La TOP 11 dei giocatori usciti dal settore giovanile del Monza
4 Marzo 2021
Angelo COLOMBO

L’angelo biondo del Milan degli immortali. Forse il meno raffinato, sicuramente uno dei più funzionali alla tattica dei supereroi rossoneri. La leggenda narra che perfino il profeta di Fusignano, Arrigo Sacchi, si spinse oltre i limiti, sentenziando: «Per vincere servono undici Colombo e non undici Maradona». Originario di Mezzago, a Monza arriva a tredici anni. Le giovanili, la prima squadra poi la Serie A con Avellino, l’Udinese e poi il Milan, con cui fece la storia. Uno Scudetto, una Supercoppa Italiana, una Supercoppa Europea, ma soprattutto due splendide Coppe Campioni e due Coppe Intercontinentali. Non a caso l’UEFA l’ha definita la squadra più forte di tutti i tempi.
Massimo BRAMBILLA

Lì in mezzo al campo. Tanti chilometri, tanti contrasti, il suo lavoro al servizio della squadra. Il ragazzo di Vimercate inizia dalla Brianza e con il Monza diventa subito protagonista con oltre cento presenze. Il richiamo della Serie A è troppo forte, lascia la Lombardia e approda alla Reggiana. Nonostante la retrocessione, l’annata di Brambilla è buona tanto che arriva la chiamata del Parma. Alla fine saranno 127 le presenze in Serie A tra Cagliari, Torino, Bologna, Parma e Reggiana. È uno degli eroi dell’Under 21 di Cesare Maldini, che all’Olimpic Lluis Companys di Barcellona, in nove contro undici, batte i padroni di casa della Spagna diventando così Campione d’Europa.
Federico CROVARI

Poteva e doveva essere un altro il percorso del mediano milanese. Lanciato dal suo mentore Gigi Radice, dopo la parentesi alla Solbiatese, torna ai brianzoli mettendosi in luce con delle prestazioni superlative che richiamano l’attenzione della mostruosa Lazio, allenata da Sven Goran Eriksson. La concorrenza dei vari Stankovic, Almeyda, De La Peña però, è troppo forte, e per Crovari lo spazio sarà assai ridotto, ma i venti minuti giocati contro il Panionios e la vittoria della Coppa delle Coppe sono un souvenir davvero indimenticabile per la sua sfortunata carriera. Prova a ripartire da Treviso, Vicenza e Padova, ma una serie di infortuni gravi prima alle ginocchia e poi alla schiena lo obbligano ad alzare bandiera bianca.
Matteo PESSINA

Monzese doc. Muove i primi passi nella società La Dominante prima di passare ai biancorossi. L’esperienza in prima squadra con mister Fulvio Pea. Rimane svincolato a causa dei problemi societari e il Milan acquista il suo cartellino. Ricomincia la gavetta, da Lecce a Catania, da Como allo Spezia, fino a Bergamo, sponda Atalanta. La Dea lo manda a Verona, in prestito per rifarsi le ossa. Una stagione da urlo con sette reti in 35 incontri ne certificano la definita consacrazione. Il ritorno all’Atalanta e l’esordio in nazionale ne sono la ovvia conseguenza.

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