L’altro 5 maggio
5 Maggio 2020
Nell’immaginario calcistico collettivo e nostrano il 5 maggio significa disfatta nerazzurra, le lacrime di Ronaldo, lo sguardo impietrito di Hector Cuper, il gol di Poborsky e lo Scudetto alla Juventus. Una data che ha segnato la storia moderna del nostro calcio, ponendo fine ad uno dei campionati più rocamboleschi e spettacolari di sempre. Talmente spettacolare e imprevedibile, quel campionato, che all’ora di pranzo di quel 5 maggio 2002, con gli stadi che cominciavano a riempirsi e l’odore crescente di erba bagnata, irrigata a dovere nei prepartita, ancora tutto, ma proprio tutto era da decidere.
Alcuni verdetti di quella famosa ultima giornata del campionato 2001-02 cambiarono drasticamente il futuro ed il destino di molti club. E se come andò a finire per la vittoria dello Scudetto lo sappiamo bene tutti, non molti si ricordano che a contendersi tre dei quattro posti rimasti tra Coppa dei Campioni e Coppa UEFA, quel giorno, c’erano quattro squadre: Lazio, Chievo, Milan e il grande Bologna di Guidolin, che la mattina del 5 maggio si trova appaiato con i rossoneri ad occupare il quarto posto, l’ultimo utile per l’Europa che conta.
Un cammino esaltante, quello del Bologna, che trascinato dal talento di Beppe Signori, dalla sapienza tattica di Francesco Guidolin e dalla vena realizzativa di Julio Ricardo Cruz, aveva vissuto un campionato di vertice fin dalle prime giornate. Con la salvezza messa in cassaforte già nello strepitoso girone di andata, il presidente Renato Cipollini carica l’ambiente, la città ci crede e lo spogliatoio mantiene la freddezza e la lucidità per competere con le grandi: merito di calciatori carismatici come Gianluca Pagliuca, Fabio Pecchia, Lamberto Zauli e, ovviamente, Beppe-gol.
La totale consapevolezza nei propri mezzi, per i rossoblù, arriva il 10 marzo 2002, quando il calendario presenta al mondo un Bologna-Milan dal retrogusto europeo. I rossoneri di Ancelotti, impelagati in un campionato sottotono e con risultati altalenanti, si giocano al Dall’Ara una delle ultime possibilità per raggiungere la qualificazione in Champions League. Davanti a quasi 32.000 spettatori in estasi, il Bologna impartisce una lezione di calcio al glorioso Diavolo, passando in vantaggio dopo pochissimi minuti con un tap-in di Salvatore Fresi, abile a sfruttare una corta respinta di Abbiati. Gattuso, Costacurta, Albertini e Rui Costa provano a dare una scossa alla squadra, in campo volano parole grosse e adesso non si scherza più: la posta in palio è altissima, soprattutto per i rossoneri. Ma il Bologna sembra davvero superiore. Al 24’ la difesa del Milan toppa clamorosamente la trappola del fuorigioco e Signori libera Cruz con un delizioso filtrante: el Jardinero supera Abbiati e deposita in porta il gol del 2-0. Il Dall’Ara è in visibilio. I tifosi rossoneri giunti a Bologna fischiano, si innervosiscono e cominciano ad abbandonare gli spalti già a fine primo tempo. Ancelotti le prova tutte: dentro Javi Moreno e il turco Ümit Davala, ma la difesa rossoblù guidata da Fresi e Falcone regge senza troppi problemi fino al triplice fischio di Pierluigi Collina.
Al termine della ventiseiesima giornata, quindi, il Bologna occupa in solitaria il quarto posto, con tre punti di vantaggio sul Chievo Verona e ben sei sui rossoneri di Carlo Ancelotti.
Il tempo di sognare prosegue fino al 5 maggio, con il Milan che nel frattempo ha raggiunto il Bologna al quarto posto in classifica, anche grazie ad un calendario sulla carta favorevole, e con Chievo e Lazio in agguato subito dietro. Gli uomini di Guidolin, quel giorno, se le vedono al Rigamonti con il Brescia di Roberto Baggio, costretto a vincere per avere la matematica certezza di non retrocedere. Il Milan, invece, ospita il Lecce già retrocesso. Un romantico spareggio per la qualificazione in Champions tra Bologna e Milan sembra quantomeno plausibile, ma i fatti, in quel pazzo 5 maggio, racconteranno un’altra storia.
A San Siro il Milan chiude i conti già nel primo tempo, con Kaladze e Ambrosini che congelano il risultato (arriverà anche il terzo gol di Shevchenko). A Brescia, invece, gli uomini di Guidolin sono impietriti di fronte alle Rondinelle lombarde che lottano con il coltello tra i denti per scacciare ogni paura di Serie B. Bachini porta avanti i padroni di casa e poi è Baggio, su rigore, a portare il risultato sul 2-0. I sogni della truppa di Guidolin svaniscono lentamente e inesorabilmente, mentre dagli altri campi arrivano notizie pessime: stanno vincendo tutte, perfino la Lazio contro l’Inter. Il terzo gol del Brescia, firmato da Toni, spegne definitivamente i sussulti degli avanti bolognesi e le speranze dei tifosi emiliani. L’incredibile combinazione di risultati causerà il sorpasso di Milan, Chievo Verona e Lazio, con il Bologna relegato al settimo posto e fuori da ogni competizione europea. Oltre al danno, la beffa.
Un finale assurdo e doloroso, per quello splendido Bologna che ha fatto sognare una intera città e che avrebbe meritato il prestigio di rappresentare l’Italia in Europa. Ma il calcio è un gioco imprevedibile e quel 5 maggio le coincidenze astrali scrissero una storia per certi versi davvero beffarda: basti pensare che il Milan, grazie alla qualificazione raggiunta all’ultima giornata proprio ai danni del Bologna, dodici mesi dopo alzerà al cielo nell’indimenticabile notte di Manchester la Coppa dalle grandi orecchie. Quante cose, nel bene e nel male, ha cambiato quel folle 5 maggio 2002.
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