati, i suoi lanci a pelo d’erba. Di fatto uno dei migliori trequartisti mai ammirati nel nostro campionato, un numero 10 nel senso pieno e più dolce del termine, la testa alta in ogni giocata, la capacità di rendere facile anche le cose difficili e quella di vedere spazi dove lanciare il pallone che altri non sarebbero mai riusciti neanche soltanto ad immaginare. Impossibile parlare di Rui Costa in poche righe, impossibile dire quello che ha rappresentato per la Fiorentina, dove per anni è stato cuore e simbolo insieme a Batistuta, e Milan, dove è riuscito a raccogliere tutto quello che il suo talento ha meritato nel corso di una lucente carriera. Maestro, mai soprannome più azzeccato.
Francisco José Rodrigues COSTINHA
Coppa UEFA, Coppa dei Campioni e Coppa Intercontinentale con il Porto, il tutto dal 2002 al 2004. Eppure non è con la squadra all’epoca allenata da Mourinho che Costinha inizia la sua carriera, che ha visto le luci sui campi delle serie minori portoghesi, prima dell’esperienza al Nacional Madeira che lo ha portato dal 1997 al 2001 al Monaco, prima vera luce della ribalta per il lusitano. Dopo il Porto va a giocare in Russia alla Dinamo Mosca e nel 2006-07 all’Atletico Madrid. È il colpo dell’estate del 2007 dell’Atalanta, dove però dopo l’esordio in campionato non gioca mai per i successivi tre anni, a causa di dissidi con la società. Arriva praticamente senza giocare al 2010, quando chiude la carriera. Fine ingloriosa, davvero un peccato visto quanto fatto vedere nelle stagioni precedenti.
Luis MIGUEL VELOSO Pinto
Regista di gran livello, specialista dei calci di punizione, gran visione di gioco, da anni fulcro dell’Hellas. Sembrava veramente dover sfondare qualche stagione fa, quando spicca nel centrocampo dello Sporting Lisbona in coppia con Joao Moutinho. Arriva al Genoa per la prima volta nel 2010, restandoci fino al 2012, poi i quattro anni a Kiev con la maglia della Dinamo e poi il ritorno al Grifone nel 2016, fermandosi sotto la Lanterna fino al 2019, quando sceglie la maglia del Verona per ripartire, confermandosi ancora oggi uno dei migliori registi del nostro campionato.
RUI BARROS Gil Soares
È il primo portoghese ad arrivare in Italia, dopo le grandi vittorie al Porto, che lo richiama a casa dopo le varie esperienze nel 1987, per prendere il posto di uno come Paulo Futre. Vince tutto, anche una Coppa Intercontinentale ed una Supercoppa Europea, dove segna nella finale di andata. Nel 1988 arriva in Italia alla Juventus, dove resta fino al 1990 mettendo a segno diciannove gol in circa novanta partite disputate con la maglia bianconera. Dopo la Juventus è la volta del Monaco, dove trova Wenger in panchina e Weah in campo e dove resta fino al 1993, poi Olympique Marsiglia e Porto, dove torna nel 1994 e resta fino al 2000, quando chiude la carriera.
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