Privacy Policy Le nove rimonte più pazze dell’Inter degli ultimi venti anni

Le nove rimonte più pazze dell’Inter degli ultimi venti anni

28 Ottobre 2022

Abbiamo scartabellato gli almanacchi per andare a ritrovare le nove rimonte più pazze dell’Inter dagli anni Duemila ad oggi. Quando l’ostinazione viene premiata, il risultato è spesso leggendario.

Che la “lucida follia” e la pazzia siano nel DNA dell’Inter è ormai cosa assodata, tanto da essere impressa a caratteri cubitali anche nel suo inno ufficiale. E che le coronarie dei tifosi nerazzurri siano fortemente compromesse dall’altissimo tasso di imprevedibilità che caratterizza molti dei match dell’Inter è altrettanto chiaro.

Non c’è da star tranquilli quando la formazione nerazzurra di Milano scende in campo e un recente esempio è stato il match con il Barcellona, durante il quale si è passati dallo sconforto all’esaltazione, fino al masticare amaro nel lasso di qualche giro di lancette. Ordunque, forti di questa constatazione circa il velo di bizzarria ed eccentricità che avvolge le dinamiche delle partite interiste – fra incredibili capitomboli ed imprese al limite del concepibile – vi proponiamo le nove rimonte più incredibili degli ultimi venti anni che hanno visto la Beneamata protagonista.

Una giusta dose di serotonina per titillare gli ipotalami dei tifosi nerazzurri: «Se son sopravvissuto a questa partita, non avrò più paura di nulla». È la frase che molti di loro si saranno ripetuti negli anni. Ed invece, basta riavvolgere il nastro per vedere che il fil rouge della follia non si interrompe mai e, anzi, tiene insieme la memoria del club più “folle” d’Italia.

7 dicembre 2002: LAZIO – INTER 3-3

L’Inter ritorna a Roma per la prima volta dopo la catastrofe del 5 maggio. Sono ancora vive nella memoria dei nerazzurri le mani in faccia e le lacrime di Ronaldo dopo lo Scudetto gettato al vento nel 4-2 con cui la Lazio ha piegato l’Inter, mandando all’aria il sogno tricolore che manca dal 1989. Il Fenomeno non c’è più: se n’è andato al Real Madrid per centrare più grandi obiettivi, dopo aver trascinato il suo Brasile nel Mondiale di Giappone e Corea del Sud. Sulla panchina nerazzurra, invece, c’è ancora Hector Cuper: El Hombre Vertical ha vinto la sua “battaglia” contro il brasiliano e punta a centrare gli obiettivi mancati nell’ultimo campionato. Al suo posto è arrivato Crespo, prelevato dalla Lazio per riempire il vuoto lasciato dal carioca e la sua intesa con Vieri funziona: l’Inter si stabilisce nelle zone alte della classifica e torna nella capitale per la tredicesima giornata.

I nerazzurri, stavolta, affrontano la Lazio. Tre settimane prima, invece, avevano affrontato la Roma, salvandosi per il rotto della cuffia grazie a una rete di Okan allo scadere che aveva fissato il risultato sul 2-2 finale. Questa volta, invece, i titoli saranno tutti per un altro turco: Emre Belözoglu. Il Maradona del Bosforo fino ad ora ha mostrato poco o nulla del suo repertorio e infatti è spesso relegato in panchina. Stavolta, però, è in campo dal primo minuto. L’Inter si presenta all’Olimpico con l’imperativo di non perdere punti nella volata-Scudetto. Difatti, dopo poco più di mezz’ora, Toldo ha raccolto dal fondo della sua porta già tre palloni, scagliati alle sue spalle da un Claudio Lopez in forma splendida. Sembra esser calata la notte sulla compagine nerazzurra, ma dopo un minuto il pallone che Crespo ha mandato sulla traversa rimbalza in campo, sbatte su Fernando Couto e carambola alle spalle di Peruzzi.

Nella ripresa l’Inter torna in campo con uno spirito diverso e, dopo ventidue minuti, applaude alla prodezza di Emre: la Zanzara conquista il pallone a centrocampo, si porta al limite dell’area e, vedendo Peruzzi fuori dai pali, lascia partire un morbido pallonetto che s’insacca alle spalle del portiere. Finalmente il turco dimostra di saperci fare col sinistro. E se qualcuno si chiedesse semmai fosse in grado di confezionare magie anche con il destro, il numero 5 l’accontenta con una sassata dai venti metri che gonfia la porta laziale: è 3-3. È una partita folle, considerando che Corradi, qualche minuto prima, ha colpito una traversa.

Ora l’Inter, spinta dalla forza di poter confezionare un miracolo, cerca di completare il ribaltone, ma prima Vieri si divora un gol a pochi metri dalla porta concludendo fuori, poi Crespo rischia di tirare il proverbiale tiro mancino ai suoi ex compagni di squadra, colpendo il palo su un calcio d’angolo di Recoba. Non è una vittoria, ma è come se lo fosse.

LAZIO – INTER 3-3

LAZIO (4-4-2): Peruzzi; Stam, Negro, Fernando Couto, Pancaro (82’ Liverani); Fiore (89’ Oddo), Simeone (66’ Giannichedda), Stankovic, Cesar; Corradi, Claudio Lopez. A disposizione: Concetti, Colonnese, Inzaghi, Chiesa. Allenatore: Roberto Mancini

INTER (4-4-2): Toldo; Zanetti, Cordoba, Cannavaro, Pasquale (85’ Gamarra); Okan (31’ Recoba), Almeyda, Emre, Sergio Conceição; Vieri, Crespo. A disposizione: Fontana, Adani, Beati, Farinos, Kallon. Allenatore: Hector Cuper

Arbitro: Roberto Rosetti di Torino

Reti: 10’ rigore Claudio Lopez (Lazio), 31’ Claudio Lopez (Lazio), 37’ Claudio Lopez (Lazio), 38’ autorete Fernando Couto (Inter), 67’ Emre (Inter), 76’ Emre (Inter)

Ammoniti: Corradi, Liverani, Simeone e Stankovic (Lazio); Cordoba e Vieri (Inter)

9 gennaio 2005: INTER – SAMPDORIA 3-2

Dall’inizio della stagione 2004-05 l’Inter è sotto la gestione di Roberto Mancini. Archiviata la pessima stagione precedente, il presidente Moratti vuole iniziare un nuovo ciclo e per questo affida la panchina nerazzurra a uno dei tecnici più promettenti del panorama italiano. Dopo aver ben fatto con una Lazio alle prese con un forte ridimensionamento degli obiettivi, al tecnico jesino si chiede di riportare la Beneamata a lottare per lo Scudetto dopo un’annata storta.

Il cammino in campionato è costellato di pareggi: se ne contano, infatti, ben sette consecutivi fra la settima e la tredicesima giornata. Nessuna sconfitta, è vero, ma il pubblico interista mormora per una squadra che non riesce a spiccare il volo. L’attacco segna, ma la difesa soffre In occasione del primo match casalingo del 2005, l’Inter riceve la Sampdoria di mister Novellino. I genovesi sono appaiati ai nerazzurri al quarto posto in classifica e il rischio di scivolare sulla classica buccia di banana è un rischio più che concreto. Il Doria dimostra di meritare, eccome, il suo posto in graduatoria con una difesa ben serrata ed un collettivo capace di colpire in contropiede.

Infatti, l’Inter attacca ma è la Sampdoria a segnare in occasione della sua prima sortita offensiva con Tonetto. I nerazzurri si trovano davanti a loro un Antonioli letteralmente insuperabile e mentre Recoba sbuffa in panchina per non essere ancora impiegato, dopo l’intervallo la musica non cambia. Anzi, dopo il subentro del Chino è la Sampdoria ad ipotecare il match con la rete di Kutuzov a due minuti dal novantesimo. Piovono i fischi dagli spalti, molti tifosi anticipano il ritorno a casa: oggi è andata così.

E sarà forse proprio questo uno dei segnali che dà la scossa. Subito il doppio svantaggio, l’Inter si riversa disperatamente nella metà campo avversaria, attaccando furiosamente la porta difesa da Antonioli. Recoba colpisce il palo da venticinque metri ed è la goccia che fa traboccare il vaso: l’Inter sembra giocarsela più contro la malasorte che contro la Sampdoria. Ma nel giro di cinque minuti accade l’inverosimile e la Beneamata dà vita alla rimonta più veloce nella storia della Serie A: prima Martins batte il portiere avversario con un tocco di destro, poi Vieri scaglia rabbiosamente in fondo al sacco un pallone che sembrava perso dall’irruenza di Oba Oba e poi incredibilmente rigiocato verso il centro in rovesciata. Sarebbe forse sufficiente il 2-2. Ma che Pazza Inter sarebbe senza confezionare il terzo sigillo?

Ci pensa dunque colui che era rimasto escluso prima e fischiato poi: è Alvaro Recoba che con una staffilata radente l’erba delle sue trova il pertugio giusto fra il guantone di Antonioli e il palo per lasciar esplodere San Siro. Con buona pace di chi aveva già messo in moto la macchina nel parcheggio. È stato uno spettacolo. Purtroppo per loro, irripetibile.

INTER – SAMPDORIA 3-2

INTER (4-4-2): Toldo; J. Zanetti, Cordoba, Materazzi, Favalli; C. Zanetti (64’ Martins), Cambiasso, Stankovic; Emre (83’ Karagounis); Vieri, Adriano (77’ Recoba). A disposizione: Fontana, Burdisso, Coco, Zé Maria. Allenatore: RobertoMancini

SAMPDORIA (4-4-2): Antonioli; C. Zenoni, Castellini, Falcone (58’ Pavan); Diana, Volpi, Palombo, Tonetto; Flachi, Rossini (73’ Kutuzov). A disposizione: Turci, Carrozzieri, Pagano, Donadel, Edusei. Allenatore: Walter Alfredo Novellino

Arbitro: Paolo Bertini di Arezzo

Reti: 43’ Tonetto (Sampdoria), 83’ Kutuzov (Sampdoria), 88’ Martins (Inter), 91’ Vieri (Inter), 93’ Recoba (Inter)

Ammoniti: Cordoba (Inter); Rossini e Volpi (Sampdoria)

26 agosto 2006: INTER – ROMA 4-3

È successo il finimondo nell’estate del 2006. La vittoria azzurra sotto il cielo di Berlino ci ha riportato sul tetto del mondo dopo ventiquattro anni, riuscendo a mitigare lo tsunami che ha colpito il calcio italiano. L’Inter ha lo Scudetto cucito sul petto e la Juventus per la prima volta non è ai nastri di partenza del campionato di Serie A. La sentenza di Calciopoli ha messo a soqquadro quegli equilibri che sembravano ormai cristallizzati da quasi un quinquennio ed ora l’Inter di Mancini è la maggiore indiziata al successo finale. Dalla Juventus sono arrivati Ibrahimovic e Vieira a rinforzare una squadra desiderosa di ambire al tricolore sul campo. L’eroe del Mondiale, Fabio Grosso, è sbarcato a Milano e il terzino carioca del Monaco, Maicon, fa capolino a San Siro per il primo impegno ufficiale della stagione.

Davanti ai nerazzurri ci sono i giallorossi guidati da Spalletti che contendono la Supercoppa Italiana ai meneghini, vincitori anche nella Coppa Italia dell’anno passato, proprio contro i capitolini. San Siro è in festa, pronta a sospingere verso il successo i suoi nuovi beniamini. E invece i romanisti cercano di guastarla in ogni modo possibile. Riuscendoci, almeno nel primo tempo, quando riescono a fare a fette la difesa avversaria, portandosi sul parziale di 3-0. Sembrano esserci tutti gli ingredienti di una disfatta.

E invece, sono proprio i nuovi a suonare la carica e Vieira, poco prima dell’intervallo, batte Doni con un colpo di testa che finisce sotto l’incrocio. È una scintilla che nella ripresa dà fuoco all’entusiasmo trascinante del popolo nerazzurro. Ci sono ancora quarantacinque minuti per ristabilire l’equilibrio e l’Inter si è già dimostrata in grado di rimettere a posto situazioni all’apparenza irrecuperabili. E così Crespo – subentrato pochi minuti prima ad Adriano – dimezza lo svantaggio con un preciso colpo di testa che fa esultare la Curva Nord. L’obiettivo è lì vicino e ancora una volta è l’ex mediano franco-senegalese di Arsenal e Juventus ad andare a rete, mandando in fondo al sacco un tiro sbilenco di Ibrahimovic.

La Roma, assorbito lo scossone prova a rimettersi in ordine ed assorbe gli attacchi avversari fino al novantesimo, quando si fanno necessari i tempi supplementari. Gli ospiti, però, sono in difficoltà e drammaticamente sulle gambe quando, dopo cinque giri di lancette dal ritorno in campo, concedono un calcio di punizione dal limite. Sul pallone si porta Luis Figo, un ragazzo che ha una certa confidenza con i calci da fermo. È leggermente decentrato sulla destra e la logica vorrebbe che tiri dritto per dritto, sul primo palo. Invece il lusitano inventa una traiettoria beffarda che taglia in diagonale lo specchio della porta per poi spegnersi sulla destra di Doni, lì dove nessuno si sarebbe aspettato. Viene suggellato così l’esordio ufficiale nelle competizioni: un debutto indimenticabile.

INTER – ROMA 4-3 d.t.s.

INTER (4-4-2): Toldo; Zanetti, Materazzi, Samuel, Grosso (54’ Maicon); Figo, Vieira, Cambiasso, Stankovic (106’ Dacourt); Ibrahimovic, Adriano (61’ Crespo). A disposizione: Julio Cesar, Cruz, Dacourt, Solari, Andreolli. Allenatore: Roberto Mancini

ROMA (4-2-3-1): Doni; Panucci, Mexes, Chivu, Cufré; De Rossi, Aquilani (80’ Tonetto); Mancini, Perrotta, Taddei (66’ Cassetti); Totti (72’ Mido). A disposizione: Curci, Montella, Faty, Ferrari. Allenatore: Luciano Spalletti

Arbitro: Massimiliano Saccani di Mantova

Reti: 13’ Mancini (Roma), 25’ Aquilani (Roma), 34’ Aquilani (Roma), 44’ Vieira (Inter), 66’ Crespo (Inter), 74’ Vieira (Inter), 95’ Figo (Inter)

Espulso: 100’ Chivu (Roma) per comportamento non regolamentare

Ammoniti: Cambiasso, Maicon e Vieira (Inter); Cassani, Mido e Taddei (Roma)

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