La top 30 dei campioni mai presenti al mondiale
24 Maggio 2020
15. Roberto PRUZZO
Dalle giovanili con il Genoa al debutto in serie A con i Grifoni, guadagnandosi presto l’appellativo di O Rey di Crocefieschi. Nel 1978 passa alla Roma e diventa per un decennio – con 138 gol in 315 partite – il bomber indiscusso della capitale di sponda giallorossa. Per poi chiudere la carriera con la Fiorentina. Nonostante il titolo di capocannoniere, non fu mai selezionato sia per Spagna 1982 che per Messico 1986, contando in azzurro soltanto sei presenze senza mai essere andato a segno.
14. David GINOLA
Centrocampista atipico, dai piedi buoni e dalle spiccate doti offensive, con una duttilità che lo portava spesso ad essere schierato, all’occorrenza, come attaccante. Dopo le buone stagioni con Tolone, Racing Club de France e Brest, è soprattutto ricordato dai tifosi del Paris Saint Germain, del Newcastle United e del Tottenham Hotspur con cui vince complessivamente cinque trofei, mettendo in mostra le sue grandi qualità nelle importanti vetrine europee. Con la Francia segna tre gol in diciotto convocazioni, senza mai essere chiamato per nessun torneo internazionale.
13. Ian RUSH
Una leggenda del Liverpool, dove gioca per quindici stagioni, intervallate soltanto nel 1987-88 quando veste la maglia della Juventus. Le difficoltà incontrate nell’annata bianconera non descrivono quell’attaccante di razza che era Ian Rush. Alto, potente fisicamente e dominante all’interno dell’area di rigore. Con i Reds segna 300 gol in 592 presenze, ma fa la storia anche della sua nazionale gallese con le sue ventotto reti in 73 partite, nonostante non riesca mai a superare le qualificazioni.
12. Bernd SCHUSTER
Centrocampista centrale dalla grande caratura internazionale, con le maglie di Barcellona, Real e Atletico Madrid vince da protagonista quindici trofei. Con la Germania Ovest conquista gli Europei del 1980 ma si ritira dalla nazionale tedesca a ventiquattro anni, dopo appena ventuno presenze, per le forti divergenze avute con la Federcalcio e alcuni compagni di squadra che gridarono allo scandalo per il suo rifiuto alla convocazione della Mannschaft per assistere alla nascita del figlio. Chiude la carriera con Bayer Leverkusen e Pumas UNAM in Messico.
11. Mario CORSO
Entra a far parte della famiglia dell’Inter nel 1958 e vestirà i colori nerazzurri fino al 1973, diventando uno dei maggiori interpreti della Grande Inter del Mago Herrera. Usava pochissimo il destro ma gli bastava il sinistro per fare tutto. Era rapido nel dribbling, oltre che abile nei calci di punizione dove è ancora ricordato per il tiro a foglia morta. Con la nazionale azzurra vanta ventitré presenze e quattro reti ma in seguito a dei contrasti con Fabbri venne escluso dai Mondiali del 1966 e gli Europei vittoriosi del 1968.
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