La Top 11 della Terra dei canguri “italiani”
26 Giugno 2020
Joshua BRILLANTE
La Fiorentina lo acquista nel 2014 per la modica cifra di un milione di euro e un motivo forse ci sarà. Con la maglia gigliata le soddisfazioni son poche, quasi nulle. Montella lo butta nella mischia contro la Roma e lo sostituisce dopo mezz’ora di gioco. La carriera del ragazzo, però, italo-australiano non decolla. Nel successivo passaggio ad Empoli non lascia traccia e, pur arrivando con le grandi premesse di uno dei talenti più puri sfornati dalla Terra dei Canguri, Joshua si ritrova in men che non si dica a tirar qualche calcio in riva al Lago di Como in Serie B prima di far ritorno nell’emisfero australe. Lì, in effetti, dimostra il suo valore e risulta essere uno dei giocatori più forti in circolazione.
Mark BRESCIANO
Quel giorno a Kaiserslautern c’era: Mark era tra gli undici Socceroos in campo contro gli Azzurri. Esterno di centrocampo, duttile e propositivo, Mark è nato dall’altro capo del mondo da padre originario della Basilicata e madre istriana. La sua carriera, tuttavia, si svolge prevalentemente in Europa. Nel 1999 arriva in Italia, ad Empoli, appena diciannovenne, insieme al connazionale Grella. Fino al 2011 Bresciano è cliente abituale dei nostri rettangoli di gioco e veste la bellezza di quattro gloriose maglie: dopo gli esordi in Toscana, si trasferisce a Parma e poi Palermo dove vive gli anni più interessanti della sua parabola. Passa alla Lazio nel 2010, ma le occasioni di scendere in campo son sempre meno e dopo aver rescisso il contratto con i capitolini si trasferisce negli Emirati Arabi Uniti. Con la nazionale australiana è sceso in campo 84 volte, risultando il sesto calciatore di sempre per numero di presenze coi Socceroos.
Vincenzo GRELLA
Vince oggi è un quarantenne che vive nella campagna fiorentina. L’Empoli lo acquista nel lontano 1999 dal Carlton insieme al connazionale Bresciano: una sorta di prendi due e paghi uno. In Italia, Vincenzo passa gli anni migliori: in dieci anni indossa le casacche di Empoli, Ternana e Torino. La militanza gialloblù regala al centrocampista i Mondiali del 2006 dove scende sempre in campo ed è uno degli undici titolari dei Socceroos contro gli Azzurri. Torna in Italia, contento di non averci buttato fuori agli ottavi, ma con la grande soddisfazione di esser stato uno dei migliori centrocampisti della manifestazione. Con l’Australia si toglie parecchie soddisfazioni e viene selezionato anche per la kermesse iridata del 2010. L’esordio in Nazionale coincide, peraltro, con lo storico successo in amichevole a Londra con i “leggermente” più blasonati inglesi.
Frank FARINA
Un nome, un programma. Con questo abbinamento “nome-cognome” degno de Il Padrino – Parte II, Frank Farina è arrivato in Italia, precisamente a Bari, nell’estate del 1991, pagato dall’allora presidente Matarrese la bellezza di tre miliardi di lire. Centrocampista col vizio del gol in terra belga, in Italia è stato un clamoroso flop, di quelli che ancora oggi il San Nicola rimbomba. Otto uscite in biancorosso sono state sufficienti per fargli guadagnare un biglietto di sola andata per l’Inghilterra, destinazione Notts County, il club professionistico più antico al mondo. Uomo delle prime volte, Farina è stato il primo di tanti australiani a esordire nel nostro campionato.
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