Privacy Policy Le 20 magliette nostalgiche più belle degli anni '80 e '90

Le 20 magliette nostalgiche più belle degli anni ’80 e ’90

17 Aprile 2022

Gli anni ’90 sono gli anni dei colori sgargianti, delle fantasie e degli “azzardi” estetici. Ovviamente, anche il mondo del calcio – che, volente o nolente, è specchio della società e precursore di mode – si adatta alle “esigenze estetiche” dettate dalla moda dell’epoca. Tuttavia, è spesso difficile far conciliare tradizione ed innovazione in un mondo in cui, per più di un decennio, i look delle maglie hanno graniticamente resistito ai cambiamenti in nome della memoria e della passione.

Difficile per le aziende dar sfogo alla fantasia – almeno fino a qualche anno fa, durante i quali abbiamo visto alcune divise esser “stuprate” in nome del marketing, per la “gioia” dei tifosi – quando le regole sono così rigide. E se all’inizio degli anni ’80 i primi scricchiolii hanno iniziato a farsi spazio (con l’unico permesso di far comparire il logo dell’azienda produttrice), dalla stagione 1981-82 hanno fatto la loro comparsa anche gli sponsor sulle maglie delle squadre.

Precursore fu il Perugia del presidente D’Attoma che, per acquistare Paolo Rossi, escogitò lo stratagemma di far comparire “ufficialmente” come azienda produttrice tecnica il pastificio Ponte. Grazie all’aiuto dell’azienda, il numero uno perugino ebbe la possibilità di vestire di biancorosso Pablito, a patto di sfoggiare il logo della società-sponsor sulle maglie del Grifone.

Fu questo l’episodio che sdoganò ufficialmente l’ingresso di grandi aziende nel mondo del calcio, facendo vivere un’epoca di grande fermento alle società italiane che videro arrivare nelle nuove casse capitali freschi da investire per l’acquisto di grandi campioni. La Juventus disse sì alla Ariston e la Roma alla Barilla – mitico la pubblicità di Falcao “Obrigado, Barilla!” – facendo nascere dei binomi durati anche più di un decennio nel caso dei giallorossi.

E con l’andar del tempo e l’incremento esponenziale di capitali investiti, anche i look delle squadre hanno iniziato a “piegarsi” ai dettami stilistici della moda e della società. Per questo, vogliamo regalarvi quella che per noi è la carrellata delle maglie più belle degli anni ’80 e ’90 che hanno saputo coniugare ed armonizzare al meglio tradizione, stile e, soprattutto, memorabilità.

20. Genoa 1991-92

Dopo il miracolo di Verona, Osvaldo Bagnoli è arrivato al Genoa per riportare il Grifone a volare in alto. E il Mago della Bovisa, in ossequio al proprio nome, riesce a spingersi su vette ormai dimenticate e ingiallite nei ricordi dei nonni dei tifosi genoani dei primi anni ’90. La Erreà riproduce sul cuore dei Rossoblù il Grifo stilizzato, mentre sul petto – per il terzo anno consecutivo – compare il nome della giapponese Mita che, in precedenza, sponsorizzò il Como per gran parte degli anni ’80. È la divisa con cui Skuhravy e Aguilera mandano in visibilio il proprio pubblico, violando Anfield Road nel punto forse più alto della storia più recente del club.

19. Avellino 1984-85

Forse in pochi lo ricorderanno, ma anche in Italia abbiamo avuto il nostro Ajax. Eh sì, perché la Ennerre propone uno stile innovativo per i Lupi dell’Irpinia che propongono per la stagione post-Europeo francese un’innovativa mise che ricorda quella dei Lancieri, dove però il palo rosso centrale è sostituito dal verde dell’Avellino su sfondo bianco. Lo sponsor al centro della maglia è Santal e in campionato matura una faticosa ma meritata salvezza. Sarà l’unico anno con questa divisa “sperimentale” che l’anno successivo vedrà il ritorno del classico verde a tutta maglia.

18. Empoli 1997-98

Dal 1983 campeggia il nome della Sammontana, locale ditta che produce gelati su scala nazionale. E per il ritorno in Serie A dopo dieci anni, i ragazzi di Spalletti sfoggiano un’iconica maglia azzurra con una lineare fantasia a mo’ di Y che “movimenta” la trama della casacca. La ciliegina sulla torta è rappresentata dalla trama presente nella parte centrale, dove viene riportato lo scudetto dell’Empoli in una sorta di filigrana più scura che dona eleganza alla maglia. Un lavoro firmato Erreà.

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